Robert Redford è stato tante cose: un grandissimo attore, un regista superbo, un grande sostenitore del cinema indipendente. Ma è stato anche, suo malgrado, un'icona di stile. Sin dai suoi primi passi nel cinema ha incarnato un'eleganza disinvolta e un fascino naturale tali da catturare l'attenzione senza bisogno di eccessi.
Alto, biondo e atletico, era il perfetto golden boy californiano: un ragazzo dall'aspetto solare e rassicurante, ma con uno sguardo brillante.
Una nuova idea di estetica wasp: l'approccio di Redford al look
La sua è l'America pulita delle camicie Oxford sbottonate, dei blazer morbidi, dei chino portati come una seconda pelle. In A piedi nudi nel parco, accanto a Jane Fonda, Robert Redford veste i panni del giovane marito dall'aria casual chic e il pubblico si innamorò immediatamente di quell'eleganza rilassata che sembrava sgorgare senza sforzo.
Da subito Hollywood lo notò non solo come attore di talento, ma anche come simbolo di un nuovo ideale maschile raffinato ma accessibile, classico ma informale.
Gli anni '70 di Robert Redford: quando lo stile diventa mito

Gli anni '70 sono stati senza dubbio il periodo in cui la sua immagine ha brillato più intensamente. In quel decennio l'attore di Santa Monica è protagonista di film leggendari - da Come eravamo a Tutti gli uomini del presidente, fino a Il grande Gatsby - e ognuno di questi titoli regala al pubblico look memorabili.
Sul grande schermo passa con disinvoltura dal completo elegante al jeans polveroso: indimenticabile il suo Sundance Kid in Butch Cassidy, con cappello a tesa larga e gilet di pelle, un bandito dal fascino ribelle ma pulito. Così come il suo Jay Gatsby, impeccabile nei tre pezzi color crema disegnati da Ralph Lauren, che incarnano alla perfezione tutto il glamour dei ruggenti anni '20.

Ne I tre giorni del condor, invece, lo vediamo girare per New York con dolcevita, giaccone di lana e occhiali da sole, definendo un ideale di look urbano pratico e allo stesso tempo incredibilmente cool.
Ma Redford sapeva indossare qualunque outfit - dal vestito gessato da truffatore ne La stangata al ruvido cappotto di pelliccia del trapper in Corvo Rosso non avrai il mio scalpo - e grazie a lui gli abiti diventavano iconici al pari dei personaggi.

La capigliatura bionda, la pelle ambrata, l'atteggiamento rilassato compongono una silhouette che resta negli occhi. Il dialogo con un certo immaginario "prep" americano esplode proprio in quegli anni. L'idea che il gusto wasp potesse essere romantico, sportivo, avventuroso e insieme impeccabile trova in lui l'ambasciatore perfetto.
Non è solo il completo chiaro o la camicia col collo morbido, è soprattutto il gesto, la nonchalance, il portamento che trasformano il classico in desiderio, un completo banale in qualcosa da avere assolutamente. Ancora oggi molte tendenze contemporanee arrivano a noi filtrate dal suo carisma, e non è un caso.
Dagli '80 ai '90 e quel carisma che non sbiadisce

Con gli anni '80 Redford affina il lessico classico. Dentro e fuori dal set sceglie completi a due bottoni dalla spalla morbida, tinte neutre (blu scuro, grigi caldi, cammello), camicie compatte e cravatte sobrie. È l'era della misura dove il taglio conta più dell'effetto.
In La mia Africa l'estetica safari - camicie in lino, pantaloni chiari, giacche leggere - diventa grazie a lui eleganza da viaggio, mentre sui red carpet emerge un formalwear privo di ostentazioni. Qui lo smoking è sempre calibrato sul corpo e sulla personalità prima che sul protocollo.

Negli anni '90 la maturità si traduce in una semplicità di stile solo apparente: tanto knitwear, giacche di tweed, velluto a coste, stivali dal gusto western e gli immancabili occhiali aviator. L'uomo Redford cresce senza rincorrere i trend, ma attraversandoli restando riconoscibile. Molti capi amati dall'attore sono diventati dei veri must del guardaroba maschile e non si contano gli stilisti e i costumisti che hanno tratto ispirazione dai suoi look.
Per non parlare dell'eredità vivente nelle star più giovani: quante volte è stato paragonato un giovane attore biondo e affascinante a Redford? Brad Pitt, su tutti, con la sua disinvoltura californiana e i suoi completi classici portati con T-shirt, deve molto a quella strada aperta dal golden boy di Hollywood.
Oltre il red carpet: uno stile personale autentico che mescola moda, impegno e attivismo

Lontano dai riflettori, Redford è l'uomo del suo ranch nello Utah: flanelle morbide, denim dritti, giacche cerate, parka, sciarpe lasciate cadere senza calcolo. Il cappello a tesa larga non è solo un vezzo ma diventa un oggetto utile. Così gli stivali, così i piumini, così i guanti in pelle.
Il suo attivismo ambientalista e l'impegno nel sostegno al cinema indipendente (il "sistema" Sundance) dialogano con un guardaroba funzionale. Capi tecnici quando servono, filati naturali, colori terrosi - verde oliva, tabacco, sabbia, marrone corteccia - che sembrano rubati ai paesaggi che ama. In questo equilibrio di necessità e gusto, Robert Redford rende desiderabile l'idea di un'eleganza che nasce dagli spazi aperti e non dai palchi.
Come Robert Redford ha cambiato il modo di vestirsi degli uomini

Non è stato certo lui a inventare lo stile classico americano. Lo ha però reso aspirazionale e contemporaneo, spostandolo dal territorio del "borghese corretto" a quello del desiderio più pop, alla portata di tutti. Insomma, Redford ha normalizzato l'idea di un'eleganza maschile che lavora di sottrazione.
Il parallelo con alcune star successive e con lo stile, come il già citato Brad Pitt, di un certo cinema indipendente è inevitabile: tutti, in modi diversi, si muovono dentro un solco che lui ha reso popolare. Anche il cosiddetto "quiet luxury" di oggi porta tracce redfordiane: colori sommessi, fit confortevoli, materiali nobili e soprattutto outfit che non "urlano".
In fondo la regola, se c'è, è solo una: l'abito come estensione credibile della persona. La sua immagine è rimasta intatta perché non è mai stata una maschera. Dietro il sole sulla pelle, dietro il biondo "disordinato a regola d'arte", c'è un'idea semplice e potente di stile che si basa su tre pilastri: autenticità, misura, qualità.
È per questo che il suo guardaroba continua a ispirare e che il suo nome, oggi come ieri, suona come un sinonimo di eleganza senza tempo.