Super Happy Forever, la recensione: quando i protagonisti sono dolore e perdita

Super Happy Forever di Kohei Igarashi apre le Giornate degli autori alla Mostra del Cinema di Venezia 2024: un lungometraggio intenso e riflessivo che vede come tema centrale il dolore che scaturisce dalla perdita improvvisa di una persona amata.

I protagonisti in un'immagine del film

Apre la sezione Giornate degli autori Super Happy Forever, un film struggente nel quale Kohei Igarashi, regista e anche sceneggiatore insieme a Koichi Kubodera, tesse una storia nella quale il presente rincorre un passato tanto evanescente quanto doloroso. Igarashi non è nuovo all'ambiente dei festival e sopratutto alla Mostra del Vinema di Venezia: nel 2027 ha partecipato nella sezione orizzonti con Takara - La nuit où j'ai nagé (Takara - La notte che ho nuotato) pellicola co diretta insieme a Damien Manivel. Fin dagli esordi, poi, ha dimostrato di essere un artista promettente con Hold Your Breath Like a Lover, lungometraggio selezionato dal Festival di Locarno ben dieci anni fa. Un cineasta che nella sua carriera si è dedicato anche alla pubblicità e ai corti ma che trova, forse, la sua vera vocazione nei manifestazioni più cinefile.

Il ricordo come ossessione nella trama

Super Hapy Forever Una Foto Del Film
Sano e Miyata in una scena in hotel

Miyata e Sano sono due amici che si recano per qualche giorno di vacanza in un albergo di una località marina, Izu. La gioia che però di solito contraddistingue i giorni di svago in questo caso è totalmente assente. Fin da subito, infatti, veniamo a sapere che la moglie di Sano è deceduta improvvisamente nel sonno qualche tempo prima, facendo sprofondare il marito in un abisso di sconcerto e disperazione.

Super Hapy Forever Una Sequenza
Sano in un momento di SUper Happy Forever

L'uomo, infatti, si è recato nella struttura perché è il luogo dove, più di tutti, sente forte il legame con la consorte scomparsa: è il posto nel quale si sono conosciuti e che è stato teatro della loro crescente e fulminea attrazione. Lo vediamo vagare per la struttura e dintorni alla ricerca di qualcosa che non c'è più ma che non riesce in nessun modo a lasciare andare, perso in un dolore totalizzante e sordo che porta a galla ricordi tanto dolorosi quanto nostalgici.

il dolore per immagini

Super Hapy Forever Un Immagine
Il protagonista in una malinconica scena

Super Happy Forever è un film estremamente riflessivo che utilizza l'escamotage dei piani temporali per raccontare quello che è il tema principale e assolutamente dominante del film: la perdita. Anche se se viene nominata in poche occasioni la morte aleggia silenziosa sulla storia per tutto il film, sia nel passato che nel presente, non ci viene mai mostratai ma ne vediamo gli effetti su chi resta. Gli attori, infatti, più che con le parole affidano alla gestualità il compito di raccontare i personaggi e a supportarli c'è una regia che enfatizza questo aspetto in ogni inquadratura. Il regista, infatti, sceglie spesso di mostrarci i personaggi di spalle, optando per quello che è il loro lato più vulnerabile descrivendo le loro emozioni e la loro essenza dalla curva delle spalle, dall'incedere, incerto o meno, mentre si allontanano dall'obiettivo.

L'intento di Super Happy Forever

Super Hapy Forever Una Scena Tratta Dal Film
Una scena ambientata nel passato

Altra caratteristica distintiva del lungometraggio di Kohei Igarashi è una fotografia estremamente naturale, senza troppi artifici che però in alcune situazioni potrebbe risultare all'occhio dello spettatore un po' impersonale. Molto ispirata, però, è la composizione dell'immagine anch'essa completamente a servizio del racconto e dei personaggi. Super Happy Forever si rivela quindi una pellicola molto interessante in grado di suscitare quel trasporto emotivo che tanto cerca, in grado di raccontare con le immagini più che con le parole, attraverso il delicato e devastante incedere di un dolore che come le onde del mare non può essere mai veramente ricacciato indietro.

Conclusioni

Un film profondo e intenso, questo è Super Happy Forever, nuova pellicola del regista giapponese Kohei Igarashi che decide di puntare, più che sul linguaggio verbale, sulla gestualità dei suoi attori e su inquadrature studiate per metterla in risalto. Unico elemento meno convincente è la fotografia estremamente naturale che risulta a tratti impersonale in un film che invece è profondamente intimo e riflessivo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La cura nella scelta delle inquadrature.
  • La recitazione frutto di un ottimo cast.
  • Il modo in cui viene scelto di trattare la tematica principale.

Cosa non va

  • La fotografia a volte un po’ impersonale.