Nonostante il calo degli ascolti nelle serie "formato famiglia" come Desperate Housewives e Brothers & Sisters, il family drama sopravvive e continua a riservarci grandi sorprese. Ne è un esempio lampante il nuovo show della NBC, Parenthood, in onda negli States già dal 2 marzo, e pronto a sbarcare anche in Italia fra pochi mesi, sul canale Joi di Mediaset Premium.
Prodotta da Image Television, NBC Universal, Network TV e Universal Media Studios, la serie di Jason Katims, produttore e regista di Friday Night Lights, è stata presentata durante la prima giornata del Telefilm Festival 2010 con la proiezione dei primi due episodi, il pilot e Man Versus Possum, diretti rispettivamente da Thomas Schlamme (Studio 60 on the Sunset Strip, Sports Night) e Lawrence Trilling (Felicity, Scrubs e Pushing Daisies).
Caratterizzato da una sceneggiatura impeccabile, un cast eccezionale e tematiche sempre attuali, lo show si ispira al film del 1989 di Ron Howard, Parenti, amici e tanti guai, proponendone una rilettura contemporanea, ricca di spunti interessanti. La storia, corale e coinvolgente, racconta le vicissitudini dei Braverman, analizzando gioie e dolori della moderna famiglia americana, attraverso le storie di quattro fratelli, Adam, Crosby, Sarah e Julia, e dei loro rispettivi nuclei familiari.
A sostenere la coppia, la più piccola di casa Braverman, Julia, interpretata da Erika Christensen (la Mae di Six Degrees), avvocato di successo, mamma e moglie in crisi. Oberata dal lavoro, Julia trascura visibilmente il marito Joel (Sam Jaeger, Eli Stone), "casalingo disperato", e la piccola Sydney, con la quale non riesce ad avere un normale rapporto madre-figlia a causa del troppo lavoro che la tiene spesso lontana dal focolare domestico. Cresciuta per lo più in compagnia di suo padre, Sydney preferisce lui a Julia e tende spesso a respingerla, gettandola in pasto ai sensi di colpa. Caparbia e tenace, la giovane mamma prova comunque a ritagliarsi uno spazio da deicare alla sua famiglia, per evitare una frattura incolmabile e recuperare il tempo perduto, fermandosi di sovente a riflettere sugli errori commessi in passato. Come lei, anche Sarah sta attraversando un momento delicato: madre single di due teenager, Amber (Mae Whitman) e Drew (Miles Heizer), la trentaquattrenne è costretta a tornare a vivere con i genitori dopo il divorzio con un marito musicista e inaffidabile, sommersa dai debiti e incapace di riemergere da un periodo faticoso e devastante. A dare il volto a Sarah, uno dei personaggi più interessanti e coinvolgenti della serie, nientemeno che Lauren Graham, la Lorelai Gilmore di Una mamma per amica, che torna sul piccolo schermo dopo una lunga assenza, in un ruolo che le è profondamente familiare. Le somiglianze con Lorelai sono evidenti sin dai primi minuti: impacciata, ironica, insicura e carismatica, Sarah conquista subito col suo carattere ingenuo e frizzante, catturando lo spettatore, inerme di fronte a un simile ritorno di fiamma. Ci ritroviamo così di fronte a una nuova Lorelai, senza Rory magari, ma con gli stessi pregi e difetti a cui siamo abituati, e risulta impossibile non affezionarsi subito a Sarah e alle sue disavventure. In perenne lotta con i suoi due figli adolescenti, la donna cerca instancabilmente di sottrarsi al controllo dei genitori, per raggiungere la tanto agognata indipendenza economica e ricominciare daccapo mettendo da parte il passato. A completare il quartetto, Crosby (Dax Shepard), trentenne "allergico" ai bambini e terrorizzato all'idea del matrimonio, a cui viene stravolta la vita all'improvviso dopo il ritorno della sua ex. La bellissima Joy Bryant dà il volto a Jasmine, vecchia fiamma di Crosby che torna in città dopo cinque anni per presentargli Jabbar, suo figlio. Sconvolto dalla notizia, Crosby inizia così un percorso difficile e burrascoso che lo metterà spesso in difficoltà soprattutto con la sua fidanzata attuale. Nel ruolo dei coniugi Braverman, Zeek e Camille, Craig T. Nelson (My Name is Earl) e Bonnie Bedelia, in là con gli anni e in preda a una forte crisi di mezza età che avrà delle forti ripercussioni sui loro quattro figli.
Lontano dal cinismo di Dirty Sexy Money e Desperate Housewives, Parenthood darà sicuramente del filo da torcere ai Walker di Brothers & Sisters, a cui è stata già molte volte paragonato per l'intensità delle storie raccontate e per le emozioni trasmesse. Dai primi due episodi si evince subito che la serie riserverà moltissime sorprese e colpi di scena, alternando magistralmente i sorrisi alle lacrime, secondo lo stile classico del family drama a cui tanto siamo affezionati.