Nel 1975, la Pimpa faceva la sua prima apparizione sul mitico Corriere dei Piccoli. Cinquant'anni dopo, la cagnolina bianca a pois rossi, immaginata da Francesco Tullio Altan, è diventata a tutti gli effetti un fenomeno social. Le sue strisce, i suoi post, le sue avventure, tra Instagram e Facebook, rappresentano la zona di comfort di almeno un paio di generazioni.

Quel suo fare birichino, il caustico umorismo, la pigrizia, l'arguzia, l'intemperanza verso le regole (tanto da essere anche un folgorante simbolo anarchico), e la sua disarmante dolcezza: lo sguardo incantato della Pimpa nei confronti del mondo non è altro che la nostra declinazione infantile (nel senso più bello del termine), la rivelazione incantata di una realtà spesso deludente, e quindi riletta attraverso una purezza quantomai indispensabile.
La Pimpa: un po' di storia
La genesi di Pimpa, contornata da altri personaggi - dal pulcino Colombino alla gatta Rosita, il cagnetto Tito, la rondine Luisa, il pinguino Nino, oltre al vero co-protagonista, il padre putativo Armando -, è abbastanza nota: Altan creò la birbante cagnolina per la figlia, poi la portò sul numero 28 del Corriere dei Piccoli (era il 13 luglio del '75). Immediatamente, il personaggio divenne un punto di riferimento per i lettori più giovani, grazie a linee morbide, colori saturi e figure riconoscibili ed essenziali.

Visto il successo, nel 1987 la Pimpa di Altan ottenne un albo mensile tutto suo (edito dalla Glenat, e poi dalla Panini che, tutt'ora, ne detiene la pubblicazione). Intanto, la cagnolina sbarcò pure in tv con una serie animata (a doppiarla, fino al 1997, fu Roberta Paladini, entrando nell'immaginario collettivo dei nostri genitori e diventando quindi una splendida eredità).
Il senso della vita
Anno dopo anno, fino all'arrivo dei social, Pimpa ha edificato attorno a sé un immaginario fittissimo, tanto da renderla un'icona popolare. Merchandising, libri, serie televisive, speciali, programmi tv, teatro, guide turistiche e persino un'app. E che oggi sia diventata, tra l'altro, una delle figure più influenti di internet non è certo un caso: è la personalità di Pimpa a fare la differenza.

Una personalità applicata al mondo fantastico che, nelle strisce e nelle vignette di Altan, funge da palcoscenico per avventure che, a guardar bene, riescono a enfatizzare gli aspetti più profondi della nostra vita. Il senso del viaggio, della felicità, la riscoperta dei piccoli gesti, la curiosità propedeutica a un sapere mai fine a sé stesso, bensì fondamentale per un arricchimento emotivo, sociale e culturale.
Un cuore caldo come un bicchiere di latte
Perché poi Pimpa, festeggiata anche dal Comicon di Napoli con il premio alla carriera ad Altan, è pure l'emblema di una certa vitalità applicata all'esperienza diretta del nostro background legato all'infanzia. Basta andare sull'attivissima pagina Instagram (quasi 80mila follower, senza contare Facebook, altro che gli influencer da strapazzo!): i commenti degli utenti sono limpidi e teneri, mai aggressivi o rabbiosi. Anzi, spesso sono spiritosi, conviviali, coinvolti, empatici e, guarda caso, pure marcatamente politici, se pensiamo alle derivazioni socialiste (e ancora anarchiche) che, nel corso del tempo, il personaggio targato Altan ha assunto.
In fondo Pimpa è il tramite diretto con il nostro lato più incantato. La preservazione della dolcezza, della scaltrezza, della spassionata e innata curiosità. Mai impaurita, ma anzi propositiva e splendidamente libera. A bordo di un razzo o volando grazie a un aquilone, ecco che, post dopo post, striscia dopo striscia, siamo ancora insieme alla Pimpa in giro per il mondo. L'immaginazione e la fantasia come motore, oltre i confini, vicino al cuore. Un cuore caldo come un bicchiere di latte da bere prima di andare a letto.