Richard Gere compie oggi 70 anni ed è, dopo una carriera quarantennale, uno dei volti più amati e conosciuti di Hollywood, non solo da parte degli appassionati di cinema, come dimostrano i suoi migliori film realizzati in carriera. Pochi altri attori sono riusciti ad avere una vita professionale longeva e ricca di soddisfazioni come la sua, trovando inoltre il tempo per dedicarsi ad attività benefiche e cause che sostiene attivamente.
Nato a Philadelphia in una famiglia anglo-irlandese, Richard si dedica al teatro fin dall'epoca dell'università, abbandonata proprio per dedicarsi al mondo dello spettacolo.
Il suo debutto nel mondo della recitazione avviene nel 1973, quando viene scelto per delle rappresentazioni di Grease, muovendo poi i primi passi nel cinema in occasione del film Rapporto al capo della polizia, attirando però definitivamente l'attenzione della critica e degli spettatori in occasione dei In cerca di Mr. Goodbar, sfondando definitivamente nel 1980 con American Gigolò, lungometraggio che lo rende un sex symbol del cinema e gli permette di farsi notare da produttori che gli affidano ruoli in progetti destinati a conquistare i vertici dei box office e il cuore degli spettatori.
Le sue capacità attoriali sono poi messe in evidenza dalle performance in titoli come Schegge di paura o Chicago, musical che gli permette di conquistare il Golden Globe come Miglior Attore in un film commedia o musicale nel 2003.
Da allora la sua carriera è un susseguirsi di successi e la fama gli ha permesso di far puntare i riflettori sulla sua scelta di diventare un buddista praticante, sostenendo pubblicamente il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio, sulle attività di Survival International, Healing the Divide e le associazioni che lottano contro l'AIDS. Recentemente Richard Gere ha aiutato i migranti che erano a bordo della nave Open Arms, una scelta molto discussa, e si è scagliato contro i politici italiani, in particolare Matteo Salvini, attaccando la scelta di fare leva sulla paura e sull'odio per ottenere il favore della parte più intollerante del proprio elettorato.
Il 31 agosto Richard Gere festeggia 70 anni e il tempo sembra non aver intaccato il suo proverbiale fascino che gli ha permesso di segnare delle pagine importanti della storia del cinema, diventando un sex symbol e un'icona di storie romantiche come gli indimenticabili Pretty Woman e Ufficiale e gentiluomo.
Per festeggiare l'importante ricorrenza, ecco una selezione dei dieci migliori film di Richard Gere, i più significativi, emozionanti e indimenticabili della carriera dell'attore che è ritornato da poco protagonista sugli schermi, questa volta televisivi, grazie alla serie MotherFatherSon in cui interpreta un imprenditore in campo editoriale alle prese con problemi privati e professionali.
In cerca di Mr. Goodbar
In cerca di Mr. Goodbar arriva nelle sale nel 1977 con la regia di Richard Brooks. Gere recita accanto a Diane Keaton nell'adattamento dell'omonimo romanzo scritto da Judith Rossner. La storia è quella di un'insegnante, Theresa Dunn, che lavora in una scuola per sordomuti e, dopo una relazione sentimentale fallita, va alla ricerca di qualcosa di speciale.
Il film è stato il primo vero progetto che ha permesso a Gere di farsi notare dalla critica e dal pubblico internazionale e merita di essere riscoperto per assistere alla performance, ancora un po' acerba, ma incredibilmente intensa, della futura star internazionale.
I giorni del cielo
I giorni del cielo, uno dei film più apprezzati di Terrence Malick, vede Richard Gere nel ruolo di Bill, per cui erano stati considerate star già affermate come Al Pacino, John Travolta e Dustin Hoffman che rifiutarono la parte.
Il lungometraggio, ambientato nel 1916, ha come protagonista un manovale di Chicago che fugge con la sorella minore Linda e la sua ragazza Abby dopo aver ucciso in modo accidentale un uomo, fermandosi in Texas per lavorare come braccianti agricoli in una piantagione di grano. Il proprietario terriero che li assume si innamora di Abby e la relazione dà vita a una serie di eventi destinati ad avere una svolta violenta e mortale che lascia il segno nel cuore e nella mente degli spettatori.
Il film ha conquistato il premio per la miglior regia al Festival Cannes e ha poi ottenuto quattro nomination agli Oscar, conquistando la statuetta per la miglior fotografia. Suggestivo, intenso ed emozionante, I giorni del cielo è uno dei titoli nella filmografia di Richard Gere che merita di essere visto e rivisto a distanza di anni per apprezzarne il valore.
American Gigolo
Pochi film segnano una carriera come accaduto con American gigolò, scritto e diretto da Paul Schrader, che hanno imposto Richard Gere come un innegabile sex symbol a livello internazionale. Nel film la star ha la parte dello gigolò Julian Kay che si innamora della moglie di un senatore, venendo però coinvolto in un caso di omicidio. L'attore non era inizialmente la prima scelta del regista che avrebbe voluto Christopher Reeve nel ruolo del protagonista. La star di Superman, nonostante una cospicua offerta di 1 milione di dollari, rinunciò alla parte, come accadde poi a John Travolta.
Il film, nonostante siano trascorsi ben 39 anni, continua a resistere alla prova del tempo e mantiene il suo fascino innegabile.
Ufficiale e gentiluomo
Nel 1982 Richard regala un'altra delle sue interpretazioni più conosciute con Ufficiale e gentiluomo e la visione dell'attore in divisa è un'immagine ormai impressa nella mente di tutti gli appassionati di cinema.
Nel progetto diretto da Taylor Hackford la star ha la parte del figlio di un sergente della marina che decide di seguire le orme del padre, ritrovandosi alle prese con il duro sergente Foley, pronto a usare tutti i mezzi possibili per selezionare solo le persone che ritiene all'altezza delle future missioni. Tra punizioni, attività clandestine, amori e morti, Ufficiale e gentiluomo è entrato nell'immaginario collettivo grazie alle interpretazioni memorabili e alle musiche, composte anche da Mark Knopfler. Gere, quasi ironicamente, inizialmente si era opposto alla scena conclusiva, ormai iconica, in cui Zack arriva alla fabbrica dove lavora l'amata indossando la sua divisa candida sostenendo che fosse un momento troppo sentimentale, ma la reazione delle persone presenti sul set convinse il filmmaker a mantenere la scelta iniziale, dando vita a un momento ricordato in innumerevoli progetti per il grande e piccolo schermo, spot, e nella cultura pop.
Pretty Woman
Impossibile non associare Richard Gere alla commedia romantica Pretty Woman che, a partire dal 1990, continua a essere una visione obbligata in occasione di ogni passaggio televisivo, con ascolti record davvero imbattibili.
Il film diretto da Garry Marshall ha reso Julia Roberts una vera star e risulta quasi inutile ricordarne la trama, ormai consolidata nella memoria degli spettatori di tutte le età. Il racconto del miliardario che si innamora, ricambiato, della prostituta Vivian continua a regalare risate e tante emozioni, nonostante le origini del progetto fossero quelle di un film drammatico in cui si dovevano trattare anche tematiche serie e complesse come la dipendenza dalla droga che caratterizzava la giovane protagonista. I cambiamenti si sono rivelati assolutamente vincenti e Pretty Woman è uno dei migliori film di Richard Gere oltre che uno dei cult indiscussi della storia del cinema.
Rapsodia in agosto
Il cinema d'autore, nonostante l'immagine da sex symbol, ha spesso dato a Richard la possibilità di dimostrare il proprio talento in ruoli maggiormente drammatici e inusuali. Nel 1991 è il turno di Rapsodia in agosto, progetto diretto da Akira Kurosawa in cui Gere compie una partecipazione straordinaria nel ruolo di Clark, cugino americano di una famiglia di sopravvissuti alla bomba atomica sganciata a Nagasaki nel 1945. Il lungometraggio ha diviso la critica internazionale e gli stessi spettatori, rimanendo però uno dei titoli da riscoprire nella filmografia dell'attore americano che non ha mai esitato a mettersi in gioco con progetti distanti dall'immagine creata per lui da Hollywood.
Schegge di paura
Schegge di paura mette Richard Gere alla prova con l'intenso adattamento del romanzo scritto da William Diehl. Al centro della trama c'è un avvocato penalista, Martin Vail, alle prese con la difesa di un diciannovenne che viene accusato di aver ucciso l'arcivescovo di Chicago con ben settantotto coltellate. Il legale crede all'innocenza del giovane nonostante le prove sembrino incastrarlo senza troppi dubbi e le indagini, e successivamente il processo, fanno emergere segreti e traumi inconfessabili. Gere, affiancato da un cast stellare composto da Laura Linney, Edward Norton, Frances McDormand, Alfre Woodard, Terry O'Quinn e Maura Tierney, sa dimostrarsi all'altezza della complessa parte e il thriller rimane uno dei suoi film più interessanti e riusciti anche a distanza di oltre 20 anni.
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Io non sono qui
Richard Gere collabora con il visionario Todd Haynes in occasione del film Io non sono qui, con cui si racconta la storia di Bob Dylan in modo atipico e incredibilmente originale. Sullo schermo la star ha la parte di Billy the Kid, il fuorilegge al centro di uno degli episodi del lungometraggio che si concentra sulle varie fasi della carriera del cantautore tramite riferimenti e citazioni alle sue opere. Nel caso di Billy il legame è con la partecipazione di Dylan al film Pat Garrett e Billy Kid, diretto da Sam Peckinpah, e alla descrizione che l'artista diede di sé definendosi un emarginato fuorilegge, senza dimenticare la sua passione per la musica country.
Hachiko - Il tuo migliore amico
Non è forse uno dei titoli di maggior qualità tecnica e artistica, ma Hachiko - Il tuo migliore amico ha commosso fino alle lacrime gli spettatori di tutto il mondo con la storia vera di Hachi, il cane che viene adottato dal professore universitario Parker Wilson, e stringe con il suo "padrone" un legame profondo destinato a non interrompersi nemmeno dopo la morte dell'uomo. Hachi, ogni giorno, va alla stazione dove attendeva Parker e rimane nella speranza di vederlo ritornare, diventando il beniamino della comunità e un simbolo di amore e di fedeltà. Impossibile, in particolare per chi ha nella propria vita un amico a quattro zampe, resistere alle lacrime: il film di Lasse Hallström rimane impresso nella mente per la sua capacità di raccontare una storia semplice, ma incredibilmente significativa.
La frode
Tra i lungometraggi più recenti di Richard Gere uno di quelli maggiormente riusciti è forse La frode, scritto e diretto da Nicholas Jarecki, in cui si intrecciano intrighi economici, relazioni extraconiugali, crimini e indagini.
La star, grazie alla sua interpretazione nel progetto indipendente, ha conquistato numerosi premi e nomination, tra cui quella ai Golden Globe nella categoria dedicata al Miglior Attore in un film drammatico. Anche in questo caso la parte del protagonista non era stata ideata pensando alla star di Ufficiale e Gentiluomo, ma ad Al Pacino, e ancora una volta un rifiuto ha permesso all'affascinante settantenne di sapersi distinguere in positivo con una performance efficace e memorabile.