In questa recensione di Oktoberfest: birra e sangue parleremo di una serie che cambierà per sempre il vostro modo di dissetarvi, nonché di guardare e bere una birra. Disponibile su Netflix dal 1 ottobre 2020, questa miniserie di Christian Limmer e Ronny Schalk ha dato poi vita a un documentario e un romanzo scritto dall'autrice Petra Grill. Se siete fan del delizioso e frizzante succo biondo sarete sicuramente curiosi di conoscere quanti interessi girassero in passato dietro al business della birra e ci inquieta non poco che venga dichiarato sia ispirata a fatti reali, anche se ci auguriamo che la realtà fosse almeno un po' meno brutale di quanto portato su schermo. Oktoberfest: birra e sangue è, infatti, una serie cruda, violenta e spietata, proprio come il suo protagonista, dove la vendetta è il filo principale intorno al quale tessere trame sempre più complicate e subdole.
Birra e sangue nella trama
Curt Prank è un uomo senza scrupoli, ambizioso possessore di un importante birrificio della Franconia che, però, nasconde un oscuro passato. Il suo obiettivo primario è avere la struttura più grande mai costruita all'Oktoberfest, nota festa dedicata della birra nata nel 1810 in occasione delle nozze di Re Luigi I e divenuta l'evento più importante dell'anno per i cittadini di Monaco, un evento su cui investire e di conseguenza lucrare. Prank, per ottenere ciò che vuole, non si farà alcuno scrupolo del liberarsi di oppositori e concorrenti con metodi che sarebbe riduttivo definire disonesti. Estorsioni, corruzione e omicidi permeano l'intera serie, caratterizzando un protagonista spregevole, che assoggetta costantemente moralità e onestà a favore dell'interesse personale ed economico. Oltre alla storyline principale la serie offre un buon numero di sottotrame utili a completare la storia, fornendo uno spaccato piuttosto fedele dei primi anni del novecento.
Le miserie dei personaggi di Oktoberfest: birra e sangue
Seppur ispirata a fatti reali, la serie presenta personaggi fittizi e quindi caratterizzati dalle mani dei già citati Christian Limmer e Tonny Schalk con Alexis Wittgenstein. Gli autori hanno scelto di dar vita a uomini e donne tormentati e mossi dalla sete di denaro, vendetta e affermazione, spregevoli in tutte le loro forme e manifestazioni, che si distinguono da coloro che, invece, li subiscono e ai quali viene portato via tutto: sostentamento, dignità, diritti e lavoro. Gli indifesi non rimangono, però, tali a lungo e da vittime, talvolta, divengono carnefici in un circolo di atrocità destinato a far precipitare tutti i protagonisti all'inferno.
Curt Prank, interpretato da Mišel Matičević (già visto in Babylon Berlin), è proprio così: cinico e senza scrupoli, disposto a manipolare e calpestare le vite altrui senza remora alcuna. Gli viene dato un passato povero e traumatico, un cliché che comunque funziona, donandogli una caratterizzazione che altri non hanno e che permette allo spettatore di entrare nella sua mente cupa, nei suoi pensieri distorti e macchinosi. Altro personaggio ben caratterizzato è quello di Maria Hoflinger, donna con un ottimo senso degli affari, ma che dopo la morte del marito dovrà far fronte alle innumerevoli difficoltà economiche, mostrandosi anche lei senza scrupoli per proteggere il birrificio e la sua famiglia, entrambi devastati dalle mire di Prank. In questo scontro gli altri personaggi rimangono per lo più di contorno e, mentre la birra scorre a fiumi, anche il sangue arriva a inzuppare il polveroso terreno dell'Oktoberfest.
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Gli elementi della serie
Oktoberfest: birra e sangue non è una serie per tutti, il ritmo lento e la violenza che mostra la rendono un racconto spesso duro da digerire, interessante grazie ad una rappresentazione storica piuttosto accurata, ma imperfetto sotto molti punti di vista. Nel raccontare le disgrazie e la discesa all'inferno dei personaggi il ritmo non è costante e ogni episodio ci mostra lati differenti di ognuno: nuovi aspetti che vanno a incastrarsi in modo armonioso con la storia e che costituiscono il punto di forza maggiore della narrazione. È una serie a cui bisogna concedere tempo per ingranare e superare gli scogli a cui incappano talvolta le narrazioni di carattere storico, in bilico tra l'aderenza al periodo, la finzione e gli intrecci di trama. Altra caratteristica impossibile da non notare è l'utilizzo della musica: ridondante e non sempre coerente con le immagini, accompagna spesso con troppa insistenza alcune parti di un racconto incentrato sulla vendetta ma che, oltre a ciò, tocca una molteplicità di altre tematiche senza mai approfondirle davvero. Ci sentiamo di consigliare Oktoberfest: birra e sangue a tutti gli amanti di questa deliziosa bevanda, ma anche agli astemi dallo stomaco forte, interessati piuttosto a una rappresentazione storica dei primi anni del 1900.
Conclusioni
Possiamo riassumere la nostra recensione di Oktoberfest: birra e sangue affermando che questa serie non è per tutti: a causa della tanta violenza presente e del ritmo non sempre sostenuto è adatta a spettatori dagli stomaci forti e che hanno la pazienza di scoprire i personaggi un po’ per volta comprendendo i loro mutamenti. Buona la rappresentazione storica del periodo che, seppur macchiata da qualche imprecisione offre atmosfere intriganti e particolari.
Perché ci piace
- L’intrigante ricostruzione storica
- Ogni episodio aggiunge sfaccettature ad ogni personaggio.
Cosa non va
- Le musiche non sempre appropriate e coerenti.
- Il ritmo talvolta troppo lento.