E' un po' curioso, il destino distributivo di questo Il Commissario Torrente - Il braccio idiota della legge; così come quello di tutta la serie dedicata al personaggio, considerato di culto in Spagna ma praticamente sconosciuto nel nostro paese. Il film diretto e interpretato da Santiago Segura (arrivato da noi con due anni di ritardo) è infatti il quarto episodio di un fortunato franchise, che racconta le gesta di un poliziotto imbranato quanto rozzo e politicamente scorretto. Umorismo sfrontato, sessismo, oscenità verbali e battute razziste: questo è il repertorio sfoggiato dal personaggio creato da Segura, fin dalla sua prima apparizione sullo schermo nel 1998, con Torrente, el brazo tonto de la ley. Trattasi, comunque, di un repertorio palesemente parodistico, portato sullo schermo con un approccio talmente grottesco e sopra le righe, da non lasciar dubbi sui suoi reali intenti. Così, Segura è giunto a Roma per la presentazione alla stampa di questo quarto episodio (con il progetto di un quinto già in cantiere, e la promessa, da parte della distribuzione italiana, di un' uscita in home video dei precedenti); questo vede il commissario, ritiratosi dalla polizia, accettare un lavoro da sicario, per poi finire incastrato dai suoi stessi committenti.
In passato ha dichiarato che l'Italia l'ha ispirata per questo film. Può spiegarsi meglio?
Santiago Segura: Io sono un grande fan del neorealismo e di Vittorio De Sica: penso che lui sia stato un grande rivoluzionario, che aveva un approccio quasi documentaristico, plasmando elementi tristi della realtà e portandoli sullo schermo. Per questo film mi sono ispirato a lui, come a tanti altri registi.
E' inspiegabile, ancora non riesco a capirlo. Veramente, sono ancora sotto shock! Sono anche sorpreso che la distribuzione italiana abbia avuto fiducia, infatti mi affido anche a voi. Se non vi è piaciuto, al limite non scrivetene niente, ok? Se vi è piaciuto, andatelo a vedere e consigliatelo ai vostri amici. In caso contrario, magari consigliatelo ai vostri nemici.
Come spiega il successo di tanti poliziotti imbranati o stupidi, a partire da Clouseau fino a quelli di Lino Banfi?
Non ho studiato a fondo la cosa, ma penso che risponda al nostro bisogno di ridere dell'autorità. E' un bisogno che abbiamo tutti, fin da piccoli, quando per esempio ci troviamo di fronte a un insegnante esageratamente severo. Chiunque arrivi a un eccesso di potere diventa in qualche modo ridicolo.
Com'è nata l'idea del personaggio?
Sono stato sempre attratto dalle figure dei perdenti, che sono i personaggi più interessanti da portare sullo schermo. Anche Superman in fondo è noioso, sempre invincibile e preciso... anche se con questo nuovo film, in questa versione più tormentata, magari migliorerà. Mi piace anche chi non ha nessuna consapevolezza di sé: Torrente si sente figo e pensa di essere guardato da tutti perché bello, non perché ridicolo o perché magari puzza. Quando una persona esprime qualche elemento di disturbo, ad esempio degli eccessi, normalmente proviamo repulsione, ma sullo schermo invece ciò diventa divertente: le caratteristiche sgradevoli di un personaggio, sullo schermo, vengono esorcizzate. Spero di tornare in Italia con Torrente 5, e non è una minaccia!
Lui in realtà è franchista, ama Franco. Nei fumetti ispirati ai film, lui viaggia con la macchina del tempo, e incontra sia i re cattolici che Franco. Il prossimo film, però, sarà ambientato nel futuro.
Come vedrebbe un Torrente nella politica italiana? Quale personaggio vi si adatterebbe?
Difficile che un personaggio del genere abbia un equivalente, è un paria e un disgraziato senza soldi. Le somiglianze maggiori forse sono con Berlusconi... ma siccome vorrei tornare in Italia, vi prego di non scriverlo! (a questo punto gli viene fatto notare che, se bastasse questo per essere banditi dal paese, sarebbe in numerosissima compagnia, ndr)
Come si è evoluto il personaggio, dal primo al quarto film? Quali altre evoluzioni immagina?
Mi sento un po' come un bambino che gioca coi suoi giocattoli: i giocattoli sono i film, e il successo mi ha garantito di averne sempre più. Il budget, poi, è stato sempre maggiore. Nei film ho disseminato diverse azioni virulente, politicamente scorrette: nella versione italiana, qualcosa è stato anche tagliato.
Oggi in Europa c'è una situazione picaresca, di grande crisi. Il sottotitolo originale del film, infatti, è "piccola crisi". Se Torrente già era miserabile prima della crisi, ora deve scavare con la pala e andare più a fondo. Nel prossimo episodio ci sarà un'ulteriore recrudescenza della situazione.
Quali scene sono state tagliate?
Cose sgradevoli ed esplicite, di quelle che non vuoi vedere. Per esempio, la scena della doccia, originariamente girata in 3D, con il primo piano di un sedere che si avvicina fino a riempire tutto lo schermo. La gente a quel punto esce scioccata dalla sala! Oppure la scena del telefono estratto dal culo dell'amico del personaggio. Volevo vedere fino a che punto potevo arrivare senza che mi censurassero.
Cosa conosce del cinema italiano trash, dei film di Bombolo o Alvaro Vitali? L'hanno influenzata?
Certo, adoro quel cinema, sono molto cinefilo: mi piacciono i classici di Vittorio De Sica e Roberto Rossellini, così come i film di Lucio Fulci o Sergio Corbucci. Anche i film di Pierino sono parte di noi e di un certo periodo del cinema, anche se possono non piacere. Anche noi, in Spagna, abbiamo i nostri equivalenti di Alvaro Vitali.
Conosco Crepax, Milo Manara, Andrea Pazienza. Mi sono detto che è stata una fortuna che con Torrente sono arrivato in Italia: infatti, in passato ho scritto un fumetto intitolato Piccoli viziosi, che è arrivato in Italia con uno pseudonimo. Il fumetto underground comunque mi è sempre piaciuto, e credo che Torrente ne abbia molti elementi.
Questo tipo di comicità ci riporta un po' agli anni '70: è una comicità in un certo senso violenta, oltraggiosa. Perché ha scelto proprio questo registro?
15 anni fa, il primo Torrente doveva essere un film underground, ma poi ha avuto un successo enorme. Doveva essere una parodia, ma qualcuno lo vide invece come un'apologia di certi comportamenti e modi di pensare. E' un tipo di visione sporca, nera: mi piace, ma bisogna prenderne le giuste distanze.