Un ascensore, due perfetti sconosciuti e un duello in real time in un edificio di New York. È una storia di vendetta quella che Massimo Coglitore racconta in The Elevator sulla base di una sceneggiatura scritta da Mauro Graiani e Riccardo Irrera.
Il film in uscita il 20 giugno è "ispirato a una storia vera", come recitano i titoli di testa: quella di un uomo che alcuni anni fa in Brasile iniziò a indagare sulla morte del figlio undicenne, non accontentandosi della verità medica che liquidava il caso come morte naturale. Scoprì un traffico di organi che coinvolgeva un politico e alla fine fu costretto a lasciare il paese.
Nell'ascensore del titolo si ritroveranno faccia a faccia una donna misteriosa in cerca di vendetta, Katherine, e Jack, uomo di successo, conduttore del gioco a quiz "Tre minuti", seguito ogni sera da milioni di americani. Sospettato di aver commesso un crimine efferato, si ritroverà a dover rispondere alle domande di un quiz dove la posta in gioco è la sua stessa vita. Nel cast Caroline Goodall, attrice britannica che abbiamo imparato a conoscere con i film di Steven Spielberg e Gary Marshall e il volto tarantiniano di James Parks. Ecco cosa ci raccontano in questa intervista il regista e l'attrice protagonista.
L'unità di tempo, luogo e azione
"Quando ho letto la sceneggiatura, l'ho trovata un'idea avvincente. Era emotivamente vicino alle mie corde, amo la struttura del thriller. Se sono belle ne venissero a centinaia di sceneggiature scritte da altri, amo raccontare storie che mi piacerebbe vedere al cinema; è molto stimolante per un regista, in America è la prassi, in Italia meno", ci dice il regista di The Elevator Massimo Coglitore, qui alla sua opera prima, autore che a differenza di molti suoi colleghi italiani decide di affidarsi a uno script realizzato da altri e sposa la sfida dell'unità di tempo, luogo e azione in cui l'ascensore diventa luogo metaforico: "L'ascensore è tutto: va giù, va su, si blocca, è luogo di incontri, a volte la eviti e in questo caso è anche un confessionale con il pubblico che fa da giuria popolare".
Un thriller psicologico che incontra anche il dramma: "Mi piaceva l'idea del dramma dietro e il fatto che fosse un incontro scontro tra due personaggi con vite completamente opposte, un miliardario abituato a comprare tutto con i soldi e una donna che cerca giustizia all'interno di un ascensore. - continua - Ci sono molti capovolgimenti di fronte tra vittima e carnefice, ci ho trovato delle note molte vicine al mio modo di fare cinema".
Katherine, una donna in 3d
Il film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di The Elevator - è stato girato cronologicamente tutto all'interno di un ascensore e non è stato affatto facile: "Da regista volevo mantenere la credibilità di tutto ciò che stava succedendo lì dentro. - spiega Coglitore - Girarlo cronologicamente ha dato agli attori la possibilità di crescere all'interno della storia, sono stato al loro servizio. Tutto doveva essere equilibrato e misurato. L'ascensore aveva delle pareti smontabili, cosa che mi ha permesso di dare al film una certa fluidità con l'uso di carrelli e movimenti di macchina che hanno aiutato il racconto". Ad aiutare Caroline Goodall invece sono state la ricerca e le prove: "Ci siamo incontrati e abbiamo discusso e provato per tre giorni, nel tentativo di trovare la catena degli eventi e il passato dei personaggi". Cosa le piace di Katherine? "Il suo senso dell'umorismo, è una donna molto complessa, ho provato a mettere in scena una donna reale, in 3d".