Promare, la recensione: azione e frenesia nel nuovo film di animazione al cinema

La recensione di Promare, il nuovo film di animazione giapponese al cinema per un uscita evento il 3, 4 e 5 febbraio 2020.

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Promare: una sequenza del film

Inizia finalmente la nuova stagione degli Anime al cinema grazie a Nexo Digital in collaborazione con Dynit. Ad aprire le danze è Promare (il 3, 4 e 5 Febbraio 2020 nelle sale italiane), terza opera animata del vincente sodalizio artistico tra il regista Hiroyuki Imaishi e lo sceneggiatore Kazuki Nakascima, noti per aver lavorato alle serie animate di Sfondamento dei cieli Gurren Lagann e Kill la Kill. In questa recensione di Promare non potremo non tener conto dell'elemento cardine intorno a cui ruota questo film d'animazione: l'azione. Combattimenti, esplosioni e trasformazioni sono le spezie che condiscono un prodotto che, più che seguire una strada specifica, decide deliberatamente di mettere in pentola un minestrone multigenere in nome dell'adrenalina e della frenesia.

Una trama esile

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Promare: un momento del film d'animazione

La trama di Promare non è certo delle più complesse della storia del cinema di animazione giapponese. Trent'anni prima delle vicende narrate sono comparsi per la prima volta i Burnish, esseri umani in grado di generare e controllare le fiamme. Dopo una rivolta che ha portato la società sull'orlo del collasso, i burnish vengono tenuti sotto controllo. Le vicende seguiranno le gesta di Galo Thymos, un membro della Burning Rescue (una sorta di vigili del fuoco iper tecnologici), caratterizzato da uno spirito indomito e incosciente nonché da una grande rettitudine morale, e Lio Fotia, leader del gruppo terroristico Mad Burnish, che cerca di rivendicare i diritti dei burnish. Il governo, però, sembra da subito nascondere qualcosa di losco, i burnish vengono arrestati spesso senza motivo e i più sono costretti a nascondersi per sfuggire a una misteriosa minaccia.

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Promare: una scena del film d'animazione

E' questo l'incipit che mette in moto la vicenda, che ci permette di conoscere i protagonisti e instilla le giuste domande nella mente di uno spettatore che, già dopo il primo quarto d'ora, si trova ben presto catapultato in una serie di frenetici combattimenti. Infatti, se la storia ci vuole instradare verso tematiche interessanti, l'azione non ci permette di ragionarci troppo su: tutto accade a velocità impressionante, tutto scorre davanti i nostri occhi in pochissimo tempo trasportandoci a forza verso la conclusione senza troppe fermate intermedie. Anche i personaggi risentono di questa inarrestabile, e inarrestata, concitazione: di Galo e Lio sappiamo veramente poco, le motivazioni che li spingono ci vengono mostrate con rapidi flashback e altrettanto frammentari episodi nel presente. Dei personaggi secondari, seppur introdotti da brevissime schermate statiche dall'estetica sfacciatamente videoludica, conosciamo ancora meno, lasciando all'intuizione e all'esperienza il compito di colmare i buchi.

Lo stile interessante

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Promare: un'immagine del film

Punto di forza indiscusso di Promare è di sicuro lo stile meravigliosamente pop e colorato che forma un connubio perfetto con la computer grafica, necessaria e ampiamente usata in tutto il film. Ci sentiamo di dire necessaria proprio per la caratterizzazione frenetica di ogni momento di azione: il punto di vista cambia in continuazione, ruota intorno ai contendenti in un turbinio di immagini, colori, suoni e musica serrata e martellante. L'intenzione di regista e sceneggiatore di giocare con il genere Mecha è chiara e interessante. In Promare la maggior parte dei combattimenti avviene tra robottoni trasformabili e componibili dal design talvolta accattivante, talvolta estremamente buffo; gli stessi personaggi si trovano più volte a ironizzare sull'aspetto dei loro mezzi trovandogli nomi tanto assurdi quanto divertenti. Un omaggio? Una velata (ma forse non troppo) presa in giro? Probabilmente entrambe le motivazioni che, unite ad una buona dose di autoironia, rendono il tutto leggero e godibile.

Questioni di target

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Promare: una scena del film

Minuto dopo minuto, persi nella rapida successione di combattimenti, inseguimenti e colpi di scena ci siamo resi conto di una cosa fondamentale e importante, utile per la comprensione di ciò che stavamo vedendo: Promare non si rivolge a noi. La sua fretta, la sua frenesia sono pensate per un pubblico decisamente più giovane, un pubblico adolescente, abituato al ritmo serrato, alle immagini veloci che scorrono in un flusso continuo e inarrestabile di colori e musica, senza badare più di tanto alla trama o all'approfondimento dei personaggi. Di certo non ci ha fatto piacere, e in sé non lo si può giudicare un elemento positivo ma, l'unica cosa che possiamo fare è prenderne atto, accettarlo, e consigliare la visione agli spettatori più giovani o chi apprezza produzioni che a loro si rivolgono.

Conclusioni

Per riassumere la nostra recensione di Promare, possiamo dire che questo film del regista Hiroyuki Imaishi e dello sceneggiatore Kazuki Nakascima si presenta come un unico e frenetico concentrato di azione. La trama è semplice e poco approfondita, proprio come i personaggi. Un ottimo elemento è costituito dallo stile grafico che con le sue linee spigolose e i colori vivaci risulta estremamente pop e contemporaneo, perfetto per il target giovane a cui si rivolge.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Lo stile grafico fatto di linee spigolose e colori sgargianti, molto pop e contemporaneo.
  • L’azione coinvolgente e frenetica…

Cosa non va

  • … che non permette, però, una caratterizzazione adeguata dei personaggi.
  • Le vicende perdono inevitabilmente di spessore e la trama offre interessanti spunti purtroppo mai approfonditi.