Dopo un'anteprima nel luogo festivaliero più adatto per i contenuti su adolescenza e pre-adolescenza, il Giffoni Film Festival, nel luglio scorso, arriva finalmente su Netflix Riv4li, la serie spin-off di Di4ri, dalla stessa creatrice Simona Ercolani e prodotto da Stand By per la regia di Alessandro Celli. Stesso contesto, quello delle medie ma diversa location: dalla Marina piccola di Capri ci spostiamo a Pisa per 14 episodi dai precisissimi 35 minuti, in cui facciamo la conoscenza di Terry (Kartika Malavasi), costretta per il trasferimento dei genitori, a frequentare l'ultimo anno di medie a Pisa invece che nella sua città natale, Roma.

Nella nuova scuola troverà una situazione divisoria tipica alla Mean Girls, da un lato i ragazzi cool riuniti in un gruppo capitanato dall'affascinante e benestante Claudio (Samuele Carrino) con il playboy Dario, suo secondo in comando e dall'altro i nerd, introversi, e meno "vincenti". Dopo un tentennante inizio, Terry sceglierà di stare dalla parte dei buoni, per poi scoprire che a scuola come nella vita, non è tutto bianco e nero, e fare la cosa giusta è una scelta da fare ogni giorno.
Ercolani non si sforza di uscire dal seminato di quanto costruito con Di4ri ma fa un passo in più per sviluppare meglio le tematiche che ha avuto modo di esplorare con le due stagioni che vedevano protagonista Andrea Arru, nel ruolo di Pietro ( che, spoiler, farà un'apparizione) e, dentro i limiti e i difetti della serie, riesce meglio a raggiungere il suo scopo.
Riv4li si rivolge ad un pubblico di ragazzi di elementari e medie e sarà amato da chi ha amato Di4ri, quasi sicuramente senza andare oltre il suo target.
Insider e outsider

Se in Di4ri le fazioni e le posizioni da prendere all'interno della scuola erano più difficilmente identificabili e sfumate, Riv4li, come il titolo stesso suggerisce, evita la confusione. Coloro che riescono nello sport, il calcio questa volta e non il basket (come Di4ri) e sono brillanti con chi gli interessa e scostanti con chi ritengono inferiori, si fanno chiamare gli Insider. Faro tra loro, il leader, Claudio, un Samuele Carrino, in un ruolo totalmente opposto a quello che lo ha reso famoso in Il ragazzo dai Pantaloni rosa e buona occasione per il giovane attore di aprirci lo sguardo sull'adolescenza da un'altra angolazione. Gli outsider, ça va sans dire, sono quelli che subiscono, in un modo o nell'altro.
Riv4li però, grazie anche alla breve sosta di Terry in un gruppo per poi passare all'altro, rende chiaro che nessuno è perfetto e che il continuo gioco di scherzi e vendette non funziona mai, neanche quando pensi di essere dalla parte giusta della barricata. Ed a proposito di barricata, Ercolani e Celli il muro lo costruiscono veramente, quello che la Preside della scuola e madre di Paolo (Duccio Orlando), uno degli outsider, erige a dividere le medie dalle superiori, ospiti dell'edificio, a tempo indeterminato. La divisione fisica porterà degli sconvolgimenti nei protagonisti, il cui percorso di scontri e rivalità, li renderà consapevoli che le barriere fisiche sono solo una scusa per evitare il confronto con visioni diverse dalla propria.
L'altro lato del bullo

Nella maniera sempre molto semplice e leggera con cui tratta tutto, Riv4li, si avvale dell'aiuto di Samuele Carrino, l'arrogante Claudio per permetterci di guardare l'altro lato del bullo. Non solo il prevaricatore che esclude chi è all'apparenza più debole e non conforme ma qualcuno che, nella sua dimensione privata, vive una profonda solitudine. Giorni fa Benedict Cumberbatch, durante una masterclass a Zurigo, ha ricordato che le persone peggiori in questo mondo sono gli adulti che da piccoli non hanno ricevuto le giuste attenzioni e cure, l'amore che meritavano. Una sicura generalizzazione ma anche un modo per provare a comprendere spesso azioni e comportamenti abusivi e prepotenti, bollati semplicemente come cattivi. Riv4li ce lo semplifica e dà la possibilità al suo villain di redimersi lungo la strada ma, considerando il suo target, è giusto che si ponga la domanda sull'origine di quella rabbia e del desiderio di offendere, relegare, escludere.
Solita formula, stessi difetti

Riv4li segue, come abbiamo detto, la stessa identica formula di Di4ri, anzi, per certi versi, la spinge al massimo. La quarta parete viene abbattuta di continuo, da tutti i componenti del cast, con tanto di sonoro di avvertimento sul cambio di interlocutore. I ragazzi di Riv4li si confidano con lo spettatore, gli confessano dubbi e rivelano sentimenti, emozioni. "Ho dato il mio primo bacio" dichiara Claudio guardando in camera. Alla lunga può risultare stancante ma il rituale seguito dalla serie infonde sicurezza in un pubblico che cerca stabilità e punti fermi e sapere cosa aspettarsi è al contempo pregio e difetto di uno show.
Sarà invece perdonabile e trascurabile solo per i super fan, la scarsissima capacità recitativa soprattutto della compagine adulta del cast. Dialoghi recitati in modo scolastico, con inflessioni buttate lì senza contesto. Per non parlare del paradosso, che coinvolge anche Di4ri di ambientare una serie in un luogo che è tanto definito quanto completamente privo di persone che lo rappresentano, a partire dall'accento. A Pisa, di pisani o per lo meno toscani, ce ne saranno forse tre in tutto. E che dire delle "finte" ragazze spagnole che i ragazzi incontrano durante una gita a Venezia? l'effetto imbarazzante è lo stesso di quando, nelle serie e film americani, arriva il personaggio italiano e lo senti che parla l'italo americano alla Il Padrino. Un po' di accuratezza linguistico-geografica non guasterebbe per andare oltre i pre- adolescenti.
Conclusioni
Riv4li, spin off della serie Netflix Di4ri, dalla stessa creatrice Simona Ercolani, prodotta da Stand by me con la regia di Alessandro Celli, propone la stessa identica formula di successo del suo predecessore: scuole medie, rivalità, primi amori, ricerca di identità e abbattimento della quarta parete. La stessa formula porta anche gli stessi difetti in un prodotto che si propone di facile lettura con grandi superficialità in recitazione e tematiche affrontate. Riv4li ha però le idee più chiare di Di4ri e sviluppa i suoi temi con maggiore consapevolezza di limiti e potenzialità, grazie anche al contributo efficace dei nuovi protagonisti, Samuele Carrino e Kartika Malavasi.
Perché ci piace
- Samuele Carrino e Kartika Malavasi hanno un carisma notevole.
- Prova a guardare anche il punto di vista dei bulli.
- Continua a stabilire un dialogo con lo spettatore grazie all’abbattimento della quarta parete.
Cosa non va
- Spesso abusa della quarta parete abbattuta e riempie troppo una scena.
- Pecca tantissimo in recitazione, soprattutto nella compagine adulta.
- Non presta attenzione ad accenti e geografia perdendo di verosimiglianza.