In una stagione caratterizzata da una serie insostenibile di brutti film, la commedia francese Louise-Michel arriva a dare ossigeno a un cinema sempre più agonizzante che sta allontanando, inesorabilmente, il pubblico dalle sale. Lo humour nero della coppia di registi formata da Gustave de Kervern e Benoît Delépine si inscrive nella grande tradizione del far commedia dei cugini francesi, esprimendo inoltre una capacità davvero sopraffina di cogliere tutte le sfumature della società e dell'umanità che la abita tipica del miglior cinema europeo. La vicenda alla base del film sembra poi essere un'anticipazione di quello che sta succedendo oggi in Francia, con i sequestri di imprenditori e manager, risultato di una crisi finanziaria dalla portata inestimabile che sta coinvolgendo e travolgendo ogni angolo del globo. La storia è infatti quella di un gruppo di operaie che da un giorno all'altro vedono letteralmente sparire la fabbrica dove lavoravano e per vendicarsi decidono di assoldare un killer che faccia fuori il responsabile di quell'umiliazione.
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Gustave de Kervern, com'è nata l'idea del film?
Gustave de Kervern: Lo spunto di partenza è venuto da un fatto di cronaca. Abbiamo letto sul giornale della delocalizzazione di una fabbrica tessile dal giorno alla notte, senza che gli operai sapessero niente. Il giorno prima che questo accadesse era stato regalato loro un camice nuovo.
Si sente responsabile in qualche modo di aver suggerito ai lavoratori licenziati, attraverso il suo film, un modo estremo di ribellarsi ai loro capi? Pensiamo per esempio ai sequestri di imprenditori di questi giorni in Francia.
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Non crede che la vendetta proposta dal film sia in realtà una soluzione sterile?
Gustave de Kervern: E' certamente una soluzione estrema. Gli operai si contraddistinguono da sempre per la loro enorme educazione, ma sarebbe ora per loro di diventare maleducati. Alcune attrici del film erano davvero delle operaie che sono state licenziate dalle loro fabbrice. Abbiamo chiesto loro: ma perché non siete andate dai vostri padroni e li avete ammazzati? Ci hanno risposto che ci hanno anche pensato, ma che alla fine hanno capito che non avrebbero risolto nulla così. Credo però che arrabbiarsi faccia bene e aiuti a riacquistare la propria dignità.
Col vostro film avete reso ancora più cinico il cuore del capitalismo moderno: l'assenza del volto del padrone in un contesto di multinazionali.
Gustave de Kervern: La grande beffa di questa situazione è proprio l'incapacità di riuscire a individuare il proprio padrone. Parlo naturalmente delle grandi imprese. Ci sono uomini paglia, dei prestanome, per capire chi conta bisogna andare nei paradisi fiscali, che per me rappresentano il grande scandalo di questo capitalismo attuale. Ci sono montagne di soldi virtuali che sfuggono al controllo e vanno a finire in questi paradisi. E' un capitalismo corrotto. Ora contiamo su Sarkozy che con il suo talento e la sua energia saprà certamente risolvere tutto.
Lei indaga l'oggi, ma cosa succederà domani? L'impressione è che forse non abbiamo ancora toccato il fondo.
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Quando arrivate a girare cosa avete di scritto e fino a che punto è precisa la vostra sceneggiatura?
Gustave de Kervern: Nel caso di Louise-Michel era tutto scritto. Mentre nei nostri film precedenti avevamo solo 40 pagine di sceneggiatura, perché interpretavamo noi stessi i protagonisti per motivi di budget e sapevamo quindi cosa dire e dove portare le situazioni, avendo ora degli attori professionisti, volevamo rassicurarli con una sceneggiatura scritta in modo minuzioso. Per la prima volta abbiamo compiuto un iter normale per la produzione e per avere i soldi bisogna presentare una sceneggiatura di almeno 120 pagine. Avevamo anche inserito dei finti dialoghi per arrivare a quel numero di pagine, che poi non sono stati inseriti nel film. In verità, quasi la metà di ciò che c'era in quella sceneggiatura non è stato girato. Altro motivo della necessità di avere una sceneggiatura pronta era dovuto al fatto che in questo film ci si sposta molto e si perdeva quindi tanto tempo ad andare da un posto all'altro.
Com'è nata l'idea di conferire ai due protagonisti una sorta di ambiguità sessuale, tra l'altro già preannunciata dal titolo?
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E' vero che Isabelle Adjani e Gérard Depardieu vi hanno contattato per i vostri progetti futuri?
Gustave de Kervern: Isabelle ancora non lo sa ma sarà nel nostro possimo film, mentre Depardieu l'abbiamo già contattato e gli abbiamo mandato la sceneggiatura proprio ieri. E' un film che abbiamo scritto in una settimana e che vorremmo girare già la prossima estate. Lui ancora non l'ha letta ovviamente, ma ci ha già detto di sì. E' una storia di pensionati: un uomo di sessant'anni deve andare in pensione e deve perciò mettere insieme dei documenti necessari alla pratica. Si rende conto però che gli mancano delle buste paga e per recuperarle va indietro nel suo percorso lavorativo, rendendosi conto che è sempre stato fregato dai suoi padroni. Inoltre, in questo viaggio nel passato ritrova dei vecchi amori. E' un film più commovente che politico, quale invece è Louise-Michel, ma in una scena c'è anche il sequestro di un imprenditore. Ovviamente abbiamo scritto il film prima dei fatti di questi giorni.