Recensione Admission - Matricole dentro o fuori (2013)

Una Tina Fey meno comica e più riflessiva interpreta un'incaricata della selezione degli allievi da ammettere al college, alle prese con avvenimenti che le sconvolgono la vita. Il film di Paul Weitz è arrivato in Italia direttamente in homevideo: il DVD è tecnicamente discreto ma privo di extra.

Tratto dal romanzo di Jean Hanff Korelitz, Admission è arrivato in Italia direttamente in homevideo ribattezzato Admission - Matricole dentro o fuori: è l'occasione dunque per scoprire il film di Paul Weitz, una commedia romantica che punta sulla verve di Tina Fey. L'attrice veste i panni di Portia Nathan, un'insegnante di Princeton incaricata della selezione degli allievi da ammettere al college, in procinto di avere una promozione.

La sua vita viene stravolta però da vari eventi: innanzitutto il suo rapporto sentimentale con il compagno sta franando, visto che lui la sta lasciando per una donna che ha messo incinta. Inoltre quando Portia va in visita a un campus sperimentale in cerca di matricole, trova il suo ex compagno di college John Pressman (interpretato da Paul Rudd), un insegnante anticonformista che le rivela che Jeremiah (Nat Wolff), uno dei suoi studenti più dotati, potrebbe essere in realtà il figlio che Portia diede in adozione molti anni prima.

Il giovane è effettivamente dotato anche se è stralunato e segue dei metodi molto particolari. In preda a mille dubbi, Portia decide comunque di favorire in qualche modo Jeremiah nell'ammissione a Princeton, trasgredendo però le regole del college e di conseguenza mettendosi nei guai, rischiando non solo la promozione ma perfino il suo posto di lavoro. E giusto per turbare ulteriormente la sua esistenza, oltre ad avere un problematico rapporto con la madre (Lily Tomlin), si ritroverà a vivere un'improvvisa e imprevista storia d'amore proprio con John Pressman.

Tina Fey promossa, ma la commedia non lascia il segno

Tina Fey nel film Admission, in cui interpreta Portia
Tina Fey nel film Admission, in cui interpreta Portia

Non tragga in inganno la presenza di Tina Fey: non siamo di fronte a una commedia strapparisate o del tipo smaccatamente divertente. Qui al massimo si sorride, qualche volta si riflette su temi anche seri, ma la sensazione che rimane è di una delle solite commedie sentimentali leggere e perfino carine, anche ben confezionate, che si fanno guardare ma in definitiva non lasciano il segno. Ci sono come detto dei temi che potrebbero avere qualche spunto interessante: i meccanismi di scelta dei meritevoli di andare al college, i parametri utilizzati, il caso e le ingiustizie, la maternità riscoperta, la paura di uscire da una vita organizzata secondo precisi schemi, ma proprio per questo scialba e incolore. Tina Fey, che qui non fa affatto la comica, è capace di un prova interessante, alle prese con un personaggio dalle mille sfumature, travolto da una serie di eventi che la mettono improvvisamente sotto stress. Anche se gli avvenimenti che destabilizzano la sua vita, sembrano accumularsi in maniera troppo artificiale.

Il rimorso per una maternità rifiutata

Paul Rudd e Tina Fey nel film Admission
Paul Rudd e Tina Fey nel film Admission

L'aspetto più interessante del suo personaggio è comunque che insieme all'affiorare di un oscuro segreto del suo passato, emerge improvviso anche il rimorso per quel figlio dato in adozione e ormai quasi rimosso, per una maternità rifiutata che non ha mai potuto vivere e che ora vorrebbe compensare in modo sbagliato, favorendo con sotterfugi la carriera del presunto figlio. Se l'attrice il suo compito lo svolge con rigore, sono casomai i personaggi attorno che risultano eccessivamente bizzarri e sopra le righe, su tutti il compagno che fa davvero una figura meschina e, per come messa in scena, decisamente poco credibile. I colpi di scena finali arrivano un po' telefonati, in realtà c'è un guizzo quando le cose non sembrano andare nel modo in cui tutti immaginano, ma niente paura, il lieto fine è inesorabilmente in agguato. La sostanza è che alla protagonista, vittima di una vita costruita su schemi troppo rigidi, basta poco per deragliare. Ma forse, in quegli strani percorsi che la vita fa solcare nella perenne ricerca della felicità, uscire dai binari può non essere un male.

Il DVD: Video e audio discreti, extra assenti

Admission - Matricole dentro o fuori è proposto adesso in homevideo da Universal. Andiamo a esaminare il DVD, un prodotto discreto tecnicamente, ma completamente privo di contenuti speciali. Il video è soddisfacente, ma non incanta. Pur nel rigore di un quadro pulito e abbastanza compatto, la sensazione è che il dettaglio non graffi e la percezione del particolari non sia mai incisiva. Qualche incertezza sui contorni delle figure e un po' di rumore video caratterizzano ogni tanto il quadro, ma la solidità generale tiene sempre a galla il video che risulta sempre più che sufficiente. Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'audio, con due tracce multicanali tipiche da commedia romantica, con dialoghi puliti e sempre molto chiari, e un'ambienza tranquilla che regala un adeguato respiro alle musiche, ma con effetti sempre piuttosto timidi. L'apertura si limita più che altro all'asse anteriore, mentre i rear entrano in gioco in poche occasioni, come del resto il sub. L'ascolto resta comunque sempre piacevole.Come accennato, gli extra sono purtroppo completamente assenti.

Conclusioni

Il film di di Paul Weitz propone una Tina Fey in versione meno comica del solito: gli avvenimenti che improvvisamente sconvolgono la vita di una tranquilla accademica rendono il film interessante, ma alla fine la commedia non lascia il segno. Il DVD presenta un reparto tecnico più che sufficiente, ma è completamente privo di extra.

Movieplayer.it

2.5/5