"Ricordo che alla fine del provino Lorenzo ha fatto partire le musiche di Wagner dando intensità e pathos alla scena". Gli occhia grandi e azzurri e una montagna di ricci morbidi. Incontriamo Rebecca Antonaci in un'uggiosa giornata primaverile a Bari dove l'attrice ha accompagnato la proiezione de L'oro del Reno. Debutto dietro la macchina da presa di Lorenzo Pullega e vincitore della miglior regia nel concorso Per il cinema italiano del Bif&st 2025 dopo il passaggio, in concorso, all'International Film Festival Rotterdam.

Un film prodotto da Piergiorgio Bellocchio e i Manetti bros. accompagnato dalla voce narrante di Neri Marcorè. "La storia delle storie che si svolgono intorno a un fiume, il Reno italiano", come recita la sinossi ufficiale. Al centro la figura di un regista, incaricato da un circolo locale di realizzare un documentario, che si mette in viaggio - dalla sorgente alla foce del fiume - con il compito di testimoniare i racconti di ieri e di oggi ambientati lungo le sue sponde. Ma lentamente quel viaggio assumerà contorni onirici.
L'oro del Reno e l'interesse di Rebecca Antonaci per le storie

Quello di Rebecca Antonaci - che vedremo anche in The White Club di Michele Pennetta e di Damiano Michieletto - è il ruolo di una giovane vestita da sposa che, accompagnata dalla sorellina, si fa largo tra i resti di una città alluvionata su un letto/barca alla ricerca del suo sposo. Una delle tante parentesi narrative che compongono L'oro del Reno. Un film poetico, strambo, originale che celebra la tradizione orale del nostro Paese mentre si differenzia da tanto cinema nostrano omologato. "Sto cercando di interessarmi alle storie, alle persone e ai personaggi", confessa l'attrice.
"Quando ho conosciuto Lorenzo è stato amore a prima vista e appena ho avuto i primi stralci del personaggio mi sono innamorata completamente. Ho subito voluto fare il film. È stata un'esperienza incredibile, ho sentito una famiglia attorno a me con tante persone che hanno messo tutta la passione e la forza che avevano per portare a casa la giornata. Abbiamo girato all'aperto, con la pioggia, ma è stato incredibile. E anche una delle esperienze più belle che abbia mai fatto".
Un personaggio fiabesco

Quello dell'attrice è un personaggio del quale il pubblico non sa nulla. Una piccola parte all'interno di un racconto di racconti di cui impariamo a conoscere la testardaggine mentre la storia avanza. "Un minimo di background me lo sono creato. È un personaggio che lo spettatore vede soltanto in quel lasso di tempo. L'ho trovato molto fiabesco, quasi 'patetico'", spiega l'attrice.
"Una ragazzina accanita che vuole raggiungere assolutamente la chiesa per sposarsi quando tutto intorno a lei è distrutto ed è andato perduto", prosegue Antonaci. "Ho voluto concentrarmi su quel momento seguendo le indicazioni di Lorenzo e vivermelo con intensità preoccupandomi più dello sposo che del suo passato. Un personaggio che c'è, ma non c'è. Il mio, invece, viaggia con la sorella minore per la quale è quasi una figura materna. Non si sa se hanno i genitori o se li hanno persi durante l'alluvione. Non ho voluto pensarci. In quel momento ero io con mia sorella e un obiettivo: trovare il mio sposo".
Restare con i piedi per terra

Rebecca Antonaci è reduce dal successo ottenuto dal suo esordio sul grande schermo in Finalmente l'alba di Saverio Costanzo. Un ruolo, quello della giovane Mimosa e della notte nella Roma degli anni Cinquanta che la trasforma da ragazza in donna, che ha fatto conoscere a tutti il suo talento. "Questo lavoro ti permette di fare esperienze incredibili, di girare il mondo, andare ai festival, conoscere tantissime persone. Avevo meno di vent'anni quando è uscito il film e non nego che il ritorno alla vita di tutti i giorni è stato brusco. Soprattutto quando ho girato il film per poi tornare a scuola, perché all'epoca ero ancora al liceo", confida l'attrice.
"Mi sono creata la mia vita all'infuori del lavoro. Faccio l'attrice e la cantautrice, ma la mia vita quotidiana, le mie amicizie, le mie passioni devono essere protette", continua Antonaci. "Il lavoro è una passione incredibile, però non deve essere l'unica cosa a cui penso. Ci sono stati dei momenti di sconforto perché non è facilissimo avere una costanza. Ma sto cercando di vivermela bene e ovviamente è ancora tutto un percorso in divenire".

Un'attenzione mediatica ottenuta da giovanissima può essere uno shock o far dimenticare come si rimane con i piedi per terra. "Ho iniziato a lavorare da piccola, quindi sono entrata nella mentalità di cercare di proteggermi da questo mondo che è tanto bello e ti dà tanto, ma ti toglie altrettanto. Ne conoscevo già le dinamiche", spiega Antonaci.
"Però devo dire che dopo Finalmente l'alba avere accanto la mia famiglia a supportarmi è stato importante. Stessa cosa per i miei amici di sempre che non sono mai cambiati nei miei confronti. Anche io ho cercato di rimanere ferma con i piedi per terra e non prendere troppo sul serio tutto quello che succedeva, dalla Mostra di Venezia al Telluride. Altrimenti quando torni tutto perde di significato e di importanza. La vita normale non è come ritrovarsi in quelle dinamiche, con tutta quella pressione mista all'eccitamento".

Dai banchi del liceo al red carpet della Mostra di Venezia. "Siamo stati a Venezia per un brevissimo lasso di tempo, a dire il vero. La mattina successiva alla proiezione ufficiale del film siamo partiti prestissimo per andare in Colorado. Un bel viaggetto di 12 ore di aereo (ride, ndr)", ricorda l'attrice.
"Non me la sono goduta. È stato tutto frenetico. Ho fatto le interviste dalla mattina al pomeriggio per poi andare alla proiezione ufficiale. Nel frattempo avevo persone che venivano in camera per truccarmi e prepararmi truccava. Ma era la prima volta per me e mi sono sentita sopraffatta. Nonostante questo è stata una bellissima esperienza, ma vorrei tornarci e vivermela con più tranquillità. E avere anche la possibilità di guardare i film, perché alla fine è quello che mi interessa".
Rebecca Antonaci, attrice e cantautrice
Rebecca Antonaci non è solo un'attrice, ma anche una musicista e cantautrice. Un'artista che si esprime attraverso linguaggi diversi. Ma ha mai pensato di dedicarsi alla composizione di musica per film? "In realtà no, però mai direi mai. Sono ancora giovane e sento che farò altro oltre all'attrice. Sento di voler esplorare altre parti di me", ammette l'attrice.
"A livello musicale sono sempre in continuo cambiamento. In questo momento non ho nulla di pronto, però ho qualche progetto preprodotto che è molto diverso da quello che è già uscito di mio. Adoro Elliott Smith, è il mio punto di riferimento a livello di cantautorato. Sento una connessione viscerale con lui. Ma in realtà ascolto anche molta musica jazz, elettronica, sperimentale. Adoro Brad Mehldau e Hania Rani, una compositrice giovanissima".