Rielaborazione di un cult
Arriva anche dalle nostre parti, dopo vari ritardi, ma trainato da un intelligente pre-distribuzione nelle zone di villeggiatura, l'ennesimo film tratto da una serie tv. Si tratta questa volta di Starsky & Hutch: il duo di poliziotti americani dallo stile scanzonato, dall'abbigliamento funky e dal rimorchio facile su cui ci pare inutile soffermarci oltre in sede di trama. Cosa abbiamo di fronte? Sicuramente un film divertente e senza particolari pretese se non quelle di far rivivere ancora una volta sul grande schermo il mito del mito degli anni 70 e del loro aspetto più glamour, attraverso l'omaggio ad una delle serie televisive più amate e radicate nell'immaginario collettivo. Musiche, atmosfere e abbigliamenti eccessivi fanno infatti da perfetto contorno ad una pellicola che fondamentalmente non rischia niente e si affida interamente alle scorribande dell'affiatato duetto comico Ben Stiller-Owen Wilson.
Se sul piano della ricostruzione il film di Todd Phillips convince decisamente, restituendo le atmosfere più caratterizzanti della serie tv, sul piano dell'interpretazione è interessante notare come probabilmente l'anello debole è proprio Ben Stiller che invece di appoggiarsi alla sua innegabile bravura, al suo naturale aspetto divertente e ad una evidente somiglianza con il personaggio che interpreta, eccede nel tratteggio diventando una presenza ingombrante e di maniera quando non eccessiva in confronto al suo più calibrato e instintuale partner. Per ciò che concerne i personaggi di contorno, fondamentalmente si limitano alla divertente ed eccentrica prova del rapper nero Snoop Dogg (definito da Wilson l'impersonificazione del termine "cool") nel ruolo dell'informatore Huggy Bear, in quanto la scrittura delle figure che roteano intorno ai protagonisti (su tutti il loro capo e i "cattivi") è alquanto deficitaria. Immancabile il cameo, ben congegnato, quanto però scontato ed in un certo modo malinconico (a chiunque abbia amato la serie farà un po' di tristezza vedere i due protagonisti originali muoversi come pesci fuor d'acqua in quei due minuti scarsi a loro dedicati).
Il film, quindi, seppur ennesima, paradigmatica conferma di un momento di generale crisi creativa dell'industria cinematografica americana (costretta sempre di più a spremere tutto lo spremibile, nella continua e stagnate pratica del riadattamento e del remake) funziona e diverte anche se si adagia sovente su sé stesso e su una comicità eccessivamente centrata sulle gag più che sulla scrittura di intrecci e situazioni particolarmente azzeccate. E' infatti decisamente curioso notare come la narrazione sia così volutamente trascurata che a volte si ha la sensazione di trovare più elementi di approfondimento e maggior lavoro di sceneggiatura nella vecchia serie tv (e si badi le serie e la tv sono due forme intrinsecamente e inequivocabilmente più povere del cinema sotto il profilo narrativo oltre che espressivo) che in questa rivisitazione per il grande schermo.