Somos: storia di un massacro dei narcos, la recensione: la serie su una tragedia che ha sconvolto il Messico

La nostra recensione di Somos, la serie che racconta una tragedia avvenuta nel 2011 nel Messico dei narcotrafficanti.

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Somos: storia di un massacro dei Narcos, una scena della docuserie

Visto il titolo di questa nuova serie Netflix, non ci sentiamo troppo in colpa nel fare spoiler delineando in questa recensione di Somos: storia di un massacro dei narcos la drammatica storia vera che l'ha ispirata. Al centro di questa serie c'è un massacro, quello portato a termine da un cartello messicano come rappresaglia in un piccolo paesino della frontiera con gli Stati Uniti, Allende, dopo che qualcuno dei loro decise di collaborare con la DEA. Un fatto decisamente poco conosciuto qui da noi ma, come vi stupirà scoprire, che per molti anni lo è stato anche in patria: del brutale omicidio di ben 300 persone (uomini, donne, anziani, bambini, ancora purtroppo non è chiaro il numero esatto) avvenuto nel 2011 si è iniziato a parlare solo nel 2014, in parte grazie alla continua pressione sui media di chi è stato testimone di quei fatti terribili.

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Somos: storia di un massacro dei Narcos, una scena della docuserie

Questo prodotto originale Netflix, creato da James Schamus, si ispira ad un articolo dal titolo How the United States Triggered a Massacre in Mexico (o in spagnolo Anatomía de una masacre) scritto dalla giornalista statunitense vincitrice del premio Pulitzer Ginger Thompson. Nell'articolo, come nella serie, viene evidenziato il ruolo degli USA in quello che è accaduto ad Allende e che sta devastando il Messico da decenni: il continuo scontro tra autorità (per lo più corrotte e compiacenti) e narcortraffico, in cui le principali vittime sono sempre i civili, le famiglie che si trovano a vivere nel bel mezzo di un fuoco incrociato che non accenna a concludersi. Sono proprio queste persone al centro di Somos, la prospettiva delle vittime diviene infatti fondamentale per raccontare questa storia con un punto di vista corale: gli abitanti di Allende - i pompieri della cittadina, una veterinaria, un gruppo di liceali, la donna che vende hot-dog ad un angolo di strada e sua figlia, l'anziano proprietario di un ranch e la sua famiglia, la donna che lavora al centralino delle emergenze... ma anche i piccoli criminali che vengono attratti dal sogno di ricchezza e potere del narcotraffico - ci accompagnano nella vicenda a partire da tre mesi prima dei fatti, rendendo con la normalità delle loro esistenze ancora più terrificante quanto sappiamo che accadrà nell'ultimo episodio.

Due giorni di sangue

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Somos: storia di un massacro dei Narcos, una scena della docuserie

La storia si apre (dopo una brevissima premessa il giorno in cui scoppia la violenza, in cui scopriamo subito chi sarà una delle vittime) tre mesi prima del massacro. La vita ad Allende procede nella normalità, ma veniamo a sapere che nella placida cittadina le cose stanno cambiando in peggio: due dei più grandi boss del narcotraffico, lo Z40 e lo Z42 (due fratelli a capo del cartello dei Los Zetas, ora fortunatamente detenuti) si sono stabiliti in due grandi ville della zona, da dove controllano l'ingresso della droga negli Stati Uniti. Ovviamente l'arrivo dei due cambia completamente gli equilibri preesistenti tra gli esponenti della piccola criminalità locale, che ora si trova a relazionarsi con una realtà molto più potente e violenta. È proprio da qui che scoppiano i primi problemi, perché la DEA trova nei narcotrafficanti locali una via di accesso ai capi del cartello. Incastrando uno di loro (quello che gestiva i contatti con un altro criminale residente negli USA), informazioni importanti sullo Z40 e lo Z42 sono velocemente a loro disposizione. Quando però i due narcotrafficanti scoprono dell'esistenza di un informatore ad Allende, la loro vendetta è senza precedenti: due giorni, il 18 e il 19 di marzo del 2011, in cui quasi 300 persone verranno prelevate dalle loro case e poi brutalmente massacrate, senza contare le numerosissime abitazioni e gli esercizi commerciali che verranno incendiati e distrutti. Una violenza - purtroppo non senza precedenti in Messico, di eventi simili ne sono accaduti infatti molti altri - che lascia senza parole per il livello di violenza diretto sugli abitanti della zona, quasi in maniera indiscriminata.

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Una completa immersione nella vicenda

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Somos: storia di un massacro dei Narcos, una scena della docuserie

A rendere così interessante Somos: storia di un massacro dei narcos è la scelta, come vi anticipavamo, di narrare la vicenda dal punto di vista delle vittime. Molti dei prodotti che raccontano il mondo del narcotraffico tendono infatti a romanticizzare questa realtà, ponendosi dalla prospettiva dei boss criminali, un esempio recente e particolarmente popolare è la serie Narcos, ma ce ne sono tanti altri. In questo caso, invece, sono le vittime ad avere una voce e non c'è nulla di romantico e positivo in quello che gli accade: la serie di Schamus mette insieme moltissimi volti, segue diverse linee narrative, riesce a darci un'idea il più completa possibile di com'era la vita ad Allende prima di quel terribile giorno di marzo, e per questo riesce a far sì che la tragedia che è avvenuta abbia un impatto ancora più forte sullo spettatore, anche se - a differenza di chi è nato e cresciuto in Messico - è qualcuno che non conosce bene la situazione socio-culturale di quel paese ed i problemi che lo stanno devastando. La scelta di utilizzare un cast composto da attori sia professionisti che alla prima esperienza infonde tutta l'operazione di un ulteriore realismo, rendendo il messaggio che vuole trasmettere ancora più incisivo.

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Somos: storia di un massacro dei Narcos, una scena della docuserie

Detto questo, però, per lo spettatore l'esperienza di visione potrebbe risultare a tratti un po' ostica: Somos si prende il suo tempo per sviluppare i diversi intrecci, per mettere in scena le prospettive dei numerosi protagonisti, relegando lo scoppio dell'azione e della violenza all'ultimo episodio. Se da una parte questo potrebbe scoraggiare chi guarda, dall'altra permette una completa immersione negli eventi, che ci colpiranno così nel profondo proprio perché negli episodi che precedono il finale abbiamo imparato a conoscere così bene le vittime.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Somos: storia di un massacro dei narcos sottolineando come la serie che racconta un terribile fatto di cronaca nera avvenuto in Messico sia capace di far immergere lo spettatore nella vicenda. La scelta di raccontare l'orrore di quei giorni attraverso la prospettiva delle vittime, che impariamo a conoscere nel corso di sei episodi, fa sì che chi guarda resti estremamente colpito dalla vicenda.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • La scelta di narrare la vicenda da numerose prospettive, quelle delle vittime.
  • Il fatto che il mondo dei narcotrafficanti non venga mai romanticizzato.
  • Il cast è composto sia da attori professionisti che non: questo infonde alla serie maggiore realismo.

Cosa non va

  • La visione potrebbe risultare un po' ostica in alcuni punti, soprattutto per la scelta di prendersi molto tempo per introdurre i personaggi.