The Silent Sea, la recensione: la faccia oscura e bagnata della Luna

La recensione di The Silent Sea, la nuova serie coreana disponibile su Netflix che racconta le vicende di un gruppo di scienziati che deve scoprire cos'è successo su un'abbandonata stazione lunare.

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The Silent Sea: un'immagine di scena

Siamo circondati da storie. Ci perdonerete se iniziamo la nostra recensione di The Silent Sea facendo un passo indietro prima di affrontare la serie coreana in otto episodi disponibile su Netflix. Ogni settimana lo spettatore ha un intero vastissimo catalogo di nuove uscite, nuove storie che richiedono attenzione, che sgomitano cercando di diventare il nuovo prodotto di punta o, semplicemente, un'ottima compagnia per parecchie serate. Ed è un vero piacere, ora che la televisione - e di conseguenza la serialità - è cambiata così tanto, poter scegliere il proprio palinsesto e decidere, sfogliando un'enorme lista di titoli, cosa guardare. O, ancora meglio, cosa vogliamo ci venga raccontato. Sono considerazioni che ritroveremo mentre affrontiamo questa serie di fantascienza che presenta delle buone premesse, anche interessanti.

Risolvere un mistero

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The Silent Sea: il cast in una scena

Si comincia in medias res. L'equipaggio di una navicella spaziale è nel panico. I motori sono fuori uso. Il centro di controllo sulla Terra non risponde ai tentativi di comunicazione. La protagonista della storia, la dottoressa Song, interpretata da Doona Bae, si risveglia e riprende conoscenza. Uno zoom out ci porta all'esterno: la navetta si è schiantata sulla superficie lunare. Intorno a loro solo il bianco terreno della Luna e lo spazio nero all'orizzonte. Sin dalle prime immagini della sigla, particolarmente appagante, si può subito intuire come l'acqua giochi un ruolo fondamentale all'interno della narrazione. Un salto all'indietro nel tempo spiegherà subito la situazione e le premesse della trama: in un futuro non troppo remoto, la Terra è piegata da una siccità che non lascia intravedere futuro per la popolazione. Carestia globale e mortalità infantile non sono gli unici problemi: l'acqua potabile è relegata alle persone più agiate e ricche, lasciando scontenta gran parte della popolazione. La dottoressa Song, insieme al capitano Han e altri membri tra studiosi e militari, viene ingaggiata dal governo per far parte di una spedizione segreta. Il loro compito è giungere nella stazione lunare di Balhae, dove cinque anni prima una fuga radioattiva ha sterminato gli scienziati all'interno (compresa la sorella della protagonista), e recuperare un campione di una sostanza ignota. Una volta arrivati all'interno della stazione, dopo essere sopravvissuti all'incidente con la navicella, il gruppo dovrà capire cosa sia successo cinque anni prima e quale minaccia si nasconde all'interno di quelle pareti.

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Premesse e sviluppi

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The Silent Sea: una scena della serie

The Silent Sea riesce a catturare l'attenzione dello spettatore grazie a un universo che sembra ben studiato e che sembra parlare, in diverse misure, con il mondo contemporaneo. L'assenza di acqua, la disparità sociale, il mistero da risolvere e l'ignoto spazio sono elementi che presuppongono una storia avvincente e che sappia mantenere la tensione. Svolgendosi quasi completamente, nel corso degli otto episodi, all'interno della stazione lunare, un luogo quasi spettrale, dove qualcosa di pericoloso si annida, ma non si mostra per lungo tempo, The Silent Sea potrebbe distogliere l'attenzione dai personaggi un po' troppo stereotipati per una storia imprevedibile. La lezione è quella del primo Alien, almeno nei primi episodi. Se non che più gli episodi procedono, più The Silent Sea sembra non riuscire a sviluppare al meglio le tematiche e il ritmo che si era prefissato, dando vita a una storia in larga parte prevedibile e sin troppo simile ai canoni del genere a cui appartiene. I colpi di scena si dimostrano deboli e sin troppo urlati, le dinamiche tra i personaggi (compreso il loro passato) sono storie già raccontate che la serie non riesce a rendere originali.

L'acqua che scorre

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The Silent Sea: un'immagine della serie

Una bella storia è come l'acqua dissetante. Nonostante non abbia gusto, in tempo di carestia se ne sente il bisogno e si riesce addirittura ad assaporarne il sapore. The Silent Sea non riesce a diventare una bevanda dissetante, sia a causa dei suoi diretti concorrenti sia a causa di una messa in scena (salvo qualche breve momento) e una scrittura davvero troppo distanti dalla media generale. I momenti in CGI, che vorrebbero donare spettacolarità all'opera, saltano subito all'occhio, a causa di una realizzazione - molto probabilmente dovuta al poco budget a disposizione - vecchia di almeno vent'anni. È una sensazione che permane lungo tutta la visione, quella di assistere a un antiquato modo di concepire una storia, nonostante la divisione in episodi non sia così influente. The Silent Sea è un lungo film di quasi otto ore che non giustifica quasi mai la propria lunghezza. I problemi di scrittura si ripercuotono anche in un cast che, ad eccezione dei due protagonisti, Doona Bae (già vista in Sense8 e Kingdom, per rimanere in ambito Netflix) e Goong Yo (protagonista di quel gioiello che risponde al nome di Train to Busan e presente anche in Squid Game) appare parecchio anonimo. E così lo spettatore, anziché nuotare in un oceano a prima vista affascinante, è costretto a rimanere in balia delle onde, a scorrere sopra agli otto episodi senza aver voglia di fermarsi.

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione di The Silent Sea con un boccone amaro da mandar giù. La serie coreana aveva delle buone premesse, dal forte potenziale, ma non particolarmente sviluppate a favore di una storia sin troppo prevedibile e dalla durata generosa rispetto a ciò che intende raccontare. I due protagonisti spiccano su un cast anonimo che la scrittura non riesce a valorizzare. Incapace di coinvolgere davvero, The Silent Sea non trova una vera voce, lasciando lo spettatore inerme. Indifendibile la CGI per gli standard minimi odierni.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Le premesse della storia sono affascinanti.
  • Qualche momento riuscito risveglia l’attenzione dello spettatore.

Cosa non va

  • La trama appare sin troppo prevedibile.
  • Ad eccezione di Doona Bae e Goong Yo il cast risulta anonimo.
  • Le sequenze in CGI sono molto al di sotto dello standard attuale.