Potrebbe diventare una tradizione delle feste quella degli adattamenti delle opere di Eduardo De Filippo da parte del regista e sceneggiatore Edoardo De Angelis. Lo scorso anno, con un buon successo di pubblico, avevamo assistito alla messa in onda di Natale in Casa Cupiello, opera tragicomica dell'amatissimo drammaturgo napoletano, che ci ha riportato in quelle atmosfere vivaci e popolari tipiche delle sue opere teatrali mantenendo, comunque, tutta l'amarezza che De Filippo amava celare dietro le battute brillanti e tempi comici, un dramma incombente che sfocia forte e incisivo nell'atto finale, cambiando gli animi degli spettatori. Quest'anno abbiamo ben due adattamenti in arrivo su Rai 1 (senza contare I fratelli De Filippo, di Sergio Rubini, trasmesso la sera del 30 dicembre): Non ti pago e Sabato, domenica e lunedì. Nel primo, in onda prossimamente (era previsto per il 27 dicembre, ma è stato momentaneamente rinviato), assistiamo alla storia di Ferdinando Quagliuolo, un uomo che ha ereditato da suo padre Saverio un banco lotto ma sogna di sbancarlo con una vincita straordinaria. Per questo motivo passa intere nottate sui tetti, affiancato dal fido Aglietiello, cercando di svelare gli arcani che si celano nella composizione e nella combinazione fumogena delle nuvole, nella speranza di ricevere i numeri giusti da giocare. Finalmente il giorno della vincita arriva ma a beneficiarne è Mario Bertolini, il suo giovane e già fortunatissimo impiegato, segretamente fidanzato con sua figlia Stella.
In Sabato, domenica e lunedì, trasmesso il 14 e disponibile su RaiPlay, le vicende vertono invece sui coniugi Rosa e Peppino. Rosa come ogni sabato prepara il ragù per la domenica, ma stavolta il marito si aggira per la cucina polemizzando per ogni cosa; il motivo si scoprirà il giorno seguente, la donna ha indossato il foulard azzurro regalatole dal vicino di casa, il premurosissimo ragioniere Ianniello. Peppino non tocca cibo e, all'ennesimo complimento rivolto dal ragioniere alla cuoca, li accusa entrambi senza mezzi termini di avere una "tresca schifosa". Abbiamo assistito alla conferenza di presentazione di questi due film in occasione del Torino Film Festival, dove il regista, le attrici Maria Pia Calzone e Fabrizia Sacchi, insieme a Sergio Castellitto in collegamento, hanno potuto parlare della loro esperienza nei due progetti, ma sopratutto di come è stato confrontarsi con un mostro sacro della drammaturgia come Eduardo De Filippo.
Adattare le opere di Eduardo De Filippo
Il primo a prendere la parola in conferenza è stato Edoardo De Angelis che ci ha tenuto a ringraziare la Rai e il Festival di Torino per lo spazio concesso ai film: "Un gesto che mi ha colpito molto è quello del servizio pubblico, di Rai Fiction, che decide di mettere a disposizione un classico con tutta la sua ricchezza al servizio di tutti. Mi ha colpito anche il direttore di questo festival che decide di dedicare uno spazio specifico a dei film che hanno una destinazione televisiva che sancisce il crollo di qualunque barriera di natura estetica esistente tra film destinati al cinema e film destinati alla messa in onda. Oggi si può parlare di una storia, di fotogrammi destinati unicamente all'essere umano che se li deve guardare e trovare giovamento." Il regista ha poi continuato approfondendo il concetto di modernità che può essere o meno applicabile a un classico: "In relazione ad un classico non parlerei di modernità, un classico contiene tutti i conflitti, i desideri, le passioni, le gioie e i dolori che riguardano ogni essere umano. De Filippo nel crogiolo delle sue opere pone insieme questi elementi, li pone insieme attraverso una giusta apposizione paradossale tra dolore e divertimento, il divertimento nonostante il dolore. Se analizziamo le opere di De Filippo sono tecnicamente non delle commedie, ma delle tragedie, eppure nella percezione popolare queste sono opere che fanno ridere, fanno ridere nonostante il dolore. Credo che uno dei lasciti di De Filippo sia la capacità di far convivere l'elemento doloroso con quello gioioso nella stessa drammaturgia, nel nostro caso che abbiamo scelto un altro mezzo per raccontare queste storie nello stesso fotogramma."
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Importante aspetto su cui porre l'accento è stato anche quello della famiglia nelle opere di Eduardo De Filippo: "Si trattava di fare una riflessione sul tema della famiglia. Abbiamo voluto raccontare l'evoluzione della classe borghese nei decenni cominciando con il 1950 quando abbiamo solo i primi vagiti di questa borghesia molto forte nella dimensione popolare del dopoguerra. Poi con Non ti pago ci siamo affacciati in pieni anni cinquanta quando la borghesia cominciava a prendere corpo e la famiglia aveva dei connotati differenti, si faceva strada il sogno dell'arricchimento immediato, il sogno del gioco, l'idea di questo bilico tra la vita e la morte che il gioco è. Fino ad arrivare ad una dimensione di borghesia ricca, cambiando però alcuni segni importanti nell'idea della composizione della famiglia perché Eduardo, nel momento stesso in cui pronuncia la parola famiglia sta parlando di disgregazione della famiglia, nel momento stesso in cui pensa la parola padre sta parlando della crisi del patriarcato. Il racconto che mette in scena è un racconto di disorientamento della famiglia eppure ogni singolo frammento lui lo ama cercando una sintesi presepiale."
Sentire la responsabilità
Recitare in una commedia di Eduardo non deve essere semplice, lo ha raccontato Maria Pia Calzone interprete di Concetta Quagliuolo in Non ti Pago: "Prima del divertimento ho sempre tanta paura. Quando Edoardo mi ha detto che mi avrebbe affidato quel personaggio, l'ho investito con tante paranoie. La commedia è matematica, bisogna essere presenti a se stessi e a quella lingua. Tutte le scene me le riguardavo nel testo originale per vedere le varie sfumature. La nostra premura come attori davanti ad un testo così sacro è percepita. Le donne di Eduardo sono archetipi femministi, donne forti che cercano di tenere unita la famiglia. Quello che spero che questa donna comunichi è questo: la capacità di prendere e tenere uniti i pezzi di queste famiglie mettendo amore in ogni frammento." Anche Fabrizia Sacchi ha raccontato cosa è stato per lei andare sul set di Sabato, domenica e lunedì: "Sabato domenica e lunedì è una guerra e già che uno va sul set per andare in guerra corrisponde alla mia idea di recitazione. Il mio personaggio è come gli altri: sono delle icone, degli archetipi, come napoletana significa attingere al mio inconscio e lavorare sul mio istinto attraverso una lingua teatrale perfetta. È un classico scritto in maniera teatrale, profonda, è mettersi s servizio del testo di Eduardo. É stato un regalo per me fare Sabato, domenica e lunedì, perché ha significato dare fondo a tutte le mie potenzialità grazie ad un testo che è un capolavoro."
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Sergio Castellitto torna a confrontarsi con Eduardo
Anche Sergio Castellitto ha parlato delle commedie di De Filippo : "Queste sono tragedie travestite da commedie, il dolore ti viene raccontato attraverso la beffa di un sorriso. A lavorare in questa drammaturgia senti il filo comune della visione del mondo e quell'idea straordinaria per la quale Eduardo era un attore che scriveva. Questo dominare la materia dal punto di vista della scrittura e della performance è abbastanza unico nella nostra cultura teatrale. Per questo anche lo scorso anno tutti erano preoccupati per il misurarsi con la statura di Eduardo. Qual è il salto in più di questo progetto? La verticalità del cinema e questa glie l'ha data De Angelis." Castellitto ha anche raccontato della prima volta che ha potuto assistere ad uno spettacolo di Eduardo: "Il primo contatto più materico fu quando ero studente di arte drammatica, come studente avevo uno sconto sui biglietti e andai all'eliseo con Natale in casa Cupiello, per noi era come Vasco Rossi, era una rock star, un punto di arrivo a cui tutti aspiravano."
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