Per il suo esordio alla regia Keanu Reeves non si è certo risparmiato. Oltre a mettersi dietro la macchina da presa, l'attore ha anche scritto il film e poi si è ritagliato un ruolo da protagonista cattivone. Commercialmente il suo Man of Tai Chi non ha avuto successo, come del resto era ipotizzabile considerato il prodotto pieno zeppo di combattimenti di arti marziali (tra l'altro girato in inglese e in cinese), comunque il suo debutto alla regia è per certi versi interessante e pur tra qualche ingenuità, Reeves ha confezionato un prodotto dignitoso. La vicenda si svolge a Pechino è vede protagonista Tiger Chen, che lavora in una ditta di consegne ma soprattutto è specialista di Tai Chi e giovane combattente delle arti marziali: per dimostrare che la sua disciplina è efficace anche contro altri stili di lotta, partecipa e guadagna vittorie in un torneo.
Proprio grazie alle sue straordinarie abilità, viene contattato per un lavoro da un misterioso personaggio, Donaka Mark (appunto Keanu Reeves). Tiger Chen verrà lautamente pagato per battersi, e dei soldi ha bisogno per salvare il tempio che tramanda il suo stile da oltre 600 anni, ma finirà catapultato in un losco mondo di combattimenti clandestini, destinato a pay per view di ricchi appassionati della lotta all'ultimo sangue. Un mondo che però trasformerà il suo carattere, lo allontanerà dai principi della propria scuola marziale e lo trasformerà in una vera e propria belva pronta a tutto. Intanto la polizia indaga. Nel cast anche Iko Uwais, Tiger Hu Chen, Silvio Simac e Karen Mok.
Il lato oscuro del combattente
Il Tai Chi è un'arte marziale molto tranquilla, ma Keanu Reeves parte proprio da questa disciplina per iniziare un percorso di estrema violenza, ispirandosi, a quanto pare, anche ad esperienze biografiche dello stesso Tiger Chen, stuntman di successo. Il protagonista infatti, un vero maestro della disciplina, si ritrova ben presto coinvolto in quelli che apparentemente sembrano combattimenti senza regole, in cui sfogare la propria brutalità: una metamorfosi che lo porterà a trasformarsi da combattente dai sani principi, fino a quasi uno spietato killer, in una sorta di scoperta del suo lato oscuro. Ma Tiger Chen non sa quello che c'è dietro, ovvero lo sfruttamento di un circuito clandestino, una sorta di pay per view che ne segue addirittura la vita, oltre che le gesta da combattente. Insomma, ci ritroviamo proiettati in una sorta di The Truman Show (dove il regista è il Donama Mark impersonato dallo stesso Reeves), pronto a scivolare verso derive vicine allo snuff movie. Keanu Reeves sfoggia l'ormai leggendaria inespressività e stavolta, considerato il personaggio, l'atteggiamento in qualche modo quasi gli dona, a parte quando esagera in enfasi e infine con la stessa espressione scende in campo di persona per il combattimento finale. Lì, tra movimenti che ricordano inevitabilmente Matrix e qualche spruzzata di atmosfere alla Sergio Leone, il film si sfilaccia un po' e fa fatica a tenere assieme tutto.
Corpo a corpo con coreografia d'autore
Di sicuro una cosa va detta osservando la creatura di Reeves: Man of Tai Chi trasuda passione per il genere e genuinità di fondo, anche se la filosofia con cui infarcisce l'action risulta troppo schematica e banale, come del resto la lotta fra bene e male quasi scontata nella sua evoluzione. Anche qualche passaggio dello script risulta zoppicante, non si capisce ad esempio perché l'ispettrice di polizia debba affrontare sola soletta situazioni così pericolose. Ma va riconosciuto che le scene dei combattimenti sono davvero suggestive e spettacolari, girate con cura e superbamente coreografate dallo specialista Yuen Woo-Ping, celebre per il lavoro svolto in Matrix e La tigre e il dragone. Semmai il problema è che ce ne sono troppe (quasi una ventina in tutto) e sono anche piuttosto lunghe: in tutto occupano circa 40 minuti, praticamente due quinti del film. Ma si tratta di corpo a corpo estremamente realistici, vivi, carnali, con limitato utilizzo di effetti speciali. Proprio grazie a questo accattivante e dinamico aspetto visivo, il film si guadagna la sufficienza, anche perché non va dimenticato che si tratta pur sempre di un'opera prima e certi peccati di gioventù si possono perdonare.
Il blu-ray: video buono, ma prevale la mordibezza
Man of Tai Chi è arrivato direttamente in homevideo grazie a Universal, che ha proposto il film anche in alta definizione. Il blu-ray risulta valido tecnicamente, anche se stranamente privo di extra. Il video è buono, anche se non da riferimento. Il quadro è pulito, cristallino e ben dettagliato, però non riesce a raggiungere quel livello di incisività di altri prodotti che presentano particolari taglienti. Probabilmente molto è dovuto alla fotografia, fatto sta che l'immagine risulta sempre un pelino morbida, nonostante la regolare porosità degli incarnati e la buona profopndità di insieme delle immagini. Molto valido anche il croma, vivace e esuberante al punto giusto, semmai è il nero a risultare talvolta un pelino alto. In ogni caso anche le scene più scure presentano un'ottima tenuta con percezione regolare del quadro.
Audio ottimo e coinvolgente, extra assenti
Ancora più convincente il reparto audio. Il DTS italiano risulta estremamente coinvolgente, grazie a un asse posteriore attivissimo non solo per le tambureggianti musiche, ma anche per tutti gli effetti ambientali. In particolare durante i combattimenti sembra davvero di trovarsi nel bel mezzo del corpo a corpo, con pugni, calci e contatti provenienti da tutti i diffusori che donano al reparto una spazialità di rilievo nella quale anche il sub fa la sua degna parte. Anche l'atmosfera opprimente che precede gli incontri gioca molto sul sonoro ed è ben resa dalla traccia italiana, che presenta anche dialoghi puliti e precisi. Ancora uno scalino più su il DTS HD originale in lingua inglese e cinese, che vanta una dinamica maggiore e una cura per il dettaglio più chirurgica, oltre a una corposità d'assieme più possente. Purtroppo, come detto, il reparto degli extra è completamente assente.
Conclusioni
L'esordio alla regia di Keanu Reeves si rivela dignitoso, e pur tra qualche ingenuità il prodotto tiene botta grazie anche alle spettacolari scene dei combattimenti ottimamente coreografate. Il blu-ray permette di scoprire il film nella sua veste migliore grazie a un reparto audio-video di grande qualità, peccato per l'assenza totale di extra.
Movieplayer.it
3.0/5