Sanctuary, stagione 4: L'ultimo rifugio

Dal 21 agosto su Syfy Steel, la quarta e l'ultima stagione della "mostruosa" Sanctuary, incentrata sulla difficile convivenza tra umani e anormali.

C'è un mondo, là fuori, pieno di mostri. Creature non umane che su una Terra sovrappopolata di "normali" sono costrette a nascondersi per non destare la rappresaglia di chi ne ha troppa paura o semplicemente non ammette il diverso. Cabal, Dark Angel, Buffy - L'ammazzavampiri, Torchwood, Sanctuary mostrano l'intolleranza delle istituzioni verso minoranze soprannaturali, spesso schierandosi in difesa di quest'ultime, svelando un mondo pieni di segreti e di "anormali" - come sono chiamati nella serie canadese con Amanda Tapping la cui ultima stagione parte il 21 agosto su Syfy Steel in prima serata e in cui la Terra pullula di esseri soprannaturali dai connotati e dalle capacità più varie. Sanctuary, nel corso delle sue quattro stagioni - compresi i webisode d'esordio poi evoluti e confluiti in puntate per la televisione - ci ha donato le avventure della dottoressa Helen Magnus, scienziata del XIX secolo con il dono della longevità: in ogni angolo del pianeta ha rintracciato, recuperato e tratto in salvo gli anormali la cui incolumità era messo a rischio dall'uomo e viceversa, ospitandoli in vari rifugi. Interpretata da Amanda Tapping, volto stranoto ai fan del franchise di Stargate (lo showrunner della serie è Damien Kindler, già produttore di Stargate: Atlantis) e stipendiata Syfy da lustri, si presenta in inedita versione dark (ma noi la preferivamo bionda e senza improbabile accento inglese).

La Magnus è una sorta di Capitano Harkness illuminata, anche se sa essere più dura verso i suoi dell'immortale capo di Torchwood di quanto questi non lo sia con la maggior parte dei poveri mostri che gli finiscono a tiro: la prima si prodiga per difendere gli anormali dagli uomini, il secondo l'opposto, ma entrambi sono abili con le armi e con i pugni, vivono da secoli e comandano istituzioni non controllate dal governo con sedi sparse ogni dove, avvalendosi dell'ausilio di un team di giovani abili non necessariamente umani. Accanto a Helen, lo psichiatra Will (Robin Dunne), suo vice molto normale - a parte un paio di mutazioni occasionali - ma dalla capacità di osservazione avanzata; il gigantesco e forzuto Bigfoot, scorbutico, peloso e dal grugnito facile, tuttofare del santuario; Henry Foss, licantropo geek, fumettaro, esperto high-tech sconfortato, inizialmente, dalla sua condizione di anormale. Negli anni altri si sono succeduti in qualità di membri del team: la sfortunata figlia di Magnus, Ashley, finita vittima di esperimenti che l'hanno trasformata in una macchina da guerra, e Kate, imbrogliona e ladra di sostanze anormali riformata. Tutti insieme costituiscono i compagni di avventure di Magnus nel XXI secolo come lo furono di ricerche i membri dei "Cinque" che con lei conducevano ricerche sul sangue dei vampiri al volgere del XX secolo in quel di Londra. Il gruppo di scienziati optò arditamente per iniettarsi il sangue puro, in grado di scatenare le anomalie sopite nel DNA di ognuno (ricordate Heroes?) ottenendo doti soprannaturali.
I compagni originali della Magnus sono stati Nigel Griffin, trasformato nell'uomo invisibile; John Watson, diventato superintelligente (nonché ispiratore dei romanzi su Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle), John Druitt, in grado di teletrasportarsi (e, a causa della possessione da parte di una creatura violenta, involuto in Jack lo squartatore) e Nikola Tesla, studioso di energia elettrica ed elettromagnetismo evolutosi in vampiro (poi tornato quasi umano - ha poteri alla Magneto - e ritrasformato in succhiasangue grazie al sangue di un'Antica scongelata). Sanctuary annovera bei personaggi, soprattutto tra i Cinque, come Druitt, il quale ha vissuto una lunga storia di amore e rifiuto con Magnus - ed è il padre di Ashley: reso sadico serial killer dalla creatura fatta di energia che ne anima lo spirito violento, è cattivo e buono a fasi alterne e ha un rapporto ambivalente con Helen e Nikola. È interpretato da Christopher Heyerdahl, voce e corpo anche di Bigfoot (in italiano tuttavia l'assasino e il gigante hanno due doppiatori differenti) ora nel cast di True Blood, dove è un vampiro fanatico. L'invenzione più irritante, intrigante e riuscita della serie è Tesla, villain ma non troppo dall'ego spropositato: affascinante e smilza creatura della notte che carbura a vini costosi, è anch'esso attratto dalla stangona Magnus - tendenzialmente refrattaria al suo contatto - ma mette quasi sempre i propri interessi davanti a quelli di tutti. Il Tesla di Sanctuary ricorda ben poco la figura a cui si ispira dello scienziato serbo morto pazzo e indigente, genio in miriadi di discipline (meno l'economia) cui capitò la tragedia di scontrarsi per il riconoscimento delle sue scoperte sull'elettricità con Thomas Edison, mostro di sadismo e opportunismo tra i più raccapriccianti della Storia della Scienza. Il Tesla finzionale non si lascia prevaricare, è borioso, scaltro e nella quarta stagione collaborerà con il governo (rintanato nella vera Area 51) prestando il suo genio quel tanto per finanziare una vita lussuosa ed esperimenti personali.
Tre stagioni costellate di creature soprannaturali eterogenee - negli abissi vive la nostra preferita, l'antichissima e potente Bertha che può scatenare gli tsunami -, segnate da eventi drammatici come la dipartita di Ashley e la morte e resurrezione di Will, e scandite da scoperte straordinarie come l'esistenza della Terra Cava, celata dalle viscere della Terra in difesa dai vampiri. La quarta stagione affronta la questione della migrazione di orde di anormali in superficie ma si apre con il cliffhanger dedicato a Worth, contemporaneo dei Cinque tornato nel passato per salvare la figlia malata. Ritroviamo Magnus nella Londra di fine secolo XIX sulle tracce del velenoso ometto, sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde offuscato dal dolore per la perdita della figlia e pieno di odio per i Cinque che non lo hanno mai accettato come pari e che si sono rifiutati di somministrare il sangue puro alla ragazzina morente. Helen fa di tutto per impedire che il corso della Storia venga cambiato e, per qualche motivo fortemente sostenuto dal Doc di Ritorno al futuro e smentito clamorosamente dallo Spock di Star Trek - L'inizio, evita a ogni costo di incontrare la sua versione bionda e contemporanea. La stagione finale di Sanctuary affronta l'invasione dei mostri, le conseguenti divisioni in fazioni interne tra pacifisti e non, l'intolleranza degli umani e dei governi mondiali. Scarsa la presenza di Kate, che si allontana dal Santuario per stare con l'anormale Garris, prevedibile il finale esplosivo e l'epilogo bucolico preceduti dal contentino romantico e seguito dal senso di nostalgia per una serie che si è fatta amare senza riuscire ad assurgere allo statuto di cult.
Sanctuary non è diventato il cult alla Dark Angel che quelli di Syfy auspicavano a causa di una protagonista frequentemente criticata, soprattutto in America: Magnus non è esattamente di una simpatia contagiosa o di modi deliziosi, il suo accento inglese nella versione originale è fastidiosamente fittizio, ma a essere indigeribili sono gli effetti speciali, copiosi, i più brutti della Storia della serialità da eoni: gli ambienti in CGI - il laboratorio con i bracci meccanici sopra tutti - sono orripilanti. Da notare che una serie horror contemporanea come Supernatural prodotta con budget analoghi ha scodellato effetti speciali da lasciare senza fiato come quello del fantasma d'acqua di [sic!]] La nave fantasma. Sanctuary non è cupa come Torchwood o sexy come Supernatural, non ha trovato un percorso specifico cui aggrapparsi come Fringe con gli universi paralleli, ma crea un ambiente familiare - grazie soprattutto agli "affettuosi" Henry e Bigfoot - non comune in prodotti horror e di fantascienza. Se si mette da parte la questione dell'accento britannico - chi segue la serie in italiano su Syfy Steel o Rai4 può ignorare il fastidio di sentire la Tapping scodellare la parlata vittoriana - i flashback londinesi costituiscono uno degli appuntamenti ricorrenti delle stagioni più stuzzicanti, e assieme alle svariate citazioni storiche e letterarie e il dispiego di leggende ispirate alla mitologia Occidentale e Orientale che arricchiscono le puntate gratificando il più pubblico più edotto fanno di Sanctuary una serie da salutare con rammarico.