Cominciamo questa recensione di Serpente a sonagli, film aggiunto al catalogo Netflix giusto in tempo per Halloween, con la spiegazione del titolo che abbiamo deciso di darle. Perché thriller - horror? Non certo perché questo film sia riconducibile ad entrambi i generi, cosa piuttosto comune per questo tipo di produzioni, ma più semplicemente perché non è chiaro a quali dei due voglia appartenere. Gli elementi horror ci sono, ma sono così scarsi e distanziati tra loro da non riuscire a colpire lo spettatore - tantomeno a spaventarlo - la parte thriller invece, in teoria quella più consistente della pellicola, dopo un inizio promettente perde del tutto di mordente, giusto per ritornare al nostro titolo.
Il regista e sceneggiatore, Zak Hilditch, aveva già diretto per Netflix 1922, l'ottimo adattamento del racconto breve di Stephen King, che a suo tempo ci aveva colpito per la sua capacità di catturarci in un crescendo di tensione pur utilizzando tempi narrativi estremamente rarefatti e dilatati. Questo tipo di lentezza è una caratteristica anche di Serpente a sonagli, peccato però che manchi completamente la capacità di creare atmosfere angoscianti e opprimenti che trascinino lo spettatore in una storia in cui i momenti di azione sono estremamente limitati. Anche le suggestioni kinghiane restano (i fan del Re dell'horror penseranno subito a Cose Preziose), ma insieme a pochi altri elementi della trama costituiscono tra le uniche attrattive i questo film. Viste le premesse interessanti ci saremmo aspettati decisamente di meglio.
Occhio per occhio, dente per dente
Protagonista assoluta della storia è Katrina, interpretata dalla Carmen Ejogo di True Detective 3, una madre single in viaggio verso l'Oklahoma per cambiare vita. Lei e la piccola Clara sono però costrette a fermarsi lungo la strada per una gomma a terra e la bambina, girovagando per i campi arsi dal sole lì attorno, viene morsa da un serpente a sonagli. Con la macchina ferma nel mezzo del nulla la madre cerca disperatamente cosa fare per salvare la figlia e, avvistato un camper in lontananza vi si precipita dentro. Ad accoglierla una donna che si dice in grado di aiutare Clara, con un piccolo prezzo da pagare ovviamente, e miracolosamente ci riesce. Dopo pochi minuti la bambina si riprende, senza più nemmeno la minima traccia del morso del serpente. Portata poi in ospedale nessuno si spiega come possa non mostrare alcun sintomo dell'azione del terribile veleno, e i medici si convincono che è la madre ad aver subito qualche tipo di shock. Presto però, non appena la situazione si è calmata, Katrina scopre in cosa consiste il prezzo che dovrà pagare per la vita di sua figlia: un misterioso individuo si presenta in ospedale e le spiega che è una legge del taglione sovrannaturale a governare queste cose, un'anima per un'anima, e la donna dovrà uccidere qualcuno prima del tramonto per pareggiare i conti.
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Lo sappiamo, ora starete certamente pensando che le premesse di questa storia non sono affatto male, ma come dicevamo sono tra i pochi elementi interessanti di questo film. Le scelte narrative che vengono fatte in seguito sono, a nostro parere, tra le più sbagliate. Gran parte degli 85 minuti di film sono spesi a cercare una vittima da sacrificare in nome della piccola Clara: Katrina si decide a comprare un'arma, poi ad imparare come sparare (previa visione di tutorial apposito su Youtube) e infine ad introdursi nella casa del mal capitato di turno. La scelta dell'uomo, che dipende dal fatto che è violento con la moglie (situazione che intuiamo aver vissuto anche la nostra protagonista con il marito), purtroppo è tra le cose che deludono di più: quanto sarebbe stato più interessante approfondire il dilemma morale vissuto da Katrina? In questo modo sembra quasi giustificata ad ucciderlo, si mette quasi dalla parte del giusto, ed il tutto diventa ancor più noioso e meno accattivante. Certo non ci aspettavamo di vederla investire un boyscout che attraversa la strada, ma almeno un po' più di ambiguità ed incertezza nella sua decisione non avrebbe guastato, rendendo l'intera seconda parte di Serpente a sonagli decisamente più intrigante e stimolante.
E l'horror dov'è finito?
Di genuinamente horror in questo film c'è ben poco: ci sono degli elementi sovrannaturali e le occasionali apparizioni degli "spiriti degli omicidi passati", ossia tutti coloro che sono stati uccisi per un pareggiamento di conti e che continuano a ricordare a Katrina che il tempo sta per scadere. Il primo è inquietante, il secondo pure, dal terzo in poi ne siamo rimasti completamente indifferenti. Chiaramente ci si voleva concentrare esclusivamente sulla scelta della protagonista e sul difficile percorso da compiere, soprattutto vista la mancanza di tempo a disposizione (il sacrificio deve essere fatto entro il tramonto e quindi la donna deve darsi una mossa) che dovrebbe trasmetterci la sensazione di angoscia e terrore crescente che lei prova con il trascorrere delle ore. Se però non si riesce a rendere la corsa contro il tempo un efficace escamotage narrativo, trascinando lo spettatore verso un finale prevedibile e quasi anticlimatico, un lato horror più marcato non avrebbe di certo guastato.
Un film che non resta impresso
Carmen Ejogo fa del suo meglio per portare avanti la pellicola, ma purtroppo essendo l'intero impianto narrativo costruito sul suo personaggio - la figlia passa la maggior parte del tempo in ospedale e gli altri personaggi sono più che altro comparse bidimensionali - e visti i difetti del film di cui vi abbiamo parlato fino ad ora, il risultato, anche da parte sua, resta comunque piuttosto deludente. Le fonti d'ispirazione per Serpente a sonagli sono tante ed evidenti, da The Box di Richard Kelly a Drag Me to Hell di Raimi, ma questo film non riesce mai a distinguersi e a portare avanti qualcosa di unico ed originale. Forse nemmeno ambientarlo completamente di giorno è stata una scelta del tutto azzeccata, l'atmosfera non riesce infatti a mantenersi rarefatta ed opprimente come sarebbe nelle intenzioni del suo regista, ma d'altronde i fasti di Midsommar di Ari Aster sono difficili da raggiungere e replicare. La nostra previsione per Serpente a Sonagli? Un film di questo tipo non potrà che perdersi nello sconfinato catalogo Netflix che, con l'avvicinarsi del 31 ottobre, mette sul piatto horror ben più interessanti e, soprattutto, spaventosi ed avvincenti.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Serpente a Sonagli ribadendo ancora una volta quanto questo film di Zak Hilditch ci abbia colpito in negativo, non riuscendo a catturarci né per la trama né per la costruzione dei personaggi. Le premesse sarebbero anche interessanti e questo è ciò che delude di più, perché si sarebbero potute sviluppare decisamente meglio.
Perché ci piace
- Le premesse interessanti che avrebbero potuto dare vita ad un thriller/horror avvincente…
Cosa non va
- … Ma che purtroppo si perdono con il procedere della pellicola, che diventa piuttosto noiosa.
- Gli elementi horror troppo distanziati e poco spaventosi.
- I personaggi secondari quasi inesistenti.