L'accoglienza riservata dalla RAI a Roberto Benigni fa sembrare le presentazioni di programmi e fiction come le cerimonie delle squadre di calcio delle elementari rispetto alle conferenze della Champions League. Applausi, strette di mano, clip e promo in pompa magna per festeggiare quelli che Giancarlo Leone, direttore di Rai Uno, chiama i "42 anni di connubio" tra l'artista e l'emittente di Stato, fin dai tempi di Onda Libera.
Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, annuncia le due serate, in onda sulla rete ammiraglia in prima serata il 15 e 16 dicembre, dedicate ai Dieci Comandamenti come "un grandissimo evento, di proporzione biblica. Non lo perdete: il prossimo potrebbe essere tra duemila anni! Saprà stupirci e ammaliarci e tutti i verbi e gli aggettivi non basterebbero a descriverlo". Il Premio Oscar è incontenibile e si lancia in un monologo-show dei suoi: "Sento un pochino di stellio - dice - mentre mi trovo per la prima volta nella sala degli Arazzi di viale Mazzini nell'annunciare un argomento di questa bellezza. Mi sto montando la testa? Allora il prossimo anno mi dedico all'esegesi dei Sette Nani e su Brontolo di cose da dire ne avrei un bel po'". Toni eccitatissimi per un equilibrio non facile tra il serio e il faceto. "Queste sono le parole più famose della Bibbia, che è il libro più famoso del mondo quindi sono le parole più famose del mondo".
Uno spettacolo senza precedenti
Non è dato sapere nulla sulla struttura o sulla divisione dei contenuti, anche se la formula potrebbe ricalcare quella de La più bella del mondo, la serata sulla Costituzione italiana che nel 2012 ottenne una media del 53,94% di share e oltre 12 milioni e mezzo di spettatori. "Non c'è storia più bella - spiega - da Spartacus alla primavera araba, è d'ispirazione per qualsiasi movimento di libertà, parla di Dio e degli uomini. Si rimane stupefatti: l'infinito entra nel quotidiano e si diventa immortali anche solo prendendo un caffè". Niente a che fare con il "misticismo", precisa, perché "il senso religioso c'è anche se uno parla dell'universo o della politica. A me gli atei sembrano un po' noiosi perché parlano sempre di Dio". E tutto a che fare con lo show business: "Ho sempre obbedito alla legge dello spettacolo e la regola aurea è far luce su qualcosa che dentro di noi si muove". La sola idea, buttata lì per gioco durante l'intervista, ha suscitato una reazione immediata: "Mi batteva il cuore - ricorda - quando ho chiamato subito Lucio Presta per dirglielo ed è restato muto. Quando fa così vuol dire che una cosa si deve fare".
Un posto per...
"Mosè - dice - poteva pensare che dopo tremila e cinquecento anni avremmo parlato di lui in Rai? È un uomo che per salvare un popolo disperato sale su un colle e chiede informazioni. Domandarsi se i dieci comandamenti siano attuali è come farsi la stessa domanda sul teorema di Pitagora. Si tratta di regole che riguardano l'amore e la fedeltà". A chi gli chiede quanto spazio sarà presente per la satira al premier risponde: "Di Silvio Berlusconi abbiamo parlato per vent'anni, è stato un bell'argomento. I comici dicevano: "Lo rimpiangerete", ma non è vero. Ci saranno riferimenti alla vita, ai giorni presenti ed è un mio dovere fare, come accade nella Bibbia, in maniera festosa ed ironica. Matteo Renzi ce lo troveremo davanti di sicuro". Non solo TV, però: "Sto preparando il prossimo film - confessa - ma siamo ancora nella fase del soggetto. Ho proprio desiderio di rifarne uno. Non sarà a soggetto religiosa ma verrà fatto con religiosità nel cinema". A proposito dello sguardo sull'oggi non poteva mancare il riferimento all'alluvione di Genova: "Sono vicino alla popolazione. Vorrei dire l'incredulità di quello che è successo quando ne conosci le cause. Lì ci sono tre comandamenti deturpati: Non dire falsa testimonianza, Non rubare e Non uccidere. Su di loro viene sputato ed è terribile. Sembra una piaga e una punizione per una città che meriterebbe tutto il bene del mondo. Non viene dal Signore ma dagli uomini. Vorrò essere vicino in tutte le maniere, ma sono cose che appartengono alla profondità di ognuno di noi. Non parlo solo di gesti di solidarietà ma di donarsi completamente, essere lì fisicamente a spalare e a sporcarsi. Non c'è niente che pulisca di più di sporcarsi così".