Recensione Spandau Ballet - Il Film - Soul Boys of the Western World (2014)

Un documentario per (ri)conoscere l'importanza musicale di un quintetto di "bravi" ragazzi, un gruppo che negli anni '80 fece tornare di moda la melodia. E l'amore.

Diciamo la verità, un momento per metterci a sentire della buona musica riusciamo sempre a trovarlo; oggi i canali di ascolto si sono moltiplicati, quindi possiamo decidere di mettere nel lettore un bel CD, o, se vi piace il suono gracchiante dei vecchi LP, il vinile sembra tornato di moda. Ovviamente ci sono gli mp3 e i computer a garantirci un flusso continuo e quasi ininterrotto di pezzi brillanti da cui farci cullare. La musica, quindi, è sempre (e sarà sempre) parte integrante della nostra vita.

Ecco spiegato quindi il continuo interesse verso documentari e film che provano a farci conoscere aspetti meno noti di grandi band del passato o che semplicemente ci raccontano aspetti noti degli eroi musicali con un approccio diverso, più libero e meno ingessato. La produttrice e regista George Hencken ha focalizzato la sua attenzione su un gruppo che ha fatto la storia della musica degli anni '80, gli Spandau Ballet, firmando un documentario, SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World, che Nexo Digital porterà nelle sale italiane il 21 e 22 ottobre, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma.

I favolosi anni '80

SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: Tony Hadley mette in mostra tutto il suo fascino in un'immagine del film
SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: Tony Hadley mette in mostra tutto il suo fascino in un'immagine del film

Dal punto di vista musicale gli anni '80 sono un concetto difficilmente sintetizzabile. Lo scriviamo preventivamente per spingervi a non considerare questa recensione come una sorta di Bignami del pop dei favolosi Eighties, un periodo in cui i contrasti, anche i più aspri in termine di stile, coesistevano senza problemi. Gli ultimi fuochi del punk lasciavano spazio all'ascesa del rock neoromantico, la New Wave rappresentava uno dei poli più interessanti della sperimentazione, al pari dell'electropop e dello Ska. Madonna si segnalava come l'interprete "totale", con un Michael Jackson detentore incontrastato dello scettro di re del pop. Le icone erano davvero tali e sebbene in certi casi si percepisse l'olezzo della plastica, quella fastidiosa sensazione del costruito in laboratorio, alcuni degli eroi dell'epoca sono rimasti in sella anche oggi.

Era un momento davvero fertile per la musica, ancora di più in quella piccola terra delle meraviglie che è sempre stata l'Inghilterra (senza dimenticare Scozia e Irlanda). In questa atmosfera carica di elettricità, tutti potevano avere il proprio momento di gloria e per gli Spandau Ballet il discorso non faceva eccezione. L'incontro tra Gary Kemp e Steve Norman diede inizio ad una reazione a catena che ha coinvolto via via gli altri membri della band, Tony Hadley, carismatico front man dalla voce di velluto, il bel tenebroso Martin Kemp e John Keeble, energico batterista, artefice della reunion del gruppo.

Oltre le barricate

SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: gli Spandau Ballet intervistati durante il Live Aid
SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: gli Spandau Ballet intervistati durante il Live Aid

Quella degli Spandau Ballet, infatti, è la storia di un gruppo di amici che dopo aver toccato le vette del successo, viene messo a dura prova dagli egoismi dei singoli, dalla noia, dalla crisi di idee. Il documentario di George Hencken è un prodotto godibile, che piacerà sicuramente ai fan degli Spandau, ma anche a tutti quelli che amano curiosare dietro le quinte di un grande show, per tentare di scoprire aspetti nuovi delle star che amano. Il materiale di archivio, dei filmati che ritraggono i Fab Five sul palco fin dagli esordi, viene raccordato dalle voci fuori campo degli stessi protagonisti; la volontà dunque non è la ricerca spasmodica di una volontà oggettiva, quanto dare risalto al punto di vista di ogni singolo componente della band. E' una scelta registica che dà un taglio specifico, un'impostazione netta al lavoro della Hencken, abile sarta che si mette al servizio dei suoi committenti. Dove il lavoro della Hencken ci sembra davvero apprezzabile è nel saper restituire l'atmosfera in cui Hadley, Kemp e soci sono cresciuti, cogliendo in pieno lo spirito anarchico dei tardi anni '70, l'esplosione del pop neoromantico e la successiva diffusione attraverso MTV e, naturalmente, il crepuscolo dello stesso gruppo, crollato sotto il peso degli egoismi personali.

Storia di un fenomeno

Si comincia con la presentazione del quintetto base, formato come detto dai fratelli Gary e Martin Kemp, Tony Hadley, John Keeble e Steve Norman, cinque ragazzi della working class londinese che hanno dato senso alla loro vita inseguendo il sogno di diventare delle rockstar. Ognuno di loro ha avuto un'influenza musicale ben precisa, se per Hadley i modelli da imitare erano i grandi crooner alla Sinatra, Gary Kemp sognava di diventare come David Bowie ed era un fedele adepto della chiesa del Glam Rock. Nati come Roots Cut, diventati poi i Makers e i Gentry, i futuri Spandau Ballet trovano, in maniera quasi fiabesca, il loro nome definitivo nel 1978, poco prima di diventare le icone musicali del Blitz Club, un locale di Soho in cui fu tenuto a battesimo lo stile neo romantico, una mescolanza di generi che in quel momento specifico, con il punk che si stava avviando ad un mesto tramonto, e l'arrivo dell'electropop, sarebbe diventato una sorta di marchio di fabbrica. E' stato come se un chimico si fosse messo in azione, lasciando che le "nuove" istanze incarnate dagli Spandau, il loro senso di moderata ribellione verso la società, il desiderio di mescolare femminile e maschile, si combinassero a meraviglia.

SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: gli Spandau Ballet di oggi in una foto promozionale di gruppo
SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: gli Spandau Ballet di oggi in una foto promozionale di gruppo

Divennero di moda, ma una volta raggiunto il successo, furono capaci di cambiare in corsa, puntando sulla la melodia, senza abbandonare il ritmo ballabile, ma con un tocco soul in più. Dal 1983, anno di pubblicazione di True, un album sforna successi, diventarono insomma i pionieri della scena New Romantic. Tutto questo mentre MTV si preparava a diventare cassa di risonanza dell'intero movimento. Ad un'ascesa fulminea, ma costruita tappa dopo tappa grazie all'ingegno di un autore notevole come Gary Kemp, è seguita una lenta caduta, culminata negli anni '90 con una causa indetta da Hadley, Keeble e Norman nei confronti di Kemp, reo di aver tenuto per sé i diritti d'autore delle canzoni.

Conclusione

SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: Martin Kemp in una scena del documentario
SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World: Martin Kemp in una scena del documentario

SPANDAU BALLET - Il Film - Soul Boys of the Western World è un'opera lineare che non ha alcuna intenzione di sconvolgere lo spettatore con rivelazioni inaspettate, perfino l'ammissione dei quattro di aver fatto uso di cocaina, sull'onda dell'esaltazione del momento, non ci viene presentata in maniera deflagrante. Il film sa però accompagnare il pubblico in un viaggio approfondito e ricco di partecipazione, nella carriera di una delle band più interessanti degli ultimi decenni, forse battuta in volata da altre formazioni, capace però di rimanere nella testa e nel cuore dei propri fan.

Movieplayer.it

3.0/5