The Mandalorian 3, la recensione del quinto episodio: una nuova casa

La recensione di The Mandalorian 3x05, episodio che unisce i puntini della prima parte di stagione per dare inizio all'arco conclusivo dell'attuale corso narrativo della serie di Jon Favreau.

The Mandalorian 3, la recensione del quinto episodio: una nuova casa

Superato il giro di boa, è il momento di entrare nel vivo della narrazione e lasciar progredire il racconto orizzontale. La terza stagione di The Mandalorian è finora la più stanca e spiazzante, indecisa su quale direzione prendere e sul modo di spiegare agli spettatori i motivi di uno storytelling un po' fumoso. Dopo la chiusura della storyline jedi di Grogu, persino le dinamiche a due tra Din (Pedro Pascal) e il piccolo sembrano soffrire di una certa crisi creativa, di un ristagno di idee che non arriva da nessuna parte e non dà più quelle genuine emozioni delle prime volte. Questo terzo ritorno del mandaloriano ha vissuto per ora - comunque in poco tempo - di tante piccole fasi: quella della redenzione, quella della digressione e quella della riappacificazione. Ci sono voluti quattro episodi e tanti orpelli inutili per arrivare alla concretizzazione della trama, ma finalmente al suo quinto episodio The Mandalorian 3 comincia a unire i puntini narrativi e concettuali disseminati nella Galassia Lontana Lontana, dando forma a un elemento fondamentale latitante da settimane: la storia.

Per un futuro migliore

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The Mandalorian 3: Carl Weathers in una scena del quinto episodio

Dopo aver ottenuto la redenzione nelle Acque Vive di Mandalore insieme a Bo-Katan (Katee Sackhoff), i due hanno raggiunto l'insediamento mandaloriano dell'Armaiola, cominciando un percorso d'integrazione. A fronte dei risvolti attuali, il quarto episodio acquista un valore narrativo differente, per quanto resti pretestuoso e superficiale. Dopo aver salvato il figlio di uno dei più possenti mandaloriani del clan, Bo-Katan viene infatti accolta e giudicata diversamente, motivo che ne eleva lo status all'interno della comunità insieme a quello di Din. Quando Nevarro viene assediata dalla nave del pirata Gorian Shand, consapevole dell'indipendenza del pianeta e della riluttanza dell'Alto Consigliere Greef Karga (Carl Weathers) di sottoscrivere lo Statuto della Nuova Repubblica - nonché delle innumerevoli richieste dei pianeti membri a cui quest'ultima deva ancora rispondere -, i due vengono avvisati dal Capitano Teva (Paul Sun-Hyung), ex-membro della Ribellione e conoscente di Karga e Din.

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The Mandalorian 3: una scena del quinto episodio

Dopo un incontro con un colonnello della Repubblica e una discussione con la perfida Elia Kane (Katy O'Brian), Tava sostiene che la Nuova Repubblica non muoverà un muscolo e che utilizzi un "modo di ragione molto imperiale", rintracciando così i mandaloriani e chiedendo il loro intervento immediato in virtù dei loro trascorsi su Nevarro e l'amicizia con Greef. In consiglio è proprio il padre del piccolo mandaloriano salvato da Bo a convincere i restanti membri del clan ad agire: "Perché siamo mandaloriani e Bo-Katan ha dimostrato il suo valore. Questa è la via". C'è anche un importante tornaconto, visto che Din propone di trasferire nuovamente la loro casa su Nevarro ma questa volta alla luce del sole, in quell'appezzamento di terreni propostogli e promessogli proprio da Karga nel primo episodio della terza stagione. Scesi in campo, mentre Din e Bo duellano in aria con i caccia e la nave di Shand, a terra il resto dei mandaloriani lotta con i pirati insediatisi in città.

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The Mandalorian 3: un'immagine del quinto episodio

Per Gorian è una sconfitta totale e definitiva e Nevarro è salva. È a questo punto che l'Armaiola convoca nella ex fucina del pianeta Bo e le dice di rimuovere l'elmo e mostrare il suo volto. Lo fa perché vuole che proprio lei, figlia di due mondi - quello del Credo e quello dei Rinnegati -, parta per la Galassia e riunisca tutti i clan mandaloriani per condurli a Nevarro, la loro nuova casa. Intanto Tava rintraccia un trasporto prigionieri alla deriva nello spazio e con inconfutabili segni d'agguato. Era la nave dove viaggiava Moff Gideon (Giancarlo Esposito), ma la cosa più strana e inquietante è un'altra: nello scafo interno dilaniato, incastrata in uno dei sedili, c'è una scaglia di Beskar. Che i mandaloriani c'entrino qualcosa nell'evasione di Gideon?

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Configurazione

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The Mandalorian 3: una scena del quinto episodio

Il quadro generale ora è molto più chiaro. La redenzione di Din e Bo doveva condurre alla reintegrazione nel clan, mentre quel mitosauro forse visto forse immaginato nelle Acque Vive da Bo rappresenta il segno della sua purezza e di una missione più grande, da vera figlia di Mandalore. L'episodio del Trovatello doveva solo darle una posizione prominente e meglio accettata nel clan, mentre la puntata digressiva con Elia aveva il compito di chiarire che l'ideologia imperiale era ancora viva e vegeta nonostante i tentativi della Nuova Repubblica, rinata più forte dalle ceneri dell'Impero portandosi però dietro qualche spiacevole criticità etica. Tutto più centrato, adesso, anche se imboccare la tangente giusta a tre episodi dalla fine - perché qui si inizia appena - ci sembra comunque sbagliato e sintomo di uno storytelling che necessità di una profonda revisione concettuale.

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The Mandalorian 3: una foto tratta dal quinto episodio

In 44 minuti si spinge in effetti sull'acceleratore, in crescendo altalenante - in una scena dell'assedio c'è un anti-climax pazzesco e fuori posto - ma con l'ultimo atto dell'attacco a Shand (personaggio dal potenziale magnifico e mal sfruttato) tendenzialmente ben organizzato e diretto da Peter Ramsey, che continuiamo però a preferire in ambito animato, dove il suo talento è meglio nobilitato. Si comincia comunque a configurare una struttura narrativa più coesa e intrigante, che speriamo non venga annullata già a stretto giro dal sesto episodio e che mantenga salda la rotta, regalandoci momenti ben più esaltanti dei pochi visti nella prima metà di stagione.

Conclusioni

Al quinto episodio e con tre rimanenti, The Mandalorian 3 inizia a concretizzarsi nel racconto, unendo tutti gli elementi finora slegati e dando un assaggio di ben ritrovata coesione narrativa. Intendiamoci: non siamo ancora ai livelli della seconda stagione e persino le dinamiche tra Din e Grogu risultano stanche e superficiali, ma la storia comincia a configurarsi e i risvolti dovrebbero essere imminenti. Tirando le somme dalla recensione, "The Pirate" è il secondo migliore episodio della terza stagione anche se non riesce a smarcare gli ormai conclamati problemi di storytelling della serie, che ha bisogno di nuova linfa espressiva.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Finalmente un po' di coesione narrativa.
  • L'ultimo atto su Nevarro.
  • La potenza militare mandaloriana in azione.

Cosa non va

  • Il personaggio di Gorian Shand davvero sprecato.
  • La regia poco ispirata di Peter Ramsey.