Tsui Hark si presenta al Lido con il cast di Seven Swords quasi al completo, all'interno del quale spiccano le tre protagoniste femminili, bellissime e sorridenti, che prendono la parola per ringraziare il regista, al quale non risparmiano complimenti, e l'organizzazione della Biennale. Charlie Young, l'unica donna tra le sette spade, racconta la preparazione fisica a cui si è dovuta sottoporre per sostenere un ruolo così fisico e di come si è affidata con fiducia ai consigli di Tsui Hark. La stampa internazionale concentra la propria attenzione soprattutto su Donnie Yen, giovane astro nascente del cinema orientale. Tsui Hark, un po' emozionato, appare visibilmente soddisfatto del suo Seven Swords e parla volentieri dell'ideazione e della lavorazione della pellicola.
Seven Swords è tratto da un'opera letteraria. Perché una scelta così atipica invece di realizzare un wuxia di stampo classico? Tsui Hark: Il _wuxia _è un genere che ha un grande impatto sul popolo perché parla d'amore, di sentimenti forti, di lotte in nome della giustizia e questo è importante in un momento in cui la cultura moderna sta cancellando la tradizione. Seven Swords è tratto da un racconto molto bello. Io sono stato sempre un grande fan del wuxia e ho scelto questa novella perché offre una vivida impressione di come andavano le cose nel passato. L'adattamento di un film tratto da un romanzo è molto complesso, ho dovuto creare un plot indipendente, abbandonando la linearità del racconto per collegare le sei storie inizialmente indipendenti senza tralasciare la ricerca per sviscerare i vari caratteri.
Come è stato lavorare con Liu-Chia-Liang, uno dei più importanti maestri di arti marziali? Tsui Hark:: Liu-Chia-Liang è un grandissimo professionista, che ha lavorato nella trilogia Shaolin e con gli Shaw Brothers, ed è molto legato alla tradizione delle arti marziali. Io sono il tipo di persona che lavora volentieri con temi tradizionali ed il mio stile si è adattato alla perfezione a quello del maestro perché abbiamo cercato di realizzare coreografie il più possibile realistiche, senza tralasciare l'impatto visivo.
Che cosa significa aprire la Mostra del Cinema di Venezia e quale è il potenziale artistico di un wuxia, visto che per molto tempo questo è stato ritenuto un genere prettamente commerciale? Tsui Hark: Sono molto onorato di partecipare alla Mostra di Venezia, credo che questa sia per me un'occasione importantissima. Anche il mio prossimo film sarà un wuxia, visto che credo nelle potenzialità del genere e ne sono un grandissimo fan. Penso che anche il wuxia possa contenere una dimensione artistica, come qualsiasi altro genere, dipende ovviamente dal tipo di lavoro che sta dietro ad ogni pellicola.