The Sand Castle, recensione: un film enigmatico dal messaggio significativo

Nadine Labaki torna con un pellicola dal messaggio potente, profondamente metaforica, ricercata e affascinante dal punto di vista formale, ma tutto sommato elementare nel suo svolgimento. Su Netflix.

Locandina di The Sand Castle.

Nadine Labaki non ha mai avuto tempo da perdere. Lo testimonia la sua carriera artistica, che l'ha vista prima fare una gavetta tutto sommato incredibilmente breve per una donna di cinema nata a Baadbata, in Libano, e poi mettere mano a progetti mai banali, soprattutto per il loro eco politico, in cui si è spesa in tutti i modi, sia davanti che dietro la camera. Progetti che impongono un certo tipo di responsabilità.

The Sand Castle Film
Nadine Labaki in The Sand Castle.

Progetti come Caramel, finito di girare alla vigilia della guerra con Israele, in cui un gruppo di femmes discute della condizione quotidiana della donna libica; come E ora dove andiamo?, una storia di un comunità isolata di cristiani e musulmani; come Cafarnao - Caos e miracoli, candidato agli Oscar come miglior film straniero e come The Sand Castle, disponibile su Netflix.

Lavori tutti scritti, diretti e interpretati da Labaki, che hanno anche evidenziato una più che notevole progressione nella sua sapienza nell'uso del mezzo cinematografico. La sua ultima fatica, quella di cui stiamo per parlare, è in effetti quella più sperimentale, complessa e in un certo senso manieristica nella forma, nonostante la classicità del concept e la consapevolezza di dover arrivare ad un pubblico trasversale, ancor di più perché si fa carico di un messaggio universale e incredibilmente attuale.

The Sand Castle: alla scoperta dell'enigma

The Sand Castle Protagonista
Una scena di The Sand Castle.

Le premesse di The Sand Castle sono tutto sommato piuttosto semplici: una famiglia all'apparenza borghese, composta da Yasmine (Labaki) e Nabil (Ziad Bakri) e dai loro due figli (fratello e sorella anche nella vita reale), Adam (Zain Al Rafeea, alla seconda collaborazione con la regista) e Jana (Riman Al Rafaeea) sono apparentemente sperduti in un'isola deserta.

Come dimora hanno riadattato in modo confortevole un vecchio e variopinto faro che giganteggia sul picco meridionale del paradisiaco lembo di terra e ogni giorno tentano di mettersi in contatto con l'esterno attraverso una vecchia radiotrasmittente, fiduciosi del fatto che la luce della loro temporaneo rifugio possa fare il resto. Il problema è che sembrano essere lì ormai da parecchi giorni e nessuno è ancora giunto a trarli in salvo.

The Sand Castle Netflix
Una famiglia in attesa.

La patina splendente e sognante che permea l'isola pian piano però si dirada, rivelando una presenza sotterranea, dallo spirito antitetico rispetto a quello che le immagini evocano in un primo momento allo spettatore. Una presenza che anima l'acqua, che sembra uscire dalla sabbia, che anima gli oggetti e ha un eco anche nei protagonisti, man mano come assediati da qualcosa che sembra provenire da fuori e da dentro allo stesso tempo. Forse dal passato e forse da qualcosa situato al di là dell'isola dove sembrano essere rimasti incastrati.

Una struttura classica per un film dallo spirito ermetico

The Sand Castle Scena
A spasso per l'isola di The Sand Castle.

Chi conosce la filmografia di Nadine Labaki saprà rintracciare alcuni degli archetipi narrativi tipici della regista e interprete libanese, dall'idea di isolamento, che apre sempre ad una duplice e spesso idiosincratica interpretazione, al punto di vista infantile. The Sand Castle comincia in questo modo, dato che il voice over che risuona nelle orecchie dello spettatore è quello della piccola Jana, ma ciò che dice suggerisce da subito come ciò che il film mostra non è esattamente quello che sembra.

Una paradiso amaro, che piano piano si trasforma in un inferno sulla Terra, anzi, un inferno in mezzo al mare, in cui la cineasta decide di mischiare l'horror con i fantasmi e quello con le presenze. Nella grande impronta compositiva, quasi pittorica, la regista disseziona lo spazio, con lo scopo di disorientare lo spettatore, e in questa frammentazione esce fuori il potere evocativo della pellicola, cercato nelle inquadrature strette, nei dettagli scenografici, negli oggetti e nei piccoli animali. In essi prende corpo il perturbante, una forza estranea che altera la natura di ciò che è conosciuto, rendendolo alieno, avverso, quasi mostruoso nel suo trasformare il bello in brutto. Un processo che aumenta di pari passo con la volontà della camera di sovrapporre il suo sguardo a quello dei protagonisti, evidentemente persi sempre più in un limbo esistenziale tra mondo interiore ed esteriore, realtà e ricordi. L'incubo negli occhi di chi guarda.

The Sand Castle
Il punto di vista infantile.

Ecco che allora The Sand Castle rivela la sua natura profondamente metaforica (come suggerisce, dopotutto, il suo stesso titolo), diventando il classico "film rompicapo", che piano piano scava nei vissuti dei personaggi e nella Natura dell'isola che abitano come se le due cose fossero reciprocamente dipendenti. Ne esce una pellicola affascinante e a tratti angosciante che, come solito per la tipologia a cui appartiene, si gioca tutto nella rivelazione finale e nell'efficacia con cui arriva a mostrarla allo spettatore. Un modo che in questo caso è piuttosto elementare, pur nella patina criptica nel corso del minutaggio anche troppo ricercata, ma comunque sentita.

Conclusioni

Un film profondamente metaforico in cui Nadine Labaki si mette alla prova con una cura formale e una sperimentazione registica che ancora non le avevamo visto affrontare, nonostante alcuni soluzioni già provate e uno svolgimento piuttosto classico che a volte fa a cazzotti con un ermetismo cercato ad ogni costo. Dietro il solito significativo messaggio, stavolta particolarmente delicato e attuale.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La cura formale e alcune scelte registiche.
  • L'evocazione del perturbante.
  • Le prove dei due giovanissimi attori.

Cosa non va

  • La volontà di ricercare il criptico ad ogni costo.