Di cose ne sono successe in questo Sanremo 2024, ma tutto (o quasi) è accaduto nelle poche ore trascorse tra la classifica delle cover e la serata finale. Venerdì 9 febbraio eravamo già pronti a credere che in fondo, John Travolta e papere a parte, sarebbe stata l'edizione più misurata e "noiosa" delle cinque a guida Amadeus. Poi è successo di tutto. "Colpa" di Geolier e della sua vittoria, legittima come qualunque altra, nella puntata dedicata a cover e duetti. Perchè non Angelina Mango, considerata la trionfatrice naturale della serata? Perchè non qualcuno che a noi, voi, essi piaceva di più?
Ad accendere gli animi hanno contribuito i fischi e le prese di posizione di tanti spettatori dell'Ariston, che hanno spinto il rapper napoletano a dichiarare l'indomani che, quella del suo momentaneo trionfo si era trasformata nell'esibizione più brutta della vita (per fortuna ha solo 23 anni, la supererà). Il resto - soprattutto via social - è stato tifo e reazioni da stadio, peggio di un derby cittadino. Si è arrivati addirittura alle offese regionali, alle minacce tra tifoserie di questo e di quella, alle faide tra Nord e Sud Italia.
In questo clima poco disteso è cominciata la finalissima, con Amadeus che ha faticato a calmare i bollori e i rumori del pubblico a soli 10 minuti dall'inizio. E si è chiusa anche peggio, con le accuse di brogli al televoto (sulla fondatezza la RAI ha promesso verifiche) e con molte perplessità sul sistema di voto in sé. Se il 60% del pubblico da casa esprime una preferenza, come può il dato non avere pochissimo valore al cospetto delle scelte di sala stampa e radio? Questione di percentuali, ma anche una questione irrisolta che a viale Mazzini dovrebbero sistemare prima del 2025. Ma alla fine l'indomani sono comunque tutti felici e contenti, per gli ascolti, per chi ha vinto, per i vincitori morali (ovvero quelli che "rosicano" tantissimo), e perché, sia come sia, Sanremo è finito e si tornerà finalmente a dormire. Per le polemiche ci sarà tempo da lunedì.
Le nostre pagelle della finale
Angelina Mango: 9
Quella caduta sul palco (recuperata alla grande) ci dice che anche lei è umana. E meno male, perchè in quattro serate avevamo creduto che non fosse di questo mondo. Canta, balla e tiene il palco come una veterana, senza rinunciare all'emozione. Un talento allo stato puro. Alla fine vince, come in tutte le favole belle.
Geolier: 8
Salire su quel palco dopo i fischi della sera precedente, per un ragazzo di 23 anni, non deve essere stato facile. Lui però l'ha fatto, prorio con la spensieratezza dei suoi 20 anni. E con la sicurezza di chi ha visto il Festival sovvertire le proprie regole pur di permettergli la partecipazione. Che sia piaciuto o meno, uno dei migliori percorsi all'interno della kermesse è stato il suo. E il pezzo, se ne facciano una ragione all'Ariston, funziona.
Annalisa: 8
Ci credeva, ci credeva sinceramente. Quegli occhi lucidi dopo la proclamazione del suo terzo posto non possono essere soltanto tensione e mascara che si sciolgono. Ha dato tutto sul palco dell'Ariston, e non ha sbagliato nulla. Non paga un pezzo non all'altezza degli altri due (oltre a tutti i discorsi tecnici che si potrebbero fare ma che non affronteremo, i voti ottenuti o meno dipendono dai gusti), quanto piuttosto un po' di freddezza in più. Come ogni regina.
Ghali: 8,5
Il Sanremo più bello è forse stato il suo. Casa mia è una canzone che fa cantare, ballare, ma fa soprattutto pensare. E lui ha avuto la generosità di condividere con noi, per cinque serate, molto di ciò che l'ha spinto a portare quel testo a Sanremo, in mondovisione. A coronare la sua settimana, più che un quarto posto abbastanza inatteso, è stato il cartello, tenerissimo, che si è alzato in platea: "Sei il mio vincitore, amore della mamma".
Irama: 6
Ha la sua identità musicale, che in un mercato alla continua ricerca di nuove mode non è certo cosa da poco, soprattutto a 28 anni. Il suo quinto posto rientra nelle sorprese di questo Festival, a maggior ragione perchè ha superato Mahmood (sesto in classifica con Tuta gold), uno dei grandi favoriti della vigilia. La nostra sufficienza e niente più si giustifica, come detto già nelle pagelle precedenti, per una questione di gusti.
Fiorello: 8
Dopo 5 anni di incondizionato sostegno, personale prima che professionale, Ciuri è ufficialmente il co-conduttore per una sera di Amadeus. All'appuntamento dell'anno arriva stanco, stanchissimo, perchè in questa folle "settimana santa" Fiorello non soltanto è stato sempre presente durante le puntate di Sanremo ma ha accompagnato il pubblico fino a notte fonda con la versione festivaliera di Viva Rai2!. Nonostante ciò, da showman consumato e amico generoso, non delude le attese nella serata finale e si presenta sul palco dell'Ariston nelle vesti di ballerino e cantante. Poi ritorna il comico che conosciamo bene, che contiua a ridere della gag con John Travolta fino a farcela quasi rivalutare, e trasforma un paio di aneddoti da papà in un monologo, poco prima del verdetto, solo perchè dalla regia chiedono di perdere tempo. Chapeau.
Amadeus: 8,5
Saluta così l'avventura festivaliera, dopo 5 anni, con più di 14 milioni di spettatori e 74 punti di share, che sono esattamente gli anni di Sanremo nel 2024. Non poteva esserci chiusura più perfetta per un ciclo che Amadeus, anno dopo anno, ha progettato al millimetro. Pensare che la RAI, nel 2019, gli aveva affidato la sua creatura più ambita e più preziosa con forti dubbi. Ora invece gli chiede di rimanere, a ogni costo. Se non è una vittoria questa!
La classifica finale: 6 con brio
Già dopo la prima serata di Festival un risultato simile era ipotizzabile. Dopo, ma non prima, quando Annalisa, dopo un'estate al massimo, era data per la vincitrice annunciata, Loredana Bertè e Mahmood avrebbero dovuto occupare le prime posizioni. Ma nella prima conferenza stampa Amadeus aveva avvertito: la cinquina potrebbe riservare sorprese. E così è stato. Dispiace per il 20° posto di Dargen D'Amico, il 18° dei Santi Francesi, il 13° di Diodato: avrebbero tutti meritato di più. Il 6° posto di Mahmood, fuori dalla cinquina finale, è quasi scandaloso, considerato che probabilmente ha portato il miglior pezzo (certamente le migliori performance) in questo Sanremo, ma Tuta gold si consolerà con altre classifiche.
Roberto Bolle: 7,5
Porta al Festival della Canzone Italiana di Sanremo la classe e l'eleganza, oltre alla danza. E un corpo che, a 48 anni, non sembra risentire del passare del tempo. In più, annuncia che ad aprile tornerà su Rai 1, anche se per una sera solanto, per celebrare la Giornata internazionale della danza. Che è sempre una bella notizia. Sarebbe stata auspicabile una standing ovation da parte del pubblico dell'Ariston, che si è alzato in piedi praticamente per chiunque in queste sere. E invece no. A chi figli e a chi figliastri.