Smoke - Tracce di fuoco, la nuova serie Apple TV+ targata Dennis Lehane, spinge fortissimo sulla scrittura di personaggi a tutto tondo fatti da tantissimi chiaroscuri. E l'abilità di chi concepisce e dà forma a una produzione del genere sta anche nel trovare un cast capace di dar vita a quanto viene partorito dalla penna. Come abbiamo già scritto nella nostra recensione, la missione di questa produzione può dirsi riuscita. Tutti, a partire dai protagonisti Taron Egerton e Journee Smollett passando per gli ottimi caratteristi che fanno parte del team artistico d'interpreti si sono calati alla perfezione nelle maschere di questa atipica crime storie così assurda come solo quelle ispirate a fatti realmente accaduti possono essere.

Circa a metà delle nove puntate che compongono questa serie antologica, arriveranno anche due nuovi personaggi che hanno il volto di due facce ben note nel mondo dello spettacolo: John Leguizamo e Anna Chlumsky, l'ex baby star di indimenticabili pellicole come Io e zio Buck di John Hughes e Papà ho trovato un amico. Sì, proprio quel film dove Macaulay Culkin fa una brutta fine dopo essere stato punto da svariate api, quello che ha traumatizzato un'intera generazione. Il primo interpreta l'ex poliziotto Ezra Esposito, la seconda l'agente speciale Dawn Hudson. Li abbiamo intervistati a margine delle attività promozionali della serie.
Smoke: intervista a John Leguizamo e Anna Chlumsky
Nel corso della chiacchierata con Dennis Lehane, l'autore di Boston di storie come quella che fa da sfondo a filmoni come Mystic River, Shutter Island e Gone baby gone, ci ha spiegato che per lui è fondamentale vivere costantemente nelle zone di grigio con i suoi personaggi.
Nessuno, nella vita di tutti i giorni, può dirsi davvero perfetto e questa filosofia si riflette nelle sue creazioni in cui non ci sono buoni e cattivi propriamente definibili come tali. Per questo abbiamo chiesto a John Leguizamo e Anna Chlumsky quale sia, secondo loro, la principale qualità del Dennis Lehane scrittore di storie e persomnaggi. Per Leguizamo ruota tutto intorno alla "sua attenzione per i dettagli. Il fatto che ami le storie di crimini, le renda accessibili alla gente mantenendole dark, per certi versi. I suoi personaggi non sono monodimensionali, non sono eroi o villain, sono persone complesse. Ed è questo che le rende interessanti anche per il pubblico".

Anna Chlumsky aggiunge: "Sì, pensavo anche io a questa cosa e l'ho pensata anche leggendo i suoi libri. È come se fosse un autore che offre delle pari opportunità. Tutti i personaggi che crea si beccano lo stesso quantitativo di affetto e attenzioni e vengono esplorati in maniera approfondita. Si ha sempre la forte sensazione che sia davvero interessato a tutti i personaggi di cui scrive". Secondo John Legzuizamo Lehane "è uno scrittore senza paura. Si assume sempre dei rischi ed è una mossa che per lui ripaga sempre".
Anna Chlumsky: "Da piccola ero ossessionata dalla ride di Fuoco Assassino"
L'intervista con lo scrittore e showrunner ci ha ispirato anche per la seconda domanda che abbiamo posto ai due. Se avete visto la nostra intervista con Lehane ricorderete che l'autore ci ha spiegato che Fuoco assassino, la leggendaria pellicola di Ron Howard d'inizio anni novanta è stato un punto di riferimento fondamentale per Smoke - Tracce di fuoco. Lo è stato perché per lui era fondamentale usare il meno possibile il fuoco posticcio generato al computer: se trentanni e passa fa Howard era riuscito a portare sul grande schermo degli incendi autentici e spettacolari, Smoke non doveva essere da meno.
Ed è proprio a questo punto che c'è stato un plot twist. Anna Chlumsky ci ha infatti raccontato che sua madre aveva lavorato come stand-in nella pellicola di Ron Howard. Per chi non lo sapesse, gli stand-in non sono delle comparse. Sono quelle persone che sostituiscono temporaneamente un attore principale durante le fasi tecniche dell'allestimento riprese, quelle in cui si stabilisce il posizionamento delle luci, delle macchine da presa, in cui si fanno le prove di inquadratura. Grazie a queste figure, gli attori veri e propri possono così prepararsi per le scene o riposare, mentre la troupe sistema tutto il set.
L'attrice però ci racconta che al tempo era "troppo piccola per vederlo quando è uscito". Ma è stato comunque un film importante grazie alla ride presente agli Universal Studios e operativa dal primo luglio del 1992 all'11 aprile del 2010: "Mi ricordo la ride agli Universal Studios! Prevedeva chiaramente l'impiego del fuoco. Fuoco vero! E nel mentre la gente si faceva le foto! Era una ride concepita in maniera tale che tutti fossero in grado di percepire il calore del fuoco".

È a questo punto che Leguizamo, dopo aver ironizzato sul fatto che invece lui era già "troppo vecchio" quando Fuoco assassino è arrivato nei cinema, dice a proposito di Smoke che: "Anche sul set della serie abbiamo usato fuoco autentico. Denis non ha praticamente voluto la CGI e amo che abbia voluto percorrere questa strada. Hai qualcosa di autentico al quale reagire, che ti fa davvero percepire la pericolosità della situazione".
Smoke, una serie " Hitchcockiana" per John Leguizamo
Al termine della seconda puntata viene svelato un particolare molto importante della trama. Un dettaglio fondamentale che porta il pubblico a saperne molto, molto di più dei personaggi che animano Smoke - Tracce di fuoco. Una scelta narrativa, quella fatta da Lehane, che ha intrigato molto Anna Chlumsky: "Penso sia sempre interessante lavorare sul concetto destrutturazione del racconto, la solita struttura formale del non sapere nulla di nulla fino al reveal finale. Smoke non segue quel format. Ci sono delle cose che vengono dette al pubblico molto presto e, per il modo in cui vengono rese note e raccontate, direi che è anche qualcosa d'innovativo. Si gioca con la struttura del racconto e, in questo caso, viene fatto in maniera utile alla storia, si apprezza anche maggiormente la classica vicenda del gatto che dà la caccia al topo".
Secondo l'interprete di Ezra Eposito abbiamo a che fare con "qualcosa di Hitchcockiano se ci pensi. Sapere chi è che ha commesso qualcosa finisce per coinvolgerti di più". Secondo la su collega è fondamentale credere "nell'intelligenza del pubblico" un concetto che Leguizamo articola maggiormente così: "Molte serie TV non lo fanno. Ti danno in pasto tutto. Ti viene gettato tutto in faccia. Noi non volevamo farlo. Ma ci vuole abilità nel riuscire a concepire racconti come questi e Denis Lehane ha dato prova più di una volta di saperlo fare. Ogni cosa che vedi sta lì per un motivo. Non c'è un singolo momento del racconto che viene sprecato".