Il giorno che i fan di Roger Waters aspettavano è arrivato. Dopo aver concluso trionfalmente il tour Us + Them, il musicista è approdato a Venezia 2019 per presentare Roger Waters: Us + Them, docufilm che racconta il concerto. E la musica è al centro della pellicola che mostra lo storico bassista dei Pink Floyd sul palco, intento a mescolare passato e presente musicale di fronte a una folla di fan festanti. Per chi si è perso il tour, il film uscirà nei cinema con Nexo Digital solo il 7, 8 e 9 ottobre. Il musicista inglese torna ad avvalersi della collaborazione del regista Sean Evans, che lo accompagna a Venezia. Parlando della genesi di Roger Waters: Us + Them, Waters specifica: "Sono stato in tour molti mesi, ho fatto 157 concerti in giro per il mondo, sarebbe stato ridicolo non non farne un film".
Come Roger Waters: Us + Them, anche il precedente Roger Waters the Wall(2014) nasceva dall'esperienza di un tour mondiale, ma al concerto vero e proprio si sovrapponeva una parte fictional in cui Waters andava alla ricerca della tomba del padre, caduto ad Anzio durante la Seconda Guerra Mondiale. Come spiega il musicista, "il viaggio alla scoperta di mio padre era parte del disco autobiografico The Wall. Stavolta il discorso non è autobiografico, ma politico. Credo nei diritti umani e nella Dichiarazione di Parigi. Questo è il punto di partenza per aggiustare le storture. Non posso continuare a fare film su mio padre, per quanto sia importante per me. La sua è la storia di un eroe. In un primo tempo si era rifiutato di andare in guerra, poi ha cambiato idea, ha combattuto contro i nazisti ed è morto pochi mesi prima che io nascessi. Questa è la storia di un eroe che ha formato la mia vita e sentivo il bisogno di indagare su di lui. Il capitolo del film su mio padre è stato una prosecuzione di The Wall, un elemento personale che ha chiuso un capitolo. Questo film contiene un forte messaggio sui migranti, riprende i messaggi che lancio nello show".
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Resist: il messaggio politico vola sulle ali della musica
I volti festanti che cantano sulle note dei brani dei Pink Floyd in Roger Waters: Us + Them testimoniano la capacità di Roger Waters di far presa sui giovani con la sua musica. Lui ammette di esserne felice perché "i giovani sono il motore del mondo. E' a loro che mi rivolgo, non a chi compra il biglietto più costoso a sedere. Incoraggio i giovani a leggere opere come 1984 o La fattoria degli animali, abbiamo bisogno che comprendano il bene e le idee, non possono passare il tempo anestetizzati dagli iPhone. L'educazione avviene solo attraverso la lettura e lo studio. La connessione tra gli individui è ciò che può portare gioia nel mondo, non i fottuti iPhone".
Il messaggio politico veicolato da Roger Waters, quel RESIST stampato a lettere capitali sulle t-shirt dei ragazzini che accompagnano il musicista durante l'esecuzione di Another Brick in The Wall, eppure vi sono giovani simpatizzanti di destra, come i supporter di Bolsonaro in Brasile, che si dichiarano anche suoi fan. "Se un mio fan vota Bolsonaro non ha capito il mio messaggio" ribatte Waters. "Il Brasile è maledetto dalla disparità tra ricchi e poveri, il sistema attacca le persone che distribuiscono ricchezza e potere alle persone meno abbienti. In tal modo i ricchi diventano più ricchi e i poveri restano poveri. Bolsonaro, Trump, Boris Johnson contribuiscono a distruggere il nostro pianeta per arricchire i ceti abbienti e la gente non se ne rende conto. Solo l'istruzione può combattere tutto questo."
I Pigs governano il mondo
Nel 1977, per denunciare le malefatte dei politici, Roger Waters ha scritto l'allegorica Pigs. Cosa è cambiato nei politici di oggi? "Boris Johnson è più maiale di Churchill, per lo meno Churchill era più colto" ammette Roger Waters. "Sono entrambi parte di un élite che si occupa di tenere le persone povere in schiavitù per controllarle. La pace e la cooperazione non producono profitto, la guerra sì. Così i politici inventano nemici per accumulare ricchezza e mantenere il controllo sulla popolazione. Bolsonaro e Trump hanno convinto i poveri che ne rappresentano gli interessi, questo fa parte della tattica neofascista, come mettere a tacere le voci contro. Ho cercato di incontrare Lula e non mi è stato permesso, gli stessi poteri hanno impedito alla stampa di scrivere di me che suono per la liberazione di Julian Assange. Cercano di silenziare tutte le voci che parlano di questa narrativa".
Con Roger Waters ospite a Venezia, è d'obbligo una domanda sulla politica italiana e sulla chiusura dei porti attuata dal governo caduto da poco. Waters ammette: "Non conosco i dettagli della situazione italiana, ma c'è un movimento generale che invita a scagliarsi contro i poveri. La scienza ha dimostrato che l'umanità proviene dall'Africa, siamo tutti fratelli e sorelle africani e siamo divisi dai nazionalismi. Stiamo distruggendo questo piccolo pianeta in cui viviamo. Se pensiamo alla retorica americana della 'Land of the free', chi è davvero libero? I migranti cercano di recarsi negli Usa o in Italia alla ricerca di una vita migliore, ma i politici fanno serpeggiare la paura del diverso. I migranti africani non annegano nel Mediterraneo perché vogliono rubarvi la pizza, ma perché sono disperati".