Dieci anni fa debuttava sugli schermi statunitensi il medical drama Grey's Anatomy. In pochi alla vigilia avrebbero scommesso sulla serie, scritta dall'allora quasi sconosciuta Shonda Rhimes, il cui unico progetto precedente per la televisione era stato bocciato dalla ABC e con all'attivo lavori che spaziavano dall'ottimo film TV Dorothy: una pelle troppo scura a Crossroads - Le strade della vita con protagonista la popstar Britney Spears, passando per il sequel di Pretty Princess.
La storia ambientata nei corridoi del Seattle Grace Hospital, scelta per rimpiazzare Boston Legal, ha però saputo conquistare gli spettatori, diventando in breve tempo uno degli show più longevi e di maggior successo della ABC e gettando le basi per l'inarrestabile ascesa professionale della sua ideatrice.
Un'idea semplice alla base
L'idea alla base di Grey's Anatomy è stata la più semplice a cui si possa pensare: portare in tv un serial che, se si fosse uno spettatore, si vorrebbe seguire apprezzandolo. Uno spunto essenziale che la creatrice ha poi elaborato inserendo tematiche come la competizione femminile, le difficoltà dei medici nel gestire la vita privata e la carriera, e una rappresentazione della società che tenesse conto di ogni tipo di diversità, inserendo quindi questi elementi in un contesto che fosse in grado di differenziarsi da serie ambientate nello stesso mondo, soprattutto dall'amato E.R. - Medici in prima linea. Ottenere un risultato originale e in grado di attirare a lungo l'attenzione del pubblico con questi ingredienti a propria disposizione potrebbe sembrare impossibile, eppure a distanza di un decennio Meredith Grey è ancora impegnata a raccontare la sua vita e quella di amici e colleghi, tra amori, (tante) morti, sacrifici, gioie e dolori, mentre Shonda Rhimes è diventata una vera e propria regina della TV.
Da Grey's Anatomy è infatto nato lo spin-off Private Practice e dopo i medici la sceneggiatrice, regista e produttrice, ha spostato la sua attenzione sul mondo della politica firmando Scandal, dominando infine la programmazione della ABC producendo Le regole del delitto perfetto e i suoi omicidi e misteri.
Nonostante qualche passo falso come i pilot di Inside the Box e Gilded Lillys, la casa di produzione Shondaland è ormai diventata un ottimo biglietto da visita per un potenziale show, potendo contare sull'appoggio di un team collaudato e incredibilmente influente.
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Il segreto del suo successo
In un settore tuttora prevalentemente al maschile, il successo di Shonda è subito apparso importante e significativo, soprattutto negli ultimi anni in cui i network tradizionali hanno dovuto scontrarsi contro una concorrenza sempre più numerosa e agguerrita, lottando per mantenere alti i dati di ascolto; non è quindi una sorpresa trovarla nelle liste delle persone più influenti al mondo. Ma qual'è il segreto del suo successo?
Ripercorrendo le sue dichiarazioni e interviste degli ultimi dieci anni emerge con chiarezza una caratteristica ben precisa della sua personalità: la determinazione.
"Mi ricordo di aver detto, veramente quasi scherzando, dominerò il mondo attraverso la televisione, questo è il mio progetto. E l'ho detto al mio agente, l'ho detto ai miei amici, e l'ho detto a me stessa", ha raccontato a Oprah Winfrey.
Senza mai tirarsi indietro o porsi dei limiti, Shonda Rhimes ha puntato in alto e ha saputo sconfiggere pregiudizi, come quelli razziali o persino di genere, a volte potenzialmente in grado di interrompere un cammino, ritrovandosi a capo di un impero che le permette di gestire oltre 500 attori, sceneggiatori, tecnici e produttori.
In un memorabile discorso tenuto davanti agli studenti del Dartmouth College, la showrunner ha spiegato: "Vi dicono: segui i tuoi sogni. Ascolta il tuo spirito. Cambia il mondo. Lascia il tuo segno. Trova la tua voce interiore e falla cantare. Accetta il fallimento. Sogna. Sogna e fallo in grande. Infatti, sogna e non smettere di farlo fino a quando i tuoi sogni diventano realtà. Penso sia spazzatura. Penso che molte persone sognino. E mentre sono impegnate a sognare, le persone realmente felici, quelle realmente di successo, interessanti, impegnate, di potere, sono impegnate a fare".
Un discorso ispirato, che non ha nascosto nulla della realtà: dall'impossibilità di conciliare alla perfezione la vita di mamma con quello di donna in carriera, alle ineguaglianze sociali ancora esistenti nel mondo, ma ribadendo con forza: "Forse sapete esattamente cosa volete essere, o forse siete paralizzati perché non avete idea di quale sia la vostra passione. La verità è: non importa. Non dovete saperlo. Dovete semplicemente andare avanti. Dovete continuare a fare qualcosa, cogliere la prossima opportunità, rimanere disposti a provare qualcosa di nuovo. Non deve adattarsi alla vostra visione del lavoro perfetto o della vita perfetta. La perfezione è noiosa e i sogni non sono reali. Semplicemente agite".
Soddisfare il proprio pubblico, senza mai annoiare
L'atteggiamento giusto, tuttavia, non è mai sufficiente a ottenere un risultato di questo tipo. E infatti Shonda ha una dote rara: ha capito quello che vuole il suo pubblico e ha lavorato con dedizione e impegno per plasmare storie in grado di soddisfarlo, senza mai rientrare nella tanto disprezzata categoria dei "guilty pleasures", spesso associata a progetti di bassa qualità tecnica e artistica. E' evidente che Grey's Anatomy, Scandal e Le regole del delitto perfetto non saranno probabilmente mai all'altezza di Dr House, House of Cards o The Good Wife, ma quasi sicuramente non è quello il loro obiettivo.
Le serie targate Rhimes sanno intrattenere come poche altre e lo fanno con intelligenza e astuzia. Persino nei passaggi narrativi più surreali e sopra le righe c'è comunque un evidente studio alla base per suscitare determinate reazioni ed emozioni. Ormai si è perso il conto delle tragedie, dalle catastrofi naturali agli incidenti di ogni genere, avvenute negli ultimi dieci anni a Seattle, eppure i tanti addii a protagonisti amati come George, Sloan, o Lexie non hanno spezzato in modo definitivo il rapporto stabilitosi tra la serie e gli spettatori. La vita di Olivia Pope è un groviglio inestricabile di amori e misteri che coinvolgono politici e agenti dei servizi segreti, tuttavia lo show non ha perso il suo appeal nemmeno dopo una stagione in cui sono stati ideati stratagemmi al limite del surreale pur di nascondere la gravidanza della protagonista Kerry Washington, con i fan divertiti a notare l'utilizzo creativo di borse extralarge e lampade piazzate in modo strategico sui tavoli. Per non parlare poi dei casi di cui si occupa l'avvocato Annalise Keating in tribunale, mentre i suoi ambiziosi studenti si trasformano in assassini e applicano le sue lezioni pur di non rischiare di essere incriminati.
Se si leggesse un riassunto dettagliato dei tre show verrebbe spontaneo porsi molte domande e rimanere persino stupiti nel constatarne il successo. Quello che sulla carta non è però percepibile è che quella trama è sostenuta da personaggi in cui è facile identificarsi, o riconoscere delle caratteristiche delle persone che sono intorno a noi, o ancora considerarli in qualche modo rappresentativi della società in cui viviamo, rendendo la visione facile, immediata e coinvolgente. Le riflessioni di Meredith sono le stesse che ci poniamo prima o poi tutti; chiunque ha avuto, o sperato di avere, accanto a sé un'amica come Cristina Yang, ha lavorato con un capo come Miranda Bailey e magari si è invece imbattuto in un'intransigente Annalise, incrociando la propria strada con persone competitive o al contrario empatiche e disponibili come il compianto O'Malley, affrontando drammi famigliari e professionali, innamorandosi della persona sbagliata e uscendone con il cuore spezzato, o di quella giusta al momento perfetto o sbagliato, ritrovandosi a dire addio troppo in fretta, o ad attendere soffrendo le decisioni altrui, spesso facendo i conti con nemici, amanti, fidanzati, ed ex mogli che possono persino essere first lady.
La realtà, sia chiaro, rimane sempre un po' distante , ma quando la sera ci si sintonizza su un serial alle volte si cerca proprio quello che offrono i prodotti di maggior successo targati Shondaland: un intrattenimento onesto che permetta di rilassarsi davanti alla TV con delle storie immediatamente comprensibili e mai noiose, spesso addirittura gratificanti o catartiche, e che non richiedano troppo impegno. Quello che si aspettava da una serie Shonda Rhimes nel 2005, quando accendeva la TV dopo una giornata stancante, prima di impegnarsi nel tentativo di passare da semplice spettatrice a showrunner, non sognando di riuscirci:
"I sogni sono incantevoli. Ma sono solo sogni. Fugaci, effimeri, belli. Ma i sogni non si avverano solo perché li sognate. E' il duro lavoro che fa accadere le cose. E' il duro lavoro che crea il cambiamento".
Negli ultimi dieci anni la creatrice di Grey's Anatomy lo ha dimostrato con i fatti, sapendo navigare con sicurezza tra gli alti e bassi della propria carriera, magari perdendo la rotta in più di un'occasione, ma ritrovando sempre il modo per ritrovare il feeling con il pubblico che le ha permesso di raggiungere, uno dopo l'altro, tutti i suoi obiettivi e di crearne di nuovi.