Psicoanalisi di una commedia sentimentale
Martino deve aver preso proprio sul serio il detto secondo cui in guerra e in amore tutto è lecito, visto che per conoscere Ilaria ha deciso di ignorare qualsiasi regola. I due ragazzi, nonostante siano uniti solamente da finestre parallele che permettono ai loro mondi di incrociarsi quasi casualmente, si trovano a vivere delle realtà molto simili. Posti al centro di famiglie disfunzionali, sono oppressi da genitori sbilanciati che, alla solitudine delle proprie vite, reagiscono con un controllo ossessivo sul futuro dei figli. Per questo motivo Martino, nonostante la sua passione naturale per tartarughe e carapaci, deve abbandonare tutto per seguire i sogni di gloria di un padre che pretende di trasformarlo nell'erede del suo studio di psicoanalisi. Peccato, però, che l'introspezione e la psichiatria non sembra risvegliare alcun entusiasmo nel ragazzo, almeno fino a quando non scopre che Ilaria, l'oggetto del suo amore segreto, è in terapia per problemi alimentari. Una rivelazione che lo spinge a mostrare un inaspettato ardore per la materia e a progettare un piano per conquistare la fiducia della ragazza. Con un nuovo taglio di capelli e uno studio privato a disposizione per tutta la mattina ecco che Martino compie l'incanto, trasformandosi in un giovane psicologo prodigio capace di sostituirsi al padre e diventare il nuovo medico di Ilaria.
Riuscirà, però, questo inganno a far nascere tra i due l'amore e ad aiutarli a liberarsi dal peso di famiglie ricattatorie? La risposta è sicuramente positiva, anche se prima di raggiungere il lieto fine è d'obbligo passare attraverso un contrasto dalle sfumature un po' troppo melodrammatiche. Ecco, dunque, che in tempo di crisi economica, la stessa capace di dimezzare le possibilità produttive ed di spegnere gli entusiasmi del pubblico, un certo cinema sembra aver cercato la strada della differenziazione per avere almeno una possibilità di sopravvivenza. Un'attitudine che nell'ultimo anno ha caratterizzato soprattutto le scelte narrative e stilistiche delle opere prime, tutte, più o meno chiaramente, direzionate verso film di genere. Così, dopo il ritorno al poliziottesco, alla tematica dell'emigrazione e al nuovo mistery, è la volta anche della commedia sentimentale con cui Nicola Deorsola, aiuto regista di Matteo Garrone, scegli di uscire fuori dall'ombra e firmare il suo primo lungometraggio. A scrivere la sceneggiatura è l'amico Giuseppe Fulcheri che prendendo come modello la struttura tipica del romance, decide di personalizzarla aggiungendo delle note leggere intervallate da un sentimentalismo weepy all'italiana. Il tutto produce un risultato insolito, soprattutto per il nostro panorama che, a differenza di quello francese e anglosassone, non ha molta dimestichezza con il linguaggio in questione.
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2.0/5