Recensione Squatters (2014)

Uscito direttamente in homevideo, il film con Gabriella Wilde si fa guardare grazie alla dignitosa regia di Martin Weisz, ma la sceneggiatura presenta delle imperdonabili pecche. Il DVD è buono tecnicamente ma povero di extra.

Tra le varie uscite direct to video di quest'estate italiana, ha trovato spazio anche Squatters, film diretto da Martin Weisz, che vede protagonisti due ragazzi abituati a vivere senza fissa dimora, Jonas (Thomas Dekker) e Kelly (Gabriella Wilde), che si arrangiano fra la strada e sistemazioni di emergenza, tirando avanti con piccoli furti. All'improvviso si apre per loro un'occasione: Jonas scopre che i ricchi proprietari di una lussuosa casa di Pacific Palisades se ne vanno per un periodo in vacanza.

I due ragazzi ne approfittano e si stabiliscono nella bella villa della famiglia Silverman, tra agi e comfort scoperti all'improvviso. Mentre Jonas si occupa di rubare i soldi e vendere anche le auto e preziosi trovati nella casa, Kelly si sofferma spesso a vedere i video degli abitanti e scoprire il passato e la vita della famiglia Silverman. Ma i padroni di casa (il padre è interpretato da Richard Dreyfuss) tornano a casa in anticipo costringendo a un'affannosa fuga i due ragazzi. Ma un amore improvviso con il rampollo dei Silverman, Michael (Luke Grimes), è in agguato a rimescolare le cose.

Dal vagabondaggio alla vita di lusso

Gabriella Wilde in una scena di Squatters
Gabriella Wilde in una scena di Squatters

L'ebbrezza di cambiare vita da un giorno all'altro, passare da strade sporche e malfamate a interni lussuosi con vista mare, dormire su soffici letti e cuscini dopo aver sperimentato duri cartoni sull'asfalto. Per non parlare del bagno lussuoso per darsi finalmente una ripulita e degli abiti firmati al posto di stracci casuali. Insomma, passare dalla vita da barboni a quella da ricchi in un batter d'occhio, in definitiva rubare la vita di lusso, è un argomento affascinante già toccato in passato da numerosi film.

Qui il problema è che la coppia di ragazzi non sembra molto credibile nei panni degli squatters, e che la reazione dei due a questa nuova vita provvisoria si divide troppo presto in modo meccanico e senza passaggi intermedi. Kelly, entrata malmessa e sudicia, esce dal bagno dei Silverman non solo pulita, rinata e affascinante, ma subito attratta da quel mondo dorato. E inevitabilmente, guardando i video amatoriali dei padroni di casa, sentirà la nostalgia per una famiglia che non ha mai avuto. Jonas invece vuol restare dall'altra parte della barricata, pensa solamente ad arraffare e accumulare il più possibile nei pochi giorni che la fortuna gli ha concesso, condannando senza pietà tutti i benestanti del mondo. Insomma, i personaggi sono poco approfonditi e delineati, per non parlare di certi dialoghi decisamente banali, mentre gli sviluppi seguenti sono piuttosto prevedibili, anche quando vogliono sembrare dei colpi di scena.

Una scena di Squatters
Una scena di Squatters

Regia dignitosa, ma lo script non convince

Una scena di Squatters
Una scena di Squatters

In ogni caso il prodotto sarebbe anche tutto sommato dignitoso, perché a livello di regia Martin Weisz svolge un tranquillo compitino e alcuni abbinamenti della colonna sonora sono azzeccati. Peccato che il palco crolla miseramente nella sceneggiatura di Justin Shilton, che purtroppo ha dei momenti narrativamente imbarazzanti. Lo spunto iniziale e la facilità nell'appropriarsi della villa risultano passaggi troppo semplicistici, l'irrisoria facilità con cui Jonas apre la cassaforte addirittura inspiegabile, l'incredibile coincidenza di Kelly e Michael, che si ritrovano da soli in una sala cinematografica a vedere Il monello di Charles Chaplin (e non diciamo altro per non svelare tutto), è roba da Ai confini della realtà. Questi e altri passaggi permeano il film di una mancanza di veridicità allarmante, pur essendo evidente la volontà di essere una storia realistica. Un prodotto che tirate le somme si vede tranquillamente fino in fondo, ma sempre da lontano, quasi come una cosa a sé stante, senza una capacità di colpire e catturare.

Il DVD: Video e audio soddisfacenti, male gli extra

Il DVD grazie al quale è uscito in homevideo Squatters è targato Sony e distribuito da Universal. Il video è di buon livello per quello che ovviamente può permettere il formato: il quadro è abbastanza solido, molto valido su primi e medi piani, che rivelano sempre un buon dettaglio e una buona compattezza di insieme. Qualche problema in più si registra sui piani lunghi, appena più incerti e caratterizzati da una leggera pastosità. A dar fastidio sono a tratti alcuni bordi vistosi sulle figure, segno forse dell'utilizzo di edge enhancement. D'altro canto la tenuta nelle scene più scure è ottima e anche queste condizioni più difficile non denotano flessioni di rilievo. Anche l'audio fra in modo dignitoso la sua parte, con una traccia multicanale precisa e pulita nei dialoghi, e discreta soprattutto nell'apertura laterale. L'asse posteriore si mette in moto soprattutto per le musiche e la colonna sonora che accompagnano le immagini, creando un buon coinvolgimento. Più debole invece l'apporto sull'ambienza, per una spazialità discreta ma non eccelsa. Come extra troviamo invece solamente trailer di altri film.

Conclusioni

Il film di Martin Weisz si fa guardare ma pur non annoiando, sconta gravi peccati di sceneggiatura, che rendono il prodotto più debole di quello che in effetti avrebbe meritato. Il DVD da par suo vanta un soddisfacente reparto tecnico, anche se gli extra sono nulli.

Movieplayer.it

2.0/5