Non possiamo che cominciare questa recensione di The Deep sottolineando quanto questo film di Baltasar Kormákur, attore e regista islandese conosciuto per Everest e The Oath - Il giuramento, sia diverso rispetto a tutte quelle pellicole che raccontano di straordinarie prove di resistenza e miracolosi salvataggi. Una veloce lettura della sinossi potrebbe trarre in inganno chi si approccia superficialmente a questo film del 2012, in arrivo qui da noi con così tanto ritardo, che non ha nulla a che vedere con le sue controparti hollywoodiane: potrebbe infatti risultare straniante che l'azione sia limitata esclusivamente alla prima parte del film e che poi The Deep prenda una piega ben diversa da quello che ci si potrebbe aspettare, concentrandosi sull'emotività e la psiche dei personaggi.
La storia, che è ispirata ad una vicenda realmente accaduta in Islanda nella prima metà degli anni '80, è quella di un giovane pescatore delle Isole Veltmann, unico sopravvissuto al naufragio del peschereccio su cui lavorava. Molto lontano dagli eroi a cui questo tipo di storie ci hanno abituati, il protagonista di The Deep è timido e dimesso, non certo il superuomo atletico che ci immagineremmo vincere l'imparziale crudeltà della natura. Proprio la particolarità del suo personaggio principale, che riesce comunque a catalizzare l'attenzione dello spettatore nella sua semplicità e purezza e con cui riusciamo facilmente ad empatizzare, è a nostro parere una delle caratteristiche più interessanti, ed originali, di questo film.
Una trama in due atti
Al centro della trama di The Deep troviamo il giovane Gulli (Ólafur Darri Ólafsson), che un giorno, insieme ad i membri dell'equipaggio della nave su cui lavora, parte per una battuta di pesca al largo delle coste delle Veltmann. In piena notte accade però una tragedia: il peschereccio, le cui reti si impigliano per errore nel fondale marino, si capovolge e gli uomini a bordo vengono inevitabilmente sommersi dalle gelide acque dell'Atlantico (scena per cui si è scelto di far affondare effettivamente una nave senza usare alcun tipo di CGI). In pochi minuti, dopo aver perso i compagni (tra cui anche miglior amico di infanzia Palli), Gulli si ritrova completamente solo, circondato dall'oscurità dell'oceano. Presto ci rendiamo però conto che Gulli è molto più resistente di quanto possa sembrare e che riesce a restare lucido e cosciente, nuotando lentamente verso casa, a temperature che avrebbero ucciso qualunque altro uomo. Dopo sei ore in acqua raggiunge la riva e, attraversando scalzo il tagliente terreno vulcanico che circonda il suo villaggio, riesce a chiedere aiuto.
Nella seconda parte del film, come già vi dicevamo, il focus cambia completamente: Come è possibile che Gulli sia soprovissuto? Perché proprio lui e nessuno degli altri? Il giovane viene sottoposto a molte analisi, sia nel suo paese natale che in Inghilterra, e la sua resistenza viene messa alla prova insieme a quella di ben più atletici esponenti della marina britannica: nessuno riesce a spiegarsi però la sua straordinaria tempra fisica e l'unica soluzione possibile è che il suo corpo sia coperto da uno strato di grasso simile a quello delle foche. E' in questo secondo atto che capiamo come The Deep, più che sulla tragedia del naufragio e sul miracoloso salvataggio di Gulli, voglia soffermarsi sull'emotività del suo personaggio principale, e su come un fatto tanto traumatico come la morte degli amici e compagni possa influenzarne il reinserimento in società una volta uscito dall'ospedale.
Un film costruito attorno al suo protagonista
The Deep, come già avrete intuito, ruota esclusivamente, e volutamente, attorno a Gulli, cardine fondamentale per il dipanarsi della storia. Gulli è infatti l'unico tra i personaggi di cui approfondiamo carattere e psicologia, sia seguendolo durante il naufragio e poi nella riabilitazione sia attraverso una serie di flashback, girati in un formato diverso rispetto al resto della pellicola, che ci chiariscono il suo passato. Tra i momenti più toccanti dell'intero film ci sono senza dubbio quelli in cui lo vediamo galleggiare, immerso nel nero del gelido oceano, mentre parla con un gabbiano di quello che farebbe una volta fatto ritorno a casa. Gulli pensa a come saldare i propri debiti senza lasciarli sulle spalle dei genitori, a come pagare l'ultima rata della sua amata motocicletta e infine a come dire alla moglie di Palli che il suo migliore amico è morto senza soffrire.
Una location affascinante
I pregi di The Deep sono tanti ma, come vi anticipavamo, risiedono principalmente nella scelta di creare un protagonista così atipico ma al tempo stesso affascinante: Gulli ci fa capire come ci si senta ad essere l'unico sopravvissuto di una tragedia e che cosa significhi continuare a vivere, mentre viene trattato - a suo parere ingiustamente - da eroe, senza le persone care che ha perso durante il naufragio. Anche il fatto che sia ambientato in un luogo a noi così estraneo, le remote Veltmann islandesi, rende la visione del film ancora più affascinante, mostrandoci una natura avversa e crudele ma al tempo stesso spettacolare e magnifica. La regia di Baltasar Kormákur restituisce immagini simili a quelle di un documentario, rappresentando anche i momenti più drammatici in maniera sobria e delicata, ma al tempo stesso riesce a catturare lo spettatore, che si sente spinto ad empatizzare ancor di più con il protagonista, con una serie di sequenze estremamente cariche di tensione.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di The Deep ribadendo quanto quello di Baltasar Kormákur sia un film decisamente atipico, soprattutto se confrontato con le sue controparti hollywoodiane che narrano di vicende simili. Ciò che rende The Deep così particolare è soprattutto il suo timido e dimesso personaggio principale, Gulli, ma anche la scelta di chiudere la storia con un secondo atto, più anticlimatico del primo, dedicato all’emotività e alla psiche del suo protagonista.
Perché ci piace
- Il protagonista Gulli, molto diverso dai superuomini atletici solitamente al centro di questo genere di pellicole.
- La natura selvaggia delle isole Veltmann, così estranea ed affascinante.
- Il secondo atto incentrato su Gulli e sulle conseguenze della tragedia di cui è stato protagonista sulla sua vita.
Cosa non va
- Molti spettatori potrebbero non trovare in questo The Deep, così lontano dai tanti film che narrano di vicende simili, quello che cercano.