TARDIS, è più piccolo all'esterno
Winter is coming, l'inverno sta arrivando. Lo ripete il Dr. Simeon, il cattivo di turno, nello speciale di Natale di Doctor Who, The Snowmen. Steven Moffat fa il verso a George R.R. Martin nell'immancabile puntata natalizia whoviana, abbondante in sfiziosi rimandi e citazioni che rallegrano anche il più incupito dei detrattori delle festività. Anche nel più plumbeo dei Natali i fan del Dottore attendono impazienti la loro tradizione preferita, generosamente dispensata da BBC, che quest'anno costituisce anche l'occasione per introdurre la nuova compagna del Signore del Tempo, Miss Oswald. L'intraprendente fanciulla, figlia ribelle dell'Inghilterra vittoriana del 1892, fa il doppio lavoro - quello di barista e di governante - ha un doppio accento - posh e popolano - e una doppia (pure tripla) identità: la sua minuta interprete, Jenna-Louise Coleman (26enne veterana dell'infinita soap Emmerdale) aveva già vestito i panni della malcapitata Oswin Oswald di Asylum of the Daleks. Il Dottore ne aveva udito solo la voce, altrimenti si sarebbe immediatamente rallegrato nel riconoscere il volto della fanciulla incontrata nella première della settima stagione, invece lo troviamo a macerare nell'ennesima crisi da separazione da compagna. Il gallyfreyiano ha perso i Pond in The Angels Take Manhattan, e si è isolato - socialmente e fisicamente - accampandosi con il Tardis nei cieli della Londra della fine del XIX secolo, quella di Dracula, di Jack lo Squartatore, di Sherlock Holmes: a mo' di divinità indifferente, se ne sta solitario su una nuvola che si raggiunge tramite un'interminabile scala a chiocciola. Sembra un po' lo spaventoso gigante di Jack e la pianta di fagioli, e solo una giovane spigliata e avventurosa può scuotere la sua esistenza di schivo semidio.
I cattivi di The Snowmen sono, questa volta, un piccolo esercito di omini di neve zannuti, una creatura desiderosa di conquistare la Terra con la voce di sir Ian McKellen e un bellimbusto corrotto da (in)sani valori vittoriani con il volto di Richard E. Grant (il meraviglioso protagonista di Shakespeare a colazione, già in Doctor Who and the Curse of Fatal Death, spoof della serie scritto da Steven Moffat). Il bardo scozzese ormai ci ha preso la mano e trasforma l'episodio in un divertissement infarcito di citazioni e strizzate d'occhio al pubblico: Il trono di spade è il primo plateale riferimento, il più entusiasmante è quello in cui la potenziale compagna - a sua volta Mary Poppins in miniatura - incontra Sherlock Holmes. L'autore di Sherlock ci prende tanto gusto da offrirne addirittura due versioni: una svela la reale identità della coppia di detective che ispirò sir Arthur Conan Doyle (un indizio: non sono uomini), l'altra è il Dottore travestito da detective e con annesso Watson tardo. In The Snowmen ritroviamo personaggi già conosciuti, almeno al pubblico che rammenta A Good Man Goes to War e ha visto i recenti minisode The Great Detective e Vastra Investigates, qui diventati angeli custodi di un Dottore amareggiato e in lutto. Anche Oswald, come accennato, è un volto già visto: l'episodio di apertura di questa settima Stagione la introduceva come Oswin Oswald, geniale astronauta finita tra le grinfie dei dalek: bellissimo l'episodio, straziante il finale. Nello speciale natalizio la Coleman interpreta un'altra Oswald, Clara: sveglia e tutto pepe, è la prima a notare che il Tardis (di recente soggetto a restyling d'interni) è "più piccolo all'esterno" e come il suo doppio ama preparare soufflé. L'iniziale ritrosia del Signore del Tempo mal cela un inammissibile colpo di fulmine testimoniato da... un ombrello. Il finale dell'episodio è aperto e dovremo aspettare la seconda parte della stagione in onda su BBC da aprile per scoprire come mai esistono più Oswald dal comune spirito e dall'analoga passione per la cucina."Run, clever boy! And remember, because we shall meet again" dicono le Oswald all'alieno e gli chiedono di venire ricordate perché un nuovo impossibile incontro è scritto nel fato e, forse, l'universo non è indifferente al destino dei suoi abitanti. The Snowmen è uno dei migliori speciali natalizi di Doctor Who: ha dialoghi frizzanti e acuti (soprattutto tra i comprimari), mostri spaventosi (gli omini di neve dai denti aguzzi), citazioni appaganti sia per i fan del Dottore di ieri che di oggi, e introduce un'irresistibile Scooby gang di buffyana memoria degna di uno spin-off. Lo strabiliante The Snowmen, divertente e malinconico, cupo e pauroso, fatalista e misterioso, pone le basi di uno dei misteri à la Moffat, quello dei doppi Oswald, da scoprire nel corso della seconda parte della stagione (la prima sarà trasmessa in Italia da fine gennaio su Rai4). Il pubblico italiano, nell'attesa, deve ancora godersi le prime avventure di questa ottima - e un po' più malinconica delle altre - stagione, fatta di scorci di Skaro in The Asylum of the Daleks, di incontri fantastici come quello con la Regina egizia Nefertiti in Dinosaurs on a Spaceship, di paesaggi western stile Il mondo dei robot in A Town Called Mercy, di misteriosi cubi alieni in The Power of Three, di addii laceranti in The Angels Take Manhattan. L'episodio più atteso del secondo blocco è senz'altro quella che segna il ritorno alla sceneggiatura di Doctor Who di Neil Gaiman, il penultimo della stagione: l'autore della bellissima puntata con Suranne Jones incarnazione del Tardis in The Doctor's Wife questa volta riporterà i cyberman agli antichi fasti. Delete!