Il mio amico robot, la recensione: un viaggio nei sentimenti e nella potenza espressiva dell'animazione

La nostra recensione di Il mio amico robot (Robot Dreams), primo film animato di Pablo Berger, che racconta una storia fatta di crescita emotiva e sentimenti universali.

Il mio amico robot, la recensione: un viaggio nei sentimenti e nella potenza espressiva dell'animazione

Non lasciatevi ingannare dall'animazione colorata e vivace: ingiustamente etichettato con la dicitura Kids Screening al Festival di Cannes, Il mio amico robot è un film adulto e profondo, una storia che parla di rapporti umani con maturità e disillusione. L'animazione troppo spesso viene etichettata come qualcosa per bambini ma è invece un mezzo espressivo la cui versatilità e valore artistico non devono essere rilegati alle sole storie per i più piccoli. Si è espresso a sostegno di questo concetto anche Guillermo Del Toro nel suo discorso della premiazioni all'Oscar e questo di certo non fa onore ad una manifestazione, come quella francese, che invece dovrebbe avere una particolare attenzione verso le varie declinazioni del cinema. Detto questo possiamo ora addentrarci a parlare di un lungometraggio dai tanti punti di interesse, eccellente esordio nel mondo dell'animazione di Pablo Berger, nella cui recensione cercheremo di raccontare, ovviamente senza spoiler, le tante particolarità di un'opera delicata tratta dall'omonima graphic novel di Sara Varon, una storia muta che lascia parlare direttamente i sentimenti.

Solitudine e vita nella trama

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Robot Dreams: una foto del film

Cane, è così che il suo nome appare sul citofono di casa, vive da solo, gioca ai videogiochi e scalda cibi precotti per cena, ma sente sempre di più il peso della solitudine, la mancanza di condividere momenti e passioni con qualcuno. Proprio per questo compra, tramite una televendita, un robot da compagnia assemblabile a casa. Una volta uniti tutti i pezzi Robot prende vita ed è per Cane il compagno di vita che desiderava: presente, vivace, curioso e affettuoso. Per un certo periodo fanno insieme diverse esperienze in una New York degli anni Ottanta colorata e viva, ricca di opportunità e divertimenti. Dopo una giornata passata al mare tra sole e nuotate, però, Robot ha dei problemi che daranno inizio ad una lunga e dolorosa separazione.

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Un film più adulto di quello che sembra

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Robot Dreams: una scena del film animato

Il mio amico robot - Robot Dreams, come già accennato, è un film d'animazione che punta prima di tutto sui sentimenti grazie ad una serie di situazioni che, anche prese singolarmente, sono pura poesia. I sogni di Robot scandiscono la narrazione, momenti onirici che raccontano la paura dell'abbandono, la solitudine e i desideri di questo particolarissimo personaggio, le cui consapevolezze crescono con l'andare avanti della storia. La sua è una crescita sia mentale che emotiva perché, proprio come un bambino, all'inizio deve imparare tutto sul mondo ma soprattutto su se stesso e su sentimenti tanto naturali quanto complessi. Cane, dal canto suo, tenta una serie di occasioni di socializzazione atte a rendere più sopportabile il dolore derivante dalla separazione da quello che è stato, per un tempo felice, suo compagno di vita. Le loro conquiste emotive, il loro prendere coscienza di alcuni meccanismi sociali ed emotivi li rende personaggi reali e incredibilmente ben scritti.

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Robot Dreams: una sequenza del film

Non c'è probabilmente un individuo sulla Terra che almeno una volta non abbia provato ciò che loro raccontano e proprio per questo ci teniamo a ribadire che questo lungometraggio animato è forse più adatto agli adulti che ai bambini. Non ci sono scene esplicite o che potrebbero disturbare i più piccoli, ma la storia raccontata risulta di sicuro più chiara a chi negli anni ha potuto sperimentare tutta quella gamma di emozioni e sensazioni che travolge i due protagonisti. Il tono del racconto è quindi decisamente maturo, il rapporto tra Cane e Robot non è qualcosa di definito, potrebbero essere amici o amanti, poco importa perché tutto viene riportato a qualcosa di più primitivo, a un affetto tangibile e che non necessita di essere ascritto a nessuna etichetta per essere raccontato, qualcosa di così semplice e puro che è comunque abbastanza potente da costituire le basi per l'intera durata del film.

Sullo sfondo la cultura pop anni ottanta

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Robot Dreams: un'immagine del film

A dare colore e contesto a Robot Dreams ci pensa l'ambientazione: questa New York anni Ottanta popolata da animali antropomorfi è colorata e vivace, una metropoli nella quale i rapporti umani sono difficili ma dove non mancano occasioni di aggregazione. In questo contesto Berger inserisce diversi elementi appartenenti alla cultura pop di quegli anni, oggetti cult che causeranno un tuffo al cuore a chi quel periodo lo ha vissuto: dal videogioco Pong alla moda dei pattini a rotelle, fino a titoli cult della letteratura come Pet Sematary di Stephen King, ogni elemento riporta chiaramente a quella che è definibile come l'epoca d'oro del pop.

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Robot Dreams: una scena del film

Se non vi bastassero le numerose citazioni, che vi invitiamo a scovare tutte, sappiate che non riuscirete più a togliervi dalla testa September degli Earth, Wind & Fire: il brano accompagna alcuni momenti salienti della narrazione imprimendosi quasi indelebilmente nella vostra memoria. Il mio amico robot è quindi un viaggio nei sentimenti, un lungometraggio che in alcune parti si dilunga forse un po' ma che in fin dei conti è un'ottimo esempio di potenza espressiva del cinema di animazione.

Conclusioni

Per riassumere la nostra recensione di Robot Dreams possiamo affermare che l'esordio alla regia di Pablo Berger è un piccolo gioiello cinematografico. Con uno stile animato semplice e colorato racconta un viaggio alla scoperta di sentimenti e consapevolezze emotive in modo delicato, maturo e struggente. Meravigliosi i tanti richiami alla pop culture di una New York viva e interessante.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • I due protagonisti e la loro crescita emotiva.
  • I tanti richiami alla cultura pop anni ottanta.
  • L’animazione semplice, colorata ma molto espressiva.

Cosa non va

  • In alcune parti il film tende a dilungarsi un po' troppo.