In una Chicago periferica, ben lontana dal centro culturale fatto di grattaceli, opere d'arte cittadine di fama mondiale e raffinati scorci urbani, Davis Lamb (Ross Partridge) vive una vita infelice. Sbattuto fuori casa dalla moglie dopo la scoperta della sua infedeltà, si divide tra le notti passate in motel ed un lavoro d'ufficio ripetitivo che condivide con la giovane amante per la quale non prova nessun sentimento ma che sfrutta per un po' di quel calore umano del quale ha bisogno per fingere di non essere immerso in un totale fallimento emotivo. Il giorno del funerale di suo padre, un uomo carico di rabbia e risentimento, Davis se ne sta seduto nel parcheggio di una stazione di benzina quando una bambina travestita da adulta, Tommie (Oona Laurence), con una borsa laccata, una minigonna e delle scarpe con i tacchi che tradiscono la sua figura infantile, gli si avvicina per chiedergli una sigaretta. Una sfida lanciata dal gruppo di amiche con le quali trascorre i pomeriggi, abbandonata a sé stessa da una madre incapace di prendersene cura. L'uomo, per insegnarle come quella sfrontatezza possa nascondere delle insidie, le propone di mettere in scena il suo finto rapimento per dare una lezione a quelle apparenti "amiche". Tra i due nasce immediatamente un legame profondo, una connessione insolita vista la differenza d'età che li divide. Davis e Tommie si riconoscono, si accettano e si specchiamo l'uno nell'altra. Lui vede in lei il bambino che è stato, lasciato a sé stesso da dei genitori assenti e lei trova un riferimento emotivo e paterno in quell'uomo estraneo alla sua vita.
La strana coppia decide di intraprendere un viaggio che da Chicago lì porterà ad Ovest, fino alla casa immersa nella natura nella quale l'uomo ha trascorso l'infanzia. Quello che ad occhi esterni è un rapimento di minore (del quale Davis è ben consapevole), diventa un road movie della solitudine, una fuga da quelle vite misere ed infelici nelle quali erano relegati. Un viaggio ansiogeno per lo spettatore che li osserva aspettando che si spezzi quell'apparente velo di normalità e si compia l'orrore.
Due solitudini
Lamb, presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival, è un dramma provocatorio che mette in scena un'amore impossibile, considerato tabù e raccontato con delle sfumature da thriller per mettere alla prova la psicologia dello spettatore muovendosi su un confine molto sfumato intriso di ambiguità. "L'ambiguità nel romanzo è un tratto caratteristico così come nella condizione umana. L'abbiamo calcata per non dare tracce allo spettatore e abbiamo deciso di immergerlo in una situazione di disagio per far rimanere a galla questa stessa ambiguità. Una cosa non molto indagata nel cinema e credo sia per questo che funzioni" commenta il regista che ha vissuto l'esperienza produttiva del film nella doppia veste di attore e regista. "Non è mai facile trovare i finanziamenti per i film indipendenti come questo. Abbiamo costruito la produzione su un solo finanziamento e mi sono circondato di collaboratori eccezionali. Essendo un film molto intimo, poi, sarebbe stato impossibile affidare ad un altro attore un ruolo simile".
La pellicola, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Bonnie Nadzam, al quale il regista ha cercato di rimanere il più fedele possibile, nonostante le difficoltà produttive - "abbiamo dovuto fare delle scelte cinematografiche legate al budget. Molte sezioni di riflessioni del libro le abbiamo condensate in delle immagini, senza però occultare nulla del rapporto tra i due" - è incentrata a descrivere l'unione delle solitudini di due essere umani che hanno trovato nell'altro una possibilità di riscatto, sebbene la sceneggiatura, riuscita nella prima parte - con un incontro folgorante - sia troppo evidenziata ed esagerata nel finale. "Anche nel romanzo è evidente il bisogno dei due di trascorrere del tempo l'uno con l'altra. E proprio la trasformazione dei personaggi grazie all'astrazione e all'isolamento dagli altri è necessaria per il loro futuro" sottolinea Partridge.
Un road movie sui generis
Tutta la sezione centrale è concentrata sul viaggio, fatto di tappe consumate in stanze sempre diverse di motel, che porta i due dal grigiore delle loro esistenze verso i paesaggi di un'America immersa nel verde e sospesa in un tempo indefinito ma che non diventa protagonista centrale della narrazione, lasciando che siano i volti ed il legame tra i due il vero fulcro del racconto. "Davis e Tommie sono inseriti in una bolla e volevo che gli spettatori si concentrassero su quello piuttosto che sulla strada o il paesaggio che invece era una parentesi di sollievo, un rifugio, che si trasformava in base all'evoluzione della storia" afferma il regista. La storia non emette giudizi morali o etici ma si limita a mostrare la connessione tra i due ed il tentativo, goffo e ambiguo, di Davis di aiutare la giovanissima Tommie. "Il mio personaggio cerca di esprimere nel migliore dei modi la propria personalità per dare il meglio di sé. Il problema è che non ha i mezzi per farlo e cerca di mantenere un comportamento eticamente ineccepibile con tutti i suoi limiti" conclude Partridge, recentemente visto ne Il segreto dei suoi occhi, che nel corso della conferenza stampa ha anticipato che tornerà a lavorare con Bonnie Nadzam, attualmente impegnata nella stesura di un nuovo romanzo dal quale il regista trarrà la sceneggiatura per il suo prossimo lavoro, questa volta ambientato nel futuro.
Movieplayer.it
2.5/5