Presentata a Roma la fiction 'Mia madre' di Ricky Tognazzi

Un nutrito gruppo di giornalisti ha accolto la presentazione, al cinema Adriano di Roma, della nuova fiction di Ricky Tognazzi, co-prodotta da Rai Fiction.

In una piovosa mattinata romana, lo storico cinema Adriano ha ospitato la presentazione alla stampa di Mia madre, nuova fiction diretta da Ricky Tognazzi e co-prodotta da Rai Fiction e Ellemme Group: uno spaccato di trent'anni di storia italiana vista dagli occhi di un ex-ragazzino che rievoca la storia della sua famiglia, tra le tante che emigrarono dal sud agricolo al nord industrializzato negli anni del boom, e soprattutto il coraggio di sua madre, donna tenace e libera che ebbe il coraggio di sfidare le convenzioni e i tabù della società contadina meridionale.
Dopo la proiezione del primo dei due segmenti in cui è suddivisa l'opera, si è svolto un incontro che ha visto la partecipazione di Tognazzi, di gran parte del cast, dello sceneggiatore Andrea Purgatori e del direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce: un incontro che si è aperto con il sentito applauso tributato a Dino De Laurentiis, di cui si era appena appresa la notizia della scomparsa. "Provo grande commozione quando scompare una figura storica come la sua", ha detto Del Noce. "E' rimasto sulla breccia fino a 91 anni, ha continuato a lavorare fino alla fine senza sentire il peso degli anni, e aveva ancora dei progetti. L'avevo sentito ultimamente in due telefonate, ed erano entrambe telefonate di lavoro: la prima per il progetto di una fiction che dovrebbe intitolarsi Barabba, la seconda per segnalarmi un attore che ha una grande somiglianza con Totò, che - diceva - potrebbe tornarmi utile in vista di un'eventuale fiction biografica sul grande attore napoletano."

Del Noce è passato poi a parlare, nello specifico, di Mia madre: "Ringrazio tutti gli attori per l'impegno e la qualità del loro lavoro, questo film è uno spaccato dell'Italia, anche di quella che non c'è più: c'è un po' di un capolavoro come Rocco e i suoi fratelli in esso. Era un progetto in piedi da molti anni, non era stato possibile realizzarlo per varie difficoltà produttive, poi Massimo Ferrero se n'è fatto carico. Credo sia la migliore interpretazione di Bianca Guaccero, è stata davvero straordinaria nel ruolo principale." Tognazzi ha poi preso la parola: "C'è tanto da dire su questo film. Intanto vorrei dedicarlo allo scenografo Davide Bassan, che è stato male di recente, e che spero si riprenda; poi vorrei ringraziare Rai Fiction e gli sceneggiatori per questa bella opportunità datami, c'era una sceneggiatura davvero bellissima che spero di non aver tradito, nonostante le molte difficoltà produttive. Un grazie anche a tutto il cast e specie a Bianca, che è stata una madre perfetta: questo, diversamente dai miei precedenti film, è soprattutto un film dedicato alle donne. Donne che hanno fatto la storia di questo paese, che hanno costruito con il loro impegno il tessuto sociale italiano; donne che nascono madri, che sentono in sé da sempre questa missione, il compito di creare la vita. Il personaggio di Bianca, poi, esprime anche uno spirito di libertà straordinaria, è una madre operaia che finirà per crescere figli borghesi, e che dopo la perdita di suo marito dovrà anche esprimere, in un certo modo, l'autorità del padre."

Andrea Purgatori ha poi parlato del suo script: "Abbiamo pensato di tracciare un filo conduttore di trent'anni di storia italiana, che arriva fino ad uno storico giorno del 1980 in cui la 'marcia dei quarantamila' aprì una nuova pagina nel mondo del lavoro, una pagina che forse non si è ancora conclusa. E' una storia corale, con protagonista una donna che cerca l'emancipazione contro i pregiudizi; una storia che racconta anche del rapporto tra l'emigrazione dal meridione e la realtà della fabbrica. E' un esempio di fiction che ha preso il meglio dal mondo del cinema: questa può essere una grande possibilità per la fiction del futuro. Siamo fieri che si tratti di un'opera tutta italiana, girata in Italia e che si avvale di professionalità italiane; inoltre era un soggetto non facile da trattare a livello politico, confrontarsi con quel periodo storico è stata una scommessa".
"Questo film mi ha coinvolta in modo viscerale", ha detto Bianca Guaccero. "Il mio è un ruolo molto profondo. C'è una frase che riassume il senso del film: una ragazza viene considerata pazza perché corre a piedi scalzi verso la luna. E' un film che parla di libertà: libertà di essere, libertà di poter dire la verità. Io stessa sono così. Non sono madre, non ancora, ma il mio ruolo mi ha fatto vedere le cose da un punto di vista diverso dal mio: nel film ci sono conflitti tra questa madre e i suoi figli che stanno crescendo, e il punto di vista di lei mi ha aiutato ad essere più rispettosa dei miei stessi genitori, a capirli di più. E' una donna che inoltre riesce a far diventare tutto magico, col suo tocco, anche una cena povera, a base di pane e latte."

Anche Francesco Venditti, che nel film interpreta Mario, il nuovo compagno della protagonista, ha parlato del suo personaggio: "E' stato interessante girare questo film, visto che per la prima volta non interpreto il ruolo di un criminale. Il mio è un personaggio idealista, che sacrifica una vita normale per cercare di cambiare il mondo, innanzitutto il suo mondo. Quando incontra Nunzia, scopre che accanto al suo sogno può esserci spazio anche per l'amore, per una vita con lei. Lavorare con Ricky è stato molto bello: il film più importante, in realtà, è quello che ho vissuto crescendo insieme a lui."
Bianca Guaccero ha poi preso di nuovo la parola, rispetto alla difficoltà di interpretare un personaggio che invecchia di quasi trent'anni nel corso del film: "C'è stato un lavoro molto sottile a livello di trucco, in fondo in quella fase le rughe non sono ancora molto marcate. Gran parte del lavoro ho dovuto farlo sulla voce, che crescendo cambia in intensità e profondità: si sente tutto molto più dentro, c'è un uso minore della gestualità, e si esprime una serenità che è consapevolezza della maturità. Io imparo sempre molto dai miei personaggi, questo è un lavoro che insegna la conoscenza, il lavoro su sé stessi." Rispetto alla possibilità o meno di fare il "grande salto" e di lavorare nel cinema, la Guaccero è stata cauta: "Io ho iniziato a 16 anni col cinema, ma lavorando in Rai non ho sentito molto la differenza. Questo per me è un film, io mentre recitavo sentivo di fare del cinema. L'industria cinematografica, inoltre, attualmente offre molto meno spazio, le possibilità purtroppo si stanno riducendo."
Tognazzi ha infine parlato delle citazioni cinematografiche riscontrabili nel film: "Ce ne sono alcune già in sceneggiatura, come quella di Nuovo Cinema Paradiso nella scena della proiezione nella piazza del paese. Quando ho girato il film, però, oltre che a Tornatore e al Visconti di Rocco e i suoi fratelli, pensavo anche a Romanzo Popolare e al cinema di Elio Petri: questi maestri del nostro cinema vanno ricordati. In Italia, chissà perché, ci ricordiamo spesso dei b-movie ma mai di questi grandi autori".