Mai scorderemo l'attimo, la terra che tremò... sotto i passi delle tantissime persone che salivano in fretta le scale che avrebbero portato, nell'ambito di Lucca Comics and Games, al Press Café con uno dei mangaka più amati e apprezzati in Occidente: Tetsuo Hara. Una sala gremita, infatti, ha accolto l'illustratore di Hokuto no Ken che alla manifestazione è protagonista di eventi per il pubblico, firmacopie e appuntamenti con la stampa: momenti di vera e propria venerazione per colui che ha segnato l'infanzia di molti con una storia che rappresenta in pieno l'estetica e il modo di raccontare degli anni ottanta.
Prima dell'inizio dell'incontro stampa è stata data la notizia che Hara sarà il primo mangaka ad esporre un suo autoritratto nella collezione che gli Uffizi hanno dedicato a questo tipo di opere. Un riconoscimento importante che conferma il peso che l'artista ha nel mondo dell'arte e della cultura pop.
Le ispirazioni dietro la figura di Kenshiro
Nel raccontare della sua carriera molte delle domande hanno inevitabilmente riguardato quella che è la sua opera più conosciuta, Hokuto no Ken (Ken il guerriero da noi), un manga il cui design è un chiaro mix di influenze cinematografiche che hanno caratterizzato il decennio più folle, colorato e, perdonatemelo, esuberante del novecento: anni in cui il fitness e la cura del corpo raggiungevano livelli di attenzione mai visti e l'ideale maschile seguiva i canoni dettati da gli action.
In questo brodo di coltura fatto di capelli cotonati, muscoli e spalline prende vita il personaggio di Kenshiro: "Stallone è uno dei riferimenti per la creazione di Kenshiro ma anche Bruce Lee e Yûsaku Matsuda. All'inizio della mia carriera avevo pubblicato un manga sul motocross, non andò molto bene e per il mio progetto successivo volevo rendere omaggio a quei due attori, volevo creare un protagonista che avesse le caratteristiche di entrambi, che li facesse in qualche modo rivivere su carta."
Le iconiche scene di lotta
La forza più grande di Ken il guerriero risiede, infatti, nelle sue scene di combattimento: momenti che nell'opera diventavano scontri fisici e ideologici allo stesso tempo. Ma come si costruisce una buona scena di lotta? Hara, anche per questo ha sempre fatto affidamento sul cinema: "Il segreto per un buon manga di combattimento non c'è, io mi sono ispirato alle scene d'azione dei film, volevo che i lettori aprendo Shonen Jump rimanessero colpiti da quelle scene su carta. Purtroppo da giovane ho visto situazioni di bullismo a scuola, non hanno riguardato me personalmente ma è da lì che ho preso ispirazione, ad esempio, per personaggi come Zeed: nel manga volevo una rivincita sconfiggendo quei prepotenti che nella vita facevano soffrire gli altri."
Per avere un buon manga serve un buon editor
Il successo planetario di un manga passa però anche dalle sapienti mani di un editor, una figura professionale indispensabile che sappia dare al mangaka le giuste indicazioni: "La figura dell'editor è essenziale per me. Ho conosciuto Nobuhiko Horie (ndr. ora CEO della casa editrice Coamix) da giovane e lavoriamo insieme da cinquant'anni. È essenziale avere anche un altro punto di vista, qualcuno che ti dia suggerimenti, a cui credere quando ti da dei feedback. Per avere un manga di successo, quindi, è indispensabile lavorare con un buon editor. Se guardiamo ai grandi manga di adesso c'è sempre un grande editor alle spalle."