David Portnoy (Kodi Smit-McPhee) è un quindicenne introverso che non ha ancora accettato la morte della madre, né tantomeno sfoggia alcun tipo di entusiasmo all'idea che suo padre Donald (James LeGros) sia in procinto di sposarsi in seconde nozze con la compagna Juliana Santos (Daniela Lavender). La grande passione di David, ereditata da sua madre, è il birdwatching: il ragazzo, infatti, è un esperto di ornitologia, ed ha addirittura fondato un club di cosiddetti birder insieme a due compagni di classe, Timmy Barsky (Alex Wolff) e Peter Nessbaum (Michael Chen).
Una mattina, David si imbatte in quello che, a prima vista, sembrerebbe un esemplare di anatra del Labrador, una specie considerata estinta già nel XIX secolo. Convinto di trovarsi di fronte ad una scoperta potenzialmente epocale, e incoraggiato dallo stimato ornitologo Lawrence Konrad (Ben Kingsley), David decide di partire per una spedizione alla ricerca dell'anatra del Labrador insieme ai suoi amici, ai quali si aggiunge una loro compagna di classe fotografa, Ellen Reeves (Katie Chang); l'unico problema è che la loro 'missione' è programmata per la vigilia del matrimonio del padre di David...
Un racconto di formazione con gli occhi verso il cielo
È il birdwatching, ovvero l'hobby dell'osservazione degli uccelli per fini di studio, ad offrire l'originale spunto narrativo di Guida tascabile per la felicità (benché il titolo originale, a tal proposito, appaia molto più calzante: A Birder's Guide to Everything). Opera prima del regista Rob Meyer, che ne ha anche firmato la sceneggiatura insieme a Luke Matheny, presentato al Tribeca Film Festival nel 2013 e selezionato come film d'apertura della sezione Alice nella Città al Festival Internazionale del Film di Roma del 2014, Guida tascabile per la felicità rappresenta una simpatica variazione sul tema rispetto al canonico racconto di formazione in cui il coming of age passa attraverso la divertente avventura di un piccolo gruppo di adolescenti. Calcando in parte le orme di un cult del suddetto filone, ovvero il bellissimo Stand by me - Ricordo di un'estate di Rob Reiner, la pellicola di Meyer si accontenta in fondo di percorrere sentieri già noti, ma lo fa con una leggerezza (da non confondere con la superficialità) e una grazia nel tocco e nel disegno dei personaggi tali da farla risultare una commedia accattivante e decisamente piacevole, che trasforma in un punto di forza la sua sostanziale semplicità a livello di tematiche e di costruzione dell'intreccio.
All'inseguimento dell'anatra del Labrador
Perché Guida tascabile per la felicità, pur rifacendosi immancabilmente ai vari archetipi e agli elementi tipici delle storie sull'adolescenza, si mantiene in un funzionale equilibrio fra le sequenze più brillanti e divertenti (che non mancano affatto) e i momenti di riflessione e di introspezione, evitando di calcare troppo il pedale in una direzione o nell'altra. La ricerca del presunto esemplare di una specie considerata estinta diventa così la parabola di una maturazione che coinvolge in primo luogo il protagonista David ma, in maniera collaterale, anche i suoi compagni di viaggio, fra cameratismo da liceali, piccole baruffe e primi palpiti amorosi (senza tuttavia scivolare sul rischio della melensaggine). E se il film di Rob Meyer riesce a sfoderare una sorprendente gradevolezza, buona parte del merito è da attribuire ad un cast impeccabilmente scelto e diretto: accanto a Kodi Smit-McPhee, l'ex bambino tormentato dello splendido Blood Story, i suoi comprimari dimostrano infatti un'efficace alchimia di gruppo (e Alex Wolff in più di un'occasione ruba la scena), mentre il veterano Ben Kingsley offre un acuto ritratto del maturo ornitologo Lawrence Konrad (un evidente omaggio al mitico Konrad Lorenz).
Conclusioni
Presentato nella sezione Alice nella Città alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, Guida tascabile per la felicità si rivela una commedia deliziosa e di innegabile simpatia: un racconto di coming of age a tratti perfino amabile, pur nella sua effettiva semplicità, che ricalca i canoni del proprio filone di appartenenza in maniera vivace e senza adagiarsi su banalità e luoghi comuni, regalando al contempo numerose parentesi di comicità e di tenerezza.
Movieplayer.it
3.0/5