Questa è la tua vita
"Questa è la tua vita e devi saperla affrontare". Così risponde Wang Tsai Ling ad un ballerino omosessuale che le propone la soluzione di un finto matrimonio per cambiare le convinzioni e i pregiudizi delle altre persone, affinché queste comincino a guardare entrambi con occhi diversi. Ma la donna sa bene che le cose non sono così facili e che bisogna lottare con dignità per vivere, che l'esistenza è una catena di ingiustizie, sofferenza, soprusi, e momenti di infinita solitudine, e non c'è modo di ingannarla. La sua vita d'altronde è arida d'amore, priva di qualsiasi tipo di gratificazione, e in essa i giorni si susseguono uno dopo l'altro, senza speranza. Tsai Ling ha però un dono che la incornicia in una bolla di sapone dentro la quale è possibile dimenticare per qualche attimo tutto quello che c'è fuori. La sua voce, il suo talento naturale nell'usarla per muovere le emozioni, le proprie e quelle di chi l'ascolta cantare, è il veicolo ultimo che le permette di avvicinarsi agli altri. Ed il suo canto non può che essere quello lirico, quello dell'esistenza vinta dal dolore.
C'è una disperazione profonda in quest'opera di Gu Changwei, regista premiato con l'Orso d'argento a Berlino per Peacock, ma è affrontata con grande intelligenza e senza quel pessimismo autocompiaciuto che rischia sempre di affondare film che si alimentano di tristezza. Tsai Ling è una donna dall'aspetto orribile, un volto sfigurato dai brufoli e labbra che non riescono a nascondere denti enormi. Quello che di bello ha in sé prova ad uscir fuori attraverso la voce, ma lo scontro con la crudeltà delle apparenze è già perso in partenza. La sua solitudine è spezzata di tanto in tanto da freak geniali come lei, piccoli mostri d'aspetto o di storie personali, che sono stati però baciati dalla grazia dell'arte: pittori, ballerini, altri cantanti. In un film dove l'arte si accompagna allo squallore fisico e alla fregatura del vivere, senza essere in grado di trasformarsi in riscatto, perché priva ormai dell'energia necessaria per sconfiggere la volgarità dell'apparenza, Chang dipinge questo quadro di disperazione cosmica evitando toni tragici e facili drammi da fiumi di lacrime, privilegiando la carta salvifica dell'ironia e il gioco del non prendersi mai troppo sul serio.
Accanto alla quotidianità della gente normale, c'è l'universo sommerso dei più sfortunati, di coloro che si nascondono nelle prigioni delle proprie case, crocifiggendosi per quel non essere abbastanza per poter vivere come chiunque meriterebbe. Si ride amaro in And The Spring Comes, perché la primavera sembra destinata a non arrivare mai per certe persone. Quello di Changwei è un film tenero e buffo che ci ha ricordato, con le dovute differenze e senza lo stesso coinvolgimento emotivo, un recente capolavoro del cinema asiatico, Memories of Matsuko, altro ritratto di una donna infelice, che prova a tirarsi fuori dalla propria condizione ed ogni volta viene ricacciata nelle fiamme dell'inferno. Per risparmiarsi ulteriori dolori Tsai Ling prova la carta del suicidio, testa le sue velleità di volare grazie a quelle piume che sente di avere quando si apre il suo canto, ma anche quel tentativo estremo di rivincita non può che fallire. Il regista cerca allora una soluzione verosimile al riscatto di un'esistenza amara, e non può che trovarla in un'infanzia segnata all'origine da un altro tipo di dolore, nella possibilità di spiccare il volo attraverso il sorriso innocente di un bambino che tarda a prendere coscienza di ciò che lo circonda.
Quella che nel film si canta è perciò la dignità dell'essere umano, l'affermazione del proprio stare nel mondo, qualunque cosa questo comporti, per il solo bisogno di sentirsi parte della sua meraviglia, quando cade soffice la neve, quando si sfiora chi sa riconoscere che c'è una bellezza anche nel profilo deformato del tuo corpo, quando si incontra lo sguardo di un bambino che diventa un sorriso perdendosi nel tuo. Allora ciò che si nasconde dietro la ruggine, sotto la cenere, esce fuori per riportare alla vita. Solo cercandosi ci si può trovare, il meglio si cela da qualche parte sul fondo delle cose, dietro la carne delle persone. Ci si deve affidare all'incertezza delle piccole cose e dei gesti semplici, bisogna aspettare con pazienza l'arrivo della primavera ed intanto sopportare. Questa è la tua vita, gli altri sono sempre un po' più in là, ma il passo dev'essere agganciato soltanto alle emozioni che si muovono dentro ed al proprio coraggio. Prima o poi da qualche parte si dovrà pur arrivare.