Ora o Mai Più 3, una finale nell'indifferenza generale dopo una stagione buttata via

Sbagliati conduttore e giuria, il format Rai è andato a sbattere contro C'è Posta per Te, affrontando tutta una serie di scelte che hanno finito per depotenziarlo. E ora sarà mai più in onda?

Marco Liorni e 'Ora o mai più', su Rai1

Sei anni di attesa per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. La 3a stagione di Ora o Mai Più ha ribadito le potenzialità del format ideato da Carlo Conti, questa sera in onda con la finalissima, se solo quelle famigerate potenzialità non fossero state ancora una volta zavorrate da mamma Rai con discutibili scelte autoriali, che hanno abbracciato conduzione, cast, giuria, dinamiche interne e messa in onda.

Il pesce fuor d'acqua Marco Liorni

Ora O Mai Piu 3 Marco Liorni

Partendo dal manico, l'obbligato passaggio di consegne da Amadeus a Marco Liorni ne ha enormemente risentito. 60 anni ad agosto, Liorni si è magicamente ritrovato in diretta e in prima serata su Rai1 con un programma che non è neanche lontanamente nelle sue corde, nel suo stile, tanto da appesantirlo e tarparne le ali. Ora o Mai Più vive anche di scontri verbali, di baruffe tra giudici e concorrenti, di ferocia e velenose invettive che un direttore d'orchestra dovrebbe saper gestire, se non addirittura alimentare, mentre Liorni ha passato due mesi a fare il pompiere, pronto a spegnere qualsiasi ipotetica discussione sul nascere con secchiate di melassa.

Alla vigilia di Sanremo ha provato ad inseguire il gossip su Fedez che avrebbe dovuto cantare Bella Stronza con Marco Masini nella serata duetti, senza però mai riuscire a dire il titolo del brano, solo e soltanto perché contenente un parolaccia. Una difficoltà surreale al cospetto proprio dell'autore di quella canzone.

Ribattezzato Don Liorni sui social, il conduttore ha faticato a rendere credibile il proprio divertimento, apparendo come quell'indimenticato Mr. Burns di simpsoniana memoria con cappellino viola in testa e teschio sulla t-shirt che prova a ringiovanire il proprio look rappeggiando. Liorni è apparso proprio così, del tutto fuori contesto, catapultato in un programma di intrattenimento che non gli appartiene e che non poteva fare suo se non snaturandolo. Cosa puntualmente avvenuta. Questo non vuol dire che dovesse prendere la strada dell'eccesso estremo, della maleducazione urlata che punta alla viralità social, ma molto banalmente sciogliersi, lasciarsi realmente andare, entrare in quel meccaniscmo dello show che aveva tramutato Ora o Mai Più in un "incompreso catodico".

L'infelice giuria

Ora O Mai Piu 3 La Giuria

A non aiutarlo, va detto, la scelta di una giuria che è stata enormemente depotenziata rispetto alle prime due stagioni. Persi tre pezzi da novanta come Loredana Bertè, Marcella Bella e Ornella Vanoni, pronte sempre a ribaltare il tavolo con commenti taglienti e mai prevedibili, Ora o Mai Più è andato ad annacquare il parterre di giudici con nomi come Raf, Riccardo Fogli e Rita Pavone che nulla hanno portato allo show inteso come capacità di giudizio e creazione di dinamiche, andando oltre le rispettive carriere.

Tolta Donatella Rettore, che si è confermata "cavallo pazzo" di stagione, il sempre impeccabile Marco Masini e l'elegante presenza di Gigliola Cinquetti, la noia ha troppo spesso regnato sovrana, con voti il più delle volte senza senso, segnati da simpatie e/o antipatie più o meno esplicitate e dal tradizionale misunderstanding che vede esprimere giudizi nei confronti della canzone di turno e non del cantante in gara chiamato a intonarla. Tralasciando Patty Pravo, straordinariamente fuori fuoco per l'intera stagione, e i poco incisivi giudizi di quasi tutti i giudici che si sono limitati al compitino e a squadernare ovvietà, Ora o Mai Più 3 non ha saputo andare oltre la costruzione narrativa della proverbiale "antipatia" di Valerio Scanu, apparso come magnifico villain Disney, provando costantemente ad accendere micce nei suoi confronti prontamente spente dal vigile del fuoco Liorni.

La messa in onda suicida

Ora O Mai Piu 3 Valerio Scanu E Rita Pavone

A rendere il tutto ancora più complicato, ma era lecito aspettarselo, la scelta suicida di andare in onda contro il programma più visto della concorrenza. C'è posta per Te. Riportare in tv Ora o Mai Più dopo 6 anni d'attesa per mandarlo a sbattere contro il colosso Maria De Filippi è stato a dir poco discutibile, con inevitabili e pesanti sconfitte Auditel che hanno reso ancor più amara la lettura televisiva dello show. Partita con il 18,18% di share, la 3a stagione di Ora o Mai Più è lentamente calata fino a raggiungere il 14,97% della semifinale, non più in diretta ma registrata. Questo perché volendo risparmiare sugli ingenti costi del programma mamma Rai ha ben deciso di registrarne le ultime due puntate, evitando almeno ai suoi protagonisti di fare l'1 di notte in onda.

C'è Posta Per Te: il ritorno di un format che non ha più niente da dire C'è Posta Per Te: il ritorno di un format che non ha più niente da dire

Un cambio in corsa con conseguenze immediate sul regolamento stesso, che prevedeva il voto da casa tramite social ai concorrenti in gara, con una giuria esterna di giornalisti ideata in fretta e in furia e i telespettatori che mai hanno superato i 2.7 milioni, fino a scendere sotto la soglia psicologica dei 2 milioni sabato 22 febbraio. Un mezzo disastro, con Maria De Filippi in grado di doppiare Liorni in termini di share e di pubblico. Se la prima stagione di Ora o Mai Più aveva sorpreso tutti con una media di 3.767.000 telespettatori e share medio al 21,6%, la seconda era pericolosamente scesa ad una media di 3.272.000 con share al 17,3%, tanto da finire in naftalina per sei anni.

Ora o Mai Più 4 si farà mai?

Appare quindi difficile, se non impossibile, immaginare una 4a stagione, perché la 3a è precipitata ad una media di 2.288.000 telespettatori con share medio al 16,6%. Un'ipotetica futura collocazione estiva, come capitò nel 2019 con la prima stagione andata in onda a giugno, potrebbe avere senso, andando così ad accendere una tv solitamente in vacanza. Ma solo e soltanto con scelte più logiche e ponderate, tanto in giuria, con nomi come Anna Oxa e Amanda Lear che potrebbero fare furore contribuendo a rendere il tutto più godibile e meno scontato, quanto in cabina di conduzione, dove una professionista come Simona Ventura potrebbe indossare il format come un abito di sartoria cucitole su misura.