Dopo la presentazione al Festival di Berlino, Occhiali Neri arriva oggi al cinema. Il nuovo film di Dario Argento segna il ritorno del maestro del brivido sul grande schermo dopo Dracula 3D. Un film lasciato nel cassetto a sedimentare che sembra quasi essere la summa stilistica e tematica dei primi film degli anni '70 del regista romano.
Protagonista del film è Diana (Ilenia Pastorelli), escort romana la cui vita verrà sconvolta per sempre dalla furia omicida di un pazzo criminale. Tutto ha inizio a Roma durante una calda giornata estiva con un'eclissi solare. È questo presagio del buio è l'inizio dell'incubo che avvolgerà Diana, la quale per sfuggire al suo aggressore, va a schiantarsi contro una macchina, perdendo la vista.
Dallo choc Diana riemerge decisa a combattere per la sua sopravvivenza, ma non è più sola. A difenderla e a vedere per lei adesso ci sono Nerea, il suo cane lupo tedesco, e il piccolo Chin, sopravvissuto all'incidente. Il bambino cinese con i suoi grandi occhi, la voce dolce dall'accento straniero, il carattere di un ometto indipendente e indifeso allo stesso tempo, la accompagnerà nella fuga. Ossessionati dal sangue che li circonda, saranno uniti dalla paura e dalla disperata ricerca di una via di scampo, perché l'assassino non vuole rinunciare alle sue prede. Chi si salverà?
Ancora una volta Dario Argento spinge un suo personaggio femminile oltre al limite, costringendolo ad affrontare le proprie paure. Del resto, una delle citazioni storiche del regista è proprio questa: "l'orrore non va evitato: bisogna affrontarlo e guardarlo fino in fondo".
La video intervista a Dario Argento su Occhiali Neri
Un ritorno alle origini
Come detto, Occhiali Neri sembra essere una celebrazione dell'italian giallo anni '70 e del primo cinema argentiamo. Ritroviamo una serie di elementi iconici come, per esempio, la cecità di Diana che richiama quella di Karl Malden nel Gatto a nove code, così come lo stesso trauma o la figura dell'animale alleato contro il maniaco killer. Il film, inoltre, si arricchisce di elementi visivi che celebrano l'artigianato del cinema horror firmato da un grande maestro come Sergio Stivaletti. A questo proposito, Dario Argento ci dice: "Si, è sicuramente il film che più si avvicina ai miei primi film fino a Suspiria. È un thriller con venature horror e questo mi ha molto entusiasmato perché mi ha dato la possibilità di ritrovarmi a rivivere vecchie emozioni ed esperienze."
Occhiali Neri è anche una pellicola che ha avuto una gestazione importante. Un film nato su carta ben vent'anni fa e ritrovato nel cassetto dalla figlia Asia Argento, produttrice e attrice nel film, che ha spinto il padre Dario a riprendere in mano la storia. "Si, il film è rimasto chiuso in cassetto per molti anni e, diciamo, che lì ha continuato la sua vita. Nel silenzio e nella solitudine del lockdown, ho avuto il tempo di rimetterci mano e renderlo così più adatto ai nostri tempi."
Occhiali neri e le scene più spaventose dei film di Dario Argento
Tra passato, presente e futuro
Occhiali Neri è uno dei pochi film horror italiani che vede la luce del sole della sala, ma anche quella della stessa realizzazione. Sebbene maestri nel genere, l'horror dagli anni '90 in poi ha avuto una vera e propria battuta d'arresto quasi fino a sparire. Sono pochi i registi che si cimentano nell'horror, ancora meno quelli che riescono effettivamente a girare. In Italia si è quasi spaventati dal genere, sebbene negli ultimi anni qualcuno, più timidamente, ha cominciato a mettere la testa fuori dalla porta. "Penso che non ci sono stati molti nuovi talenti interessanti in Italia che abbiano affrontato l'horror e le tematiche affini negli ultimi anni. Non so quale possa davvero essere la motivazione. Diciamo che questi film si sono trasferiti nelle fiction televisive dove il giallo viene usato moltissimo. I prodotti televisivi sono però più morbidi, non hanno la furia che può portare fare un film."