Sanremo 2014: Rocco Hunt, poeta urbano dall'anima rap

A soli vent'anni lo scugnizzo di Salerno, insieme alle 'nuove proposte' prova a conquistare il palco dell'Ariston per raccontare a tempo di hip hop la realtà della sua terra.

Come si fa ad essere uno scugnizzo intellettuale? Secondo Rocco Hunt, voce giovanissima del rap campano, basta fondere tra loro saggezza popolare, argomenti di attualità, cultura di strada e importanti riferimenti culturali quasi sempre appresi da autodidatta. Tutto questo, unito ad un'ottima proprietà di linguaggio, ha trasformato un ragazzo della Zona Orientale di Salerno nella voce ufficiale del territorio da cui proviene, modulando lo stile hip hop con sonorità più tradizionali. Perché, come dice lo stesso Rocco nella sua prima autoproduzione del 2010, 'A music è speranz e attraverso questa è possibile trasformarsi in un Poeta urbano prodotto niente meno che dalla Sony Music. Certo, nel mezzo c'è il successo ottenuto su Youtube dallo street album Spiraglio di Periferia, che riesce ad ottenere l'attenzione di Roberto Saviano, e il primo brano interamente in Italiano, RH Positivo, prodotto da Don Joe dei Club Dogo. Per non parlare di un tour in giro per l'Italia accompagnando dal vivo artisti come DJ Shalbo, Noyz Narcos, Marracash e una lunga serie di rappers della vecchia e della nuova scuola. E "at least but not last" arriva il palco di Sanremo, pronto a farsi travolgere dalla sua poetica sociale.

Primo Impatto "Sono sicuramente emozionato e favorevolmente sorpreso. All'inizio avevo l'impressione che tutto questo fosse solo una grande macchina, invece dietro ci sono persone, anime e cuori. Quindi è bello scoprire l'emozione che si cela dietro un meccanismo enorme come il Festival di Sanremo. Inoltre l'emozione raddoppia per aver portato un brano che parla della mia terra e delle mie origini. Questo mi fa sentire più responsabile. Io vengo da una famiglia solida ma con pochi mezzi e già il fatto di aver potuto portare i miei genitori a vivere un'esperienza del genere con me mi riempie di orgoglio. Se il pubblico mi apprezzerà sarò contento, altrimenti avrò cantato solo per loro"

La canzone Nu Juorno Buono "Non ho idea di quale possa essere l'impatto sul pubblico. Indubbiamente vado carico e con la speranza di chi non ha proprio nulla da perdere. Le selezioni le abbiamo passate e questa è già una vittoria visto che portiamo all'Ariston delle sonorità particolari come quelle dell'hip hop con delle influenze campane. Il brano Nu Jorno Buono nasce dalla necessità di mettere in evidenza delle problematiche sociali che interessano la Campania e non solo. Parlo, ad esempio, della terra dei fuochi o della migrazione alla ricerca di un lavoro che non c'è. Con un pezzo d'amore non sarei mai andato a Sanremo. Credo che qualcosa dovrà cambiare e nel mio piccolo voglio provare a smuovere le coscienze." Sanremo è Sanremo? "Sicuramente sì. Inoltre quest'anno il Festival sembra essere andato verso un'era nuova aprendo le porte a delle musicalità diverse e a delle espressioni artistiche meno tradizionali. Dubito che molti dei giovani selezionati per questa edizione avrebbero avuto la stessa opportunità negli anni passati. Però ci tengo a ribadire che per me Sanremo non rappresenta una vetrina o un accrescimento personale di carriera. Io ho tentato questa strada per dare voce alla mia terra e mettere in luce dei problemi effettivi. Io e il cinema "Scrivere per il cinema è un esperienza che mi affascina. Se dovessi pensare ad un regista che meglio potrebbe vestire la mia musicalità mi viene sicuramente in mente il Garrone di Gomorra. Però credo che mi piacerebbe misurarmi con qualsiasi genere. La cosa migliore sarebbe prima vedere le immagini e lasciarsi ispirare."