Cosa fareste se un desiderio oscuro fatto in gioventù si realizzasse una volta diventati adulti? È questo l'inquietante incipit di Shibatarian, il nuovo manga edito in Italia da Star Comics e titolo di gran successo su MangaPlus, un horror inquietante e riflessivo che incorona Katsuya Iwamuro come uno degli autori più interessanti del panorama contemporaneo, una penna in grado di costruire una storia stratificata che, oltre a turbare il lettore, è anche in grado di far nascere profonde riflessioni. Le domande che vi resteranno in testa, infatti, vi spingeranno avanti nella lettura, presi in una spirale quasi onirica di avvenimenti paradossali, in un crescendo di tensione e colpi di scena da brivido.
Il manga parte come un racconto adolescenziale, la storia di Hajime Sato che, in un giorno di primavera del terzo anno delle medie, incontra un ragazzo sepolto sotto un albero di ciliegio. Il giovane si chiama come lui, Hajime, di cognome fa Shibata e tra i due si va ad instaurare una sorta di amicizia: sono due outsider che non si sentono pienamente capiti da chi sta loro intorno, o almeno così sembra e per questo iniziano a frequentarsi e a progettare di girare un corto insieme da mostrare poi a scuola. Purtroppo il progetto non avrà successo e al termine delle medie i due si perdono di vista. Anni dopo, quando Sato è ormai ventenne, Shibata torna a farsi vivo, ma la situazione che fin da subito sembra strana, prende una piega sinistra e spaventosa.
Shibatarian come simbologia sei social
L'idea dietro Shibatarian è di sicuro inquietante ed efficace. Dopo aver sfruttato un desiderio giovanile di Sato, Shibata si moltiplica e da un singolo individuo diventa una folla e poi una marea che tutto travolge, che tutto ingloba, che priva della libertà, dell'identità e della vita, qualcosa di incontrollabile. E questo aspetto è uno dei più interessanti di un'opera che sembra parlare attraverso simbolismi raccontando molto di più della mera storia spaventosa. L'obiettivo del manga, infatti, sembra quello di far scaturire delle riflessioni, oltre che intrattenere lo spettatore.
Igort, il fumetto e l'importanza di allargare lo sguardo
Abbiamo chiesto a Katsuya Iwamuro da dove nascesse tutto questo: "Prima di tutto ho deciso il tema: volevo creare qualcosa di horror, poi riflettendo su cosa mi fa più paura ho pensato a tutte le persone che giornalmente usano i social: un pubblico vasto e che non conosci che mette follow e like e questa massa può essere anche pericolosa. A questo punto ho sviluppato l'idea Shibata: da solo non ha nessuna caratteristica però quando si moltiplica e diventa come il vasto pubblico dei social fa veramente paura."
Il protagonista si sente diverso ed è questo sentimento che poi dà il via a tutto ciò che segue. La diversità fa paura, è qualcosa che ci mette a disagio e che a volte proviamo anche su noi stessi: "A me fa più paura se devo adeguarmi a qualcun altro, al pubblico ad esempio. In questo mi rivedo molto in Sato. Anche lui pensa di essere diverso, è fiero di essere diverso dagli altri, si sente superiore. A volte anche io l'ho pensata allo stesso modo, ma avevo amici che mi dicevano di stare attento."
Tra cinema horror e d'azione
All'inzio il cinema sembra essere un elemento importante della storia: è quando la realtà si mescola con la finzione che tutto prende una piega spaventosa. Abbiamo chiesto al mangaka quali fossero i film che negli anni lo hanno ispirato: "Volevo che Sato fosse una persona normale, non volevo che avesse superpoteri o qualcosa di sovrannaturale, desideravo affrontasse gli Shibata e una situazione paurosa senza alcun potere perché è più difficile, quindi ci ho pensato moltissimo. Dal secondo volume in poi si scopre il mistero di Shibata e il protagonista per vincerlo deve ragionare molto sul come fare. Amo film come Taxi Driver e sopratutto Die Hard dove il protagonista affronta da solo le difficoltà."
A questo punto non potevamo non fargli una domanda sugli horror, genere primario dell'opera: "Ormai ho perso la sensibilità e non mi spavento molto ma, quando ero bambino, mi spaventava moltissimo Chucky -La bambola assassina, non riuscivo a finire di guardarlo, mi faceva molta paura. Anche Venerdì 13, mi sembrava che Jason mi seguisse e poi Sadako di _The Ring, quando appariva nello schermo della tv, mi faceva paura." Gli abbiamo chiesto anche qualche consiglio su qualche manga horror da leggere assolutamente e Katsuya Iwamuro ha scelto due grandi classici: "Penso che tra gli italiani sarà già amatissimo ma consiglio le opere del maestro Junj Ito e tra le sue storie Uzumaki e Tomie."_