Come vedremo in questa recensione di Sotto lo zero, il nuovo thriller spagnolo disponibile su Netflix, la ricetta per intrattenere il pubblico che ama questo genere di storie è spesso molto semplice: un protagonista con cui è facile empatizzare, una situazione di pericolo che veicola la giusta dose di tensione e un villain intrigante, le cui motivazioni restano nascoste per gran parte della narrazione. Sono pochi ingredienti, ma se vengono sviluppati con la giusta cura, magari sfruttando una location particolare e inserendo qua e là dei colpi di scena rivelatori, lo spettatore non potrà fare a meno che essere catturato dalla vicenda narrata, in questo caso quella del film di Lluís Quílez, soprassedendo su quei difetti, come una trama a tratti non particolarmente credibile, che in altri contesti avrebbero potuto rovinare l'esperienza di visione. Sotto lo zero sa come sfruttare bene certi elementi, magari non particolarmente originali ma senza dubbio d'effetto, e cerca di tenere sempre alta la tensione, anche se il ritmo adrenalinico della sua prima parte diviene un po' più altalenante sul finale.
Un furgone blindato in mezzo al nulla
Il protagonista di questa storia è un agente di polizia, Martin (Javier Gutiérrez), che nella sua prima notte di servizio in un nuovo distretto deve trasportare un gruppo di detenuti ad un penitenziario. Peccato però che il furgone blindato non arriverà mai alla sua destinazione: a metà strada, infatti, qualcuno ucciderà gli uomini della scorta e costringerà Martin, che è al volante, ad una brusca frenata. Isolati e senza possibilità di via di fuga, l'uomo e i detenuti rinchiusi nel furgone si troveranno a dover combattere per sopravvivere, nei boschi che li circondano (il veicolo è stato fermato in una zona estremamente isolata) si nasconde qualcuno con un obiettivo ben preciso e disposto a tutto pur di raggiungerlo, un uomo misterioso che vuole uno degli uomini rinchiusi nel furgone e che non si fermerà davanti a niente e nessuno per farlo uscire. Quando poi l'impianto di riscaldamento smette di funzionare e le temperature precipitano velocemente sotto lo zero, la situazione si fa sempre più critica.
La location molto ristretta, gran parte dell'azione del film si svolge infatti all'interno del furgone blindato, è particolarmente adatta a veicolare l'atmosfera tesa ed ansiogena su cui Quílez vuole fondare gran parte dell'appeal della sua storia. La tensione costante, oltre alla curiosità crescente per le motivazioni dell'aggressore (che vengono messe completamente in luce solo sul finale), sono gli elementi che catturano di più del film e, come vi anticipavamo, contribuiscono a far sì che non si dia troppa importanza a quei difetti che si fanno sempre più evidenti nel corso della visione. Alcune delle svolte narrative chiave risultano infatti poco credibili e si fa spesso uso di escamotage piuttosto scontanti (come il fatto che il killer nasconda nella propria macchina una serie di ritagli di giornale che ci fanno intuire il perché delle sue azioni).
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Sotto lo zero delude un po' anche dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi (ma non è una novità per i film di questo tipo), a parte Martin i comprimari restano fin troppo sullo sfondo, anche quelli che accompagnano il protagonista per tutto il corso del film. Javier Gutiérrez, comunque ha un ottima presenza scenica e riesce a sostenere molto bene sulle sue spalle la pellicola, costruendo un personaggio con cui lo spettatore può empatizzare facilmente, guidato dai giusti principi morali che dovrebbero accomunare ogni agente di polizia (cosa che capiamo subito non essere sempre vera) ma comunque umano. Una persona comune dotata di un distintivo che cerca di fare del suo meglio per uscire da una situazione assolutamente disperata.
Un buon thriller ma...
L'impressione che ci siamo fatti di Sotto lo zero, quindi, è che Lluís Quílez per il suo film (che è co-sceneggiato da Fernando Navarro, di cui abbiamo visto sempre su Netflix l'horror Veronica) abbia puntato tutto sulla componente action, trascurando un po' la costruzione e la verosimiglianza della trama. Una carenza grosso modo trascurabile, come dicevamo, ma a visione ultimata ci chiediamo se approfondire meglio determinati spunti - ad esempio quello della violenza/incompetenza della polizia, che è anche un elemento chiave nello sviluppo narrativo - avrebbe giovato alla pellicola nel suo complesso, magari elevandola a qualcosa di più che il solito thriller ad alta tensione che non offre però molto altro. Sotto lo zero sa intrattenere, e lo consigliamo a chi tendenzialmente apprezza questo genere di film, ma prevediamo che si perderà presto nello sconfinato catalogo Netflix: per rimanere impresso nello spettatore, oltre che per la breve durate della piacevole e adrenalinica serata che ci fa passare, avrebbe forse dovuto puntare a qualcosa di più.
Conclusioni
A conclusione della nostra recensione di Sotto lo zero non possiamo che ribadire come il thriller di Lluís Quílez sia capace di intrattenere molto bene lo spettatore amante di questo genere di storie.
Una maggiore cura alla verosimiglianza della trama e nell'approfondimento dei personaggi avrebbero sicuramente contribuito ad elevare questo prodotto a qualcosa di più che il solito film adrenalinico che punta tutto sulla componente action.
Perché ci piace
- Il film è capace di intrattenere molto bene, e mantiene alta l'attenzione dello spettatore fino alla fine.
- Javier Gutiérrez è ottimo nel ruolo del protagonista.
Cosa non va
- I personaggi secondari non vengono particolarmente approfonditi.
- In molti punti la trama perde di verosimiglianza.