Ossessionato dai matrimoni sin da giovanissimo, con numerosi film di nozze all'attivo, l'australiano Stephan Elliott debutta alla regia con Scherzi Maligni nel 1993 per poi sfornare il divertentissimo Priscilla - La regina del deserto, divenuto una delle pietre miliari del cinema australiano. Dopo il suicidio professionale e i fischi a Cannes 2007 ricevuti dal work-in-progress della sua black-comedy Benvenuti a Woop Woop, Elliott decide di cambiare completamente genere confezionando il bellissimo The Eye - Lo sguardo, presentato a Venezia con critiche piuttosto positive ma con incassi disastrosi al botteghino. Poi il crollo di ispirazione e una vacanza sulle Alpi con conseguenze caduta sulla neve che gli è costata ben quattro anni di riabilitazione. Quale modo migliore di un matrimonio per tornare alle origini e tentare un nuovo inizio dopo gli sfortunati eventi che lo hanno visto protagonista? Ed ecco che dopo Un matrimonio all'inglese Elliott ci regala una nuova commedia nuziale intitolata A Few Best Men che narra la divertente e rocambolesca preparazione del matrimonio tra David, inglese doc, e la bella australiana Mia, conosciuta durante una vacanza ai tropici.
Orfano di entrambi i genitori, David si prepara a dare la notizia alle persone che gli sono più vicine, i suoi tre amici Tom (Kris Marshall), Graham (Kevin Bishop) e Luke (Tim Draxl) che prendono malissimo la notizia soprattutto perchè dovranno andare fino a Sydney per le nozze più bizzarre del secolo.
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Olivia, nell'ultimo periodo della sua carriera sembra prediligere questi ruoli un po' strambi, trasgressivi e anche antipatici, ci viene in mente la sua partecipazione in Glee oltre a questo A Few Best Men. E' un suo modo inconscio per lasciarsi finalmente alle spalle il ruolo di Sandy in Grease?
Olivia Newton-John: Grease è un film che è stato girato più di trent'anni fa, e a me piace cambiare, essere sempre diversa, quando ho accettato questo ruolo ero in un momento in cui avevo voglia di qualcosa di più folle, ne avevo bisogno e mi piaceva l'idea di uscire fuori dai canoni.
Stephan Elliott: In realtà abbiamo pensato di trovare un modo per eliminare definitivamente la Sandy di Grease (ride).
Lo ha scelto per ironizzare su se stessa e per prendersi meno sul serio? Olivia Newton-John: Quando scelgo un film lo faccio perchè evidentemente vi ho trovato degli elementi che mi piacciono, mi piace ridere di me, ancor di più quando riesco a farlo lavorando al fianco di grandi professionisti come Stephan, desideravo da tanto tempo di fare qualcosa con lui e finalmente ci sono riuscita.
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Nel film, ovviamente in un contesto comico, il suo personaggio subisce un'evoluzione, quasi una liberazione da un background serio e perbenista che la opprimeva, il tutto grazie all'aiuto della cocaina. Al di là delle modalità, ha provato un sentimento liberatorio nel percorso di questa donna che riesce a mostrarsi più al naturale? Olivia Newton-John: Ci tengo a precisare che non mi sono mai drogata, ma ho il brutto vizio di guardare molto le persone che ho intorno, ho vissuto molto a lungo a Los Angeles, per me è stata una sfida enorme cambiare del tutto tonalità di recitazione ma ho goduto molto nell'interpretare dei ruoli puramente comici. Non l'avevo mai fatto prima d'ora, ero nervosa infatti ma Stephan mi ha sempre incoraggiato. A un certo punto però, quando ho preso il via non è più riuscito a fermarmi.
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A quanto pare vi siete divertiti molto sul set... Stephan Elliott: Durante le riprese molte scene le abbiamo dovute ripetere più volte perchè venivano sempre mosse e trotterellanti, era impossibile per me non ridere quando ero dietro la macchina da presa. Si sono verificate delle scene surreali, non potevo credere che ci avrebbero pagato per andare a lavorare e ridere come pazzi tutto il giorno. Il bello è che tutto quello che vedete è quasi interamente da attribuire all'improvvisazione degli attori, non abbiamo fatto nessuna prova, non credo nelle prove, li abbiamo lasciati liberi di apportare nella storia la loro spontaneità, è così che si è creato tra noi il rapporto di fiducia che poi si vede nel film.
Come è entrato Kris Marshall in questa folle avventura? Kris Marshall: Avevo lavorato con Stephan in Easy Virtue - Un matrimonio all'inglese finendo per diventare suo amico, con gli altri attori del film invece avevo già lavorato in Funeral Party quindi per me è stato un po' come fare una riunione di famiglia. Inizialmente ero stato scelto per ruolo del protagonista David, poi si sono accorti che ero troppo vecchio e mi hanno fatto fare l'amico del cuore, quello più grande che però lungi dall'essere più saggio.
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La contemporanea e surreale presenza dell'ariete insieme al matrimonio e all'addio al celibato fa venire alla mente commedie americane di grande successo uscite negli ultimi anni quest'ultimo periodo... Stephan Elliott: Se vi riferite a Un giorno da leoni posso subito chiarire un punto fondamentale, Dean ha scritto questa sceneggiatura dieci anni fa, quando io stesso sono andato al cinema a vederlo ci sono rimasto malissimo perchè ho capito che forse anche qualcun altro oltre me l'aveva letta in passato...