Il plot
Ci spostiamo a Shanghai per il terzo episodio di The Blacklist, No. 84: Wujing. E' lì che un criminale di alto profilo, il Wujing del titolo, elimina brutalmente un agente della CIA per intercettare un messaggio che però non riesce a decifrare. Per farlo, si rivolge a Red, che dà a Liz una falsa identità come esperta di decrittazione per farsi accompagnare da lei all'incontro con Wujing che non è privo di momenti di tensione.
L'agente Keen però inizia a stancarsi di questa predilezione di Red nei suoi confronti ed accetta di collaborare al caso in cambio di una risposta ad una semplice domanda: perché lei? E parallelamente prosegue la sua indagine personale sul marito, sottoponendo ad un esame balistico dei proiettili sparati con la pistola che l'uomo tiene nascosta.
Cosa ci è piaciuto di questo episodio
Prima di tutto il cold opening, rapido, serrato, d'effetto, che subito introduce nella storia. Una efficacia che si mantiene costante nel corso di tutto l'episodio, che scritto e diretto nel modo sbagliato sarebbe potuto risultare noioso, oltre che già visto.
Inoltre è importante che gli autori riescano sempre a fornire qualche indizio in più sul mistero di fondo di The Blacklist, seppur limitandosi ad inizio e fine della puntata.
Su tutto, però, continua a convincere l'interpretazione che James Spader sta fornendo del suo Reddington, che qui finalmente si allontana dalle dinamiche da Il silenzio degli innocenti che caratterizzavano il suo rapporto con l'agente Keen.
Il poco approfondimento dedicato ai personaggi secondari che gravitano intorno a Keen e Red.
Il rischio che i casi relativi al supercriminale di turno finiscano per risultare ripetitivi alla lunga e che si guardi l'episodio solo nella speranza di nuovi sviluppi relegati agli ultimi minuti. Un rischio che, per ora, è solo in agguato ma resta scongiurato.
Note a margine
Con 11,18 milioni di spettatori contro gli 11,35 della settimana precedente, possiamo dire che il seguito della serie sia restato costante quanto la qualità della messa in scena, nonostante il cambio alla sceneggiatura dal creator Jon Bokenkamp a Lukas Reiter.
What's Next
Maggiori sviluppi sul perché Red voglia Keen come suo interlocutore (a causa del padre, va bene, ma perché? Lost ci insegna che "è complicato" non è una risposta accettabile sulla lunga distanza), ma soprattutto sul coinvolgimento del marito nella vicenda . Due indizi (il rapporto balistico visibile ai suoi superiodi, ma non a lei, e la sorveglianza a cui è sottoposta) questa settimana ci confermano che intorno alla donna esistono interessi più profondi di quanto sembrasse.
Movieplayer.it
3.0/5