Dopo essere stato messo in quarantena poiché malato (e presumibilmente infettato dal virus che ha sterminato il genere umano), Mike Miller decide di lasciare il gruppo e torna a Tucson per morire nella casa dove è cresciuto. Phil rifiuta di lasciarlo da solo e lo segue. Mentre i due fratelli trascorrono insieme alcuni degli ultimi momenti di Mike, Carol e gli altri devono fare i conti con un misterioso oggetto volante che li sorveglia da alcuni giorni. Chi li sta osservando, e quali sono le sue intenzioni?
Addio, fratello
Lo scorso anno, quando fu svelato che Mike Miller, fratello del protagonista di The Last Man on Earth, era ancora vivo, Will Forte aveva spiegato che la presenza del nuovo personaggio sarebbe stata direttamente proporzionale agli impegni del suo interprete, Jason Sudeikis (escludendo Angry Birds - Il film, in cui è solo una voce, l'attore ha un'agenda abbastanza riempita, con tre film già usciti quest'anno e altri due in post-produzione, più un paio di titoli previsti per il 2017). Per questo motivo, una volta risolta la trama legata alla permanenza di Mike nello spazio era logico supporre che, se non si avesse rimandato alla terza stagione l'inevitabile incontro fra i due fratelli, il ruolo di Sudeikis avrebbe avuto gli episodi contati. E così è stato, con un finale di stagione che, salvo eventuali flashback nelle prossime annate, segna l'addio dell'attore ad una serie che, anche grazie alla sua partecipazione, è migliorata in modo notevole rispetto alla pur soddisfacente stagione inaugurale.
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Se infatti nella prima metà di questo secondo ciclo narrativo la sottotrama dedicata a Mike in versione astronauta aveva permesso al nuovo showrunner Dan Sterling - veterano di The Office e sceneggiatore di The Interview - di esplorare nuovamente il tema della solitudine che aveva dominato il pilot della serie (e, per certi versi, la premiere della seconda stagione), è stata ancora più efficace l'integrazione del personaggio nel gruppo principale, dando alla narrazione quell'equilibrio necessario ed impeccabile fra pathos e risate che rasentano l'assurdo (vedi il taglio di capelli di Phil negli ultimi cinque episodi), traendo vantaggio dalla vera, duratura amicizia fra Forte e Sudeikis. Ed è proprio l'aspetto più intimo di 30 Years of Science Down the Tubes, dominato dall'addio catartico fra i due fratelli, a mettere in evidenza nel modo migliore il coraggio di una serie che, a prima vista, poteva quasi sembrare la versione "pulita" di una commedia pecoreccia.
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Post-Apocalypse Now?
Sull'altro binario narrativo dell'episodio procede il treno che porta a compimento una sottotrama in apparenza triviale, ma che in realtà pone le basi per la terza stagione: il drone notato da Gail e ignorato dagli altri poiché durante l'avvistamento lei era ubriaca. E così si torna all'uso del colpo di scena e del cliffhanger, ma senza scivolare nella trappola della trovata di marketing (vedi The Walking Dead) o della narrazione che rimane in sospeso senza aver completato l'arco narrativo della stagione (vedi il revival di X-Files). Così come la prima stagione aveva chiuso in bellezza ripescando un elemento secondario (Sudeikis era apparso, in forma fotografica, nel pilot), la seconda ha recuperato un personaggio minore che pensavamo di non rivedere più - Pat Brown, interpretato da Mark Boone Junior - per trasformarlo, a quanto pare, nell'antagonista della terza annata, o almeno dei primi episodi della stessa. Si preannuncia quindi un terzo ciclo fedele allo spirito generale della serie, ossia simile ma allo stesso tempo diverso da quello che abbiamo visto prima. Appuntamento, dunque, all'autunno.
Movieplayer.it
4.5/5