Da Six Feet Under al ferocissimo La morte è un problema dei vivi, passando per il nostrano I cassamortari, le pompe funebri sono diventate lo sfondo perfetto per un'originale riflessione sul senso della vita e sui comportamenti umani. Non è un caso che, per il suo esordio alla regia, Magdelena Ilieva abbia deciso di concentrarsi proprio su un'impresa funebre a gestione familiare o meglio, di ciò che ne resta dopo una serie di drammatici lutti.

A mandare avanti la baracca, in modo disastroso per altro, in Pacchetto Eternità, è Bobkata, interpretato da Stoytan Doychev, che condivide una curiosa somiglianza col nostro Leonardo Pieraccioni. Costretto a venire a patti con la morte della madre, l'uomo gestisce l'impresa di famiglia sita in una cittadina di provincia bulgara mentre la sorella Neda ha lasciato il nido da tempo per lavorare in uno studio legale a Sofia. Bobkata e Neda non hanno mai superato la perdita del padre, ucciso 30 anni prima in un incidente d'auto che ha segnato l'inizio delle loro sciagure. Ma quando l'ex amante del genitore, la ballerina Joana (Mariana Krumova), colpevole di aver causato l'incidente d'auto, si propone come unica cliente dell'impresa, mette Bobkata di fronte a un bivio: continuare a crogiolarsi nell'odio per la "nemica" o accettare il suo aiuto e provare a salvare il salvabile?
Pacchetto Eternità: come ridere della morte a denti stretti
Al di là dell'etichetta di black comedy, il film scritto a quattro mani da Magdelena Ilieva e Jonathan Heidelberger attinge alle atmosfere disperate di Aki Kaurismaki fondendole coi toni grotteschi del western balcanico. Bobkata, protagonista assoluto della storia, è un inetto. Suo è il punto di vista privilegiato sui fatti narrati, fatti su cui purtroppo non ha alcun controllo visto che sembra totalmente incapace di arginare la rovina. Ogni sua iniziativa si rivela fallimentare e le sue reazioni innescano puntualmente altre sciagure.

La famiglia d'origine di Bobkata non esiste più e il rapporto con la sorella, per quanto affettuoso, è sterile. Perfino la moglie, per cui lui nutre un tenero sentimento, preferisce prendere le distanze e recarsi in Spagna col figlio avuto dal primo matrimonio, lasciando l'uomo ad annaspare tra i debiti. Per tenere a galla l'impresa di pompe funebri, unico legame rimasto con la madre, Bobkata ha dovuto chiedere un prestito a uno strozzino e certo non aiuta la concorrenza sleale dell'impresa del rivale Mitko, malavitoso che ha il monopolio sulla morte grazie ad agganci con l'ospedale locale. L'unica speranza è riposta nell'arrivo improvviso di Joana, con cui si instaura un ambiguo rapporto di amore/odio. Fonte primaria di tutti i guai di Bobkata, l'ex ballerina arricchita del periodo socialista, malata terminale, è anche la chiave per salvare l'azienda. Di conseguenza, la relazione tra i due personaggi rappresenta il "cuore" del film.
Una drammaturgia che fonde vicende personali e spaccato storico-sociale

Elemento perturbante della black comedy di Magdelena Ilieva, il personaggio di Joana è anche il deus ex machina che appare all'improvviso per ordinare a Bobkata il suo 'Pacchetto Eternità', fiore all'occhiello dell'impresa che garantisce un funerale coi crismi e la cura a vita della tomba. La donna è, inoltre, al centro dei momenti più comici del film dopo che l'impresario funebre la convince a partecipare alle lezioni di ballo impartite in una RSA con lo scopo di proporre i suoi servigi agli anziani residenti.
Oltre a essere una commedia di caratteri, che sviscera il privato dei personaggi riflettendo su temi come perdono, espiazione, onestà e sulla profondità dei legami familiari, Pacchetto Eternità offre uno sguardo amaro e desolato sui resti dell'Unione Sovietica che sopravvivono nella corruzione sistemica della società bulgara contemporanea, dove l'interesse economico ha la meglio sul benessere degli individui. La regista tratteggia con sapienza lo sfondo socioeconomico della provincia bulgara, piegandolo ai suoi scopi narrativi per raccontare l'interiorità dei suoi personaggi, senza limitarsi a un approccio puramente realistico. Flash di episodi che appartengono al passato fanno irruzione nella linea temporale principale mentre Bobkata scorrazza in lungo e in largo col suo scassato carro funebre, e c'è spazio anche per una surreale sequenza subacquea che rafforza l'impressione di uno stile registico libero e fantasioso, anche se a tratti ancora acerbo.
Conclusioni
La recensione di Pacchetto Eternità evidenzia le qualità di un’opera prima che mescola cinema introspettivo e spaccato sociale, raccontando la grottesca parabola di un perdente sullo sfondo di una Bulgaria provinciale e desolata preda della corruzione. Si ride amaro in una riflessione su perdono, redenzione e legami familiari che si concede perfino qualche rapido tocco surreale.
Perché ci piace
- La bravura degli interpreti, in particolare il duo composto da Stoytan Doychev e Mariana Krumova.
- La libertà nello stile registico.
- La rappresentazione della società bulgara, che alimenta una riflessione profonda sulla società post-sovietica.
- Le scene nell'RSA.
Cosa non va
- La drammaturgia si rivela un po' acerba.
- A tratti la storia sembra girare a vuoto.