A volte invece di sognare pianeti o mondi lontani è molto meglio restare coi piedi per terra, per scoprire come le nostre aspettative o le persone desiderate siano proprio lì a un - metaforico - centimetro di distanza. Questa grande massima che da sempre caratterizza l'evoluzione di certo cinema romantico rivive anche in questa nuova produzione Netflix, che fin dal titolo idealizza proprio la ricerca della felicità in luoghi irraggiungibili.
Come vi raccontiamo nella recensione di See you on Venus - Ci vediamo su Venere, eccoci di fronte a un'altra love story adolescenziale che tira in ballo elementi drammatici, a cominciare dal sempiterno tema della malattia, sempre più sfruttato da produzioni recenti nel tentativo di accaparrarsi il dotto lacrimale delle nuove generazioni. Quanto erano belli i tempi di John Hughes e delle sue teen comedy, ma questa è un'altra storia...
Insieme per forza
In See You on Venus - Ci vediamo su Venere, adattamento dell'omonimo romanzo di successo, i protagonisti sono due ragazzi all'apparenza molto diversi tra loro ma entrambi alle prese con un profondo, seppur diverso, dolore. Kyle è afflitto dal senso di colpa dopo aver provocato un incidente automobilistico che ha causato la morte di un suo compagno e il ferimento del migliore amico, che ora rischia di non camminare mai più; Mia è invece cresciuta in diverse famiglie adottive dopo essere stata abbandonata dalla madre quando era piccola. La ragazza salva Kyle da un tentativo di suicidio - lui si stava per gettare in un fiume andando verso morte quasi certa - e i due stringono amicizia, decidendo poi di fare una vacanza in Spagna che lei aveva organizzato da tempo. Il viaggio permetterà loro di scoprirsi l'un l'altro e condividere i propri tormenti, ma ben presto Kyle scoprirà come la nuova amica nasconda un segreto che rischia di compromettere per sempre il suo futuro.
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Fino all'ultimo soffio
Sin dal prologo, con la corsa forsennata del protagonista maschile - musica in cuffie - e successivo tuffo in piscina, si comprende come i toni dell'operazione siano volutamente gridati, in un'esasperazione dei sentimenti e del senso di colpa che si acuisce progressivamente con lo scorrere dei minuti. La ricerca di una facile emotività si riscontra prima nella ricerca della figura materna da parte di Mia e poi con la rivelazione delle sue gravi condizioni di salute. Non manca nemmeno un colpo di scena alquanto forzato relativo a una comune perdita, che risulta quanto meno inverosimile. Nonostante il film batta bandiera a stelle e strisce, il regista Joaquín Llamas e la sceneggiatrice Victoria Vinuesa - anche autrice del libro alla base - sono di origini spagnole ed ecco perché la maggior parte del racconto è ambientata proprio nella penisola iberica, quasi una sorta di spot per le bellezze che il Paese ha da offrire ai turisti ma mai effettivamente necessario ai fini degli eventi, se non per una breve sequenze ambientata in riva al mare.
In lungo e in largo
I toni dell'avventura on the road, con i Nostri che intraprendono un viaggio a bordo di un mini-camper, non ha mai quel necessario sapore della scoperta e l'impressione di una cartolina turistica ad hoc, puramente accessoria a una trama strappalacrime, fa più volte capolino, rovinando anche la discreta ed eterogenea alchimia tra i due protagonisti Virginia Gardner e Alex Aiono - biondissima e chiara di carnagione lei, pienamente latino lui - che devono fare i conti con due personaggi vittima di cliché e stereotipi. Non manca poi naturalmente una colonna sonora a tema infarcita di sonorità pop a sottolineare i momenti potenzialmente più struggenti, fino a quell'epilogo parzialmente prevedibile che riconcilia le varie parti in causa con i loro demoni, tingendosi di speranza e armonia. Un'ora e mezza dove tutto va bene o male secondo le previsioni, priva di effettivi scossoni o colpi di scena per risultare anche interessante a un target che esuli dal range di appassionati.
Conclusioni
Lui arso dal rimorso per aver provocato un tragico incidente stradale, lei alla ricerca della madre mai conosciuta nonché affetta da una grave malattia: tutte le carte per il più classico dei teen drama dalla lacrima facile. Rispetto ad altre produzioni omologhe i toni cupi e la melassa vengono fortunatamente ridotti, ma ad ogni modo See you on Venus - Ci vediamo su Venere non può dirsi una produzione pienamente riuscita, soprattutto per la gestione spesso forzata della narrazione e dei relativi colpi di scena: un limite da condividere con il romanzo alla base. Simpatici e in parte i due protagonisti, immersi in una Spagna da cartolina che fa da teatro a un racconto da fiera degli stereotipi.
Perché ci piace
- Buona l'alchimia tra i due protagonisti.
- Il dramma puro per fortuna non prende mai il sopravvento...
Cosa non va
- ...ma la sceneggiatura è comunque artificiosa nella ricerca di lacrime facili.
- Una Spagna da cartolina, con tutti i pro e i contro del caso.
- Si evidenziamo molteplici forzature non solo nella gestione degli eventi ma anche nell'esposizione dei passaggi più drammatici.