Notte fonda dopo gli esami di ieri
Dopo aver superato, con le lodi del pubblico, il suo primo esame da regista innamorato dei favolosi anni '80, Fausto Brizzi, nuovo Re Mida del cinema italiano (o almeno così si augurano quelli di Rai Cinema), riporta sullo schermo i personaggi di uno dei più grandi successi della scorsa stagione cinematografica, Notte prima degli esami, inventandosi una formula nuova per evitare il classico sequel: ancora esami di maturità per Luca Molinari e compagni, ma a far da sfondo alle loro disavventure (amorose più che scolastiche) stavolta è l'estate del 2006, quella appena trascorsa dell'inaspettato trionfo azzurro ai mondiali di calcio di Berlino. Come dire, un'operazione meramente commerciale per cavalcare il successo del precedente film e sfruttare l'enorme traino dell'entusiasmo per un'Italia tornata al trionfo sportivo, ma un'occasione decisamente sprecata per riflettere con intelligenza e garbo sui giovani d'oggi, a confronto con quelli di vent'anni fa. Sembra però che l'epoca contemporanea lasci spazio solo alla volgarità e alla frivolezza, mancando totalmente di profondità.
A differenza della prima notte d'esame, in questo nuovo film di Brizzi è pochissimo lo spazio riservato agli amici di Luca, che stavolta servono più a riempire il tempo a disposizione che a dar calore ed emozione alla storia. Tutto è incentrato sul nuovo idolo delle teenager, Nicolas Vaporidis, che in questa occasione si scopre irresistibile e capace di far capitolare, senza troppo penare, una bionda-occhi-azzurri terribilmente a disagio con i vestiti addosso, interpretata dalla quasi-debuttante Carolina Crescentini, già vista nell'horribile H2Odio di Alex Infascelli. Accanto a lui due genitori giocattolai, con un padre-bambino che tradisce la moglie nella più classica delle storie di corna, pronta a rientrare di fronte alla possibilità di perdere tutto ciò che si è costruito insieme. La trama del film è tutta qui, in queste ordinarie storie d'amore fin troppo banali alle quali è francamente difficile appassionarsi. Mancano le emozioni (e quelle che ci sono rimandano soprattutto alle imprese dei calciatori in Germania, evocate furbescamente a intervalli puntuali lungo tutto il film) e soprattutto manca quell'ansia e quell'elettricità che contraddistinguono un momento topico della vita di molti ragazzi, i giorni e le ore che precedono gli esami di maturità, e che rappresentavano uno dei punti di forza del film precedente.
Cosa è restato degli anni '80? Notte prima degli esami - Oggi riesce nell'impresa di far rimpiangere il suo predecessore, un film tutt'altro che riuscito, ma in alcuni passaggi tutto sommato gradevole, che, soprattutto, riusciva a restituire con onestà certe atmosfere (come quella di "vicinanza" che circolava alla fine degli anni '80 e richiamata con tenerezza durante il periodo dei famigerati esami) e a solleticare sentimenti nostalgici e di trepidazione. Qui invece, messa tra parentesi quella forte amicizia che aveva fatto inginocchiare per solidarietà tutti insieme i protagonisti nel primo film, c'è spazio solo per l'inconsistenza dei nostri giorni. Ed è avvilente il ritratto che ne viene fuori: ragazzini tecnologici e superficiali, senza grandi sogni, se non quello di spogliare le coetanee più avvenenti, privi di ideali o di coscienza politica (insomma nei loro discorsi c'è spazio unicamente per l'amore lampo e per l'ossessione del sesso a tutti i costi). Il nuovo millennio per Brizzi e soci è solo new media, cellulari e internet come mezzi obbligati per relazionarsi agli altri, con un gran parlare di blog pericolosi, webcam per esplorare il nuovo sesso e dell'insensatezza dei Flash Mob, esperimenti di socializzazione via mail che portano gruppi di persone che non si conoscono a ritrovarsi in un certo posto per disperdersi subito dopo, eventi simbolo dell'ambiguità del sistema comunicativo contemporaneo.
E Notte prima degli esami - Oggi è effettivamente figlio dei nostri tempi. Un film che è anti-cinema, un prodotto infimamente televisivo, che riprende ritmi e toni della peggiore televisione di oggi, con squallide e banalissime storie di estiva quotidianità diluite in un succedersi di spot pubblicitari (va bene il product placement, ma qui davvero si oltrepassa il limite), e una continua esibizione di tette e culi. E poi ci sono picchi di inaccettabile trash: dall'agghiacciante cucchiaio di Massi-Totti all'incomprensibile scherzo cyber-sessuale via webcam, fino all'imbarazzante sequenza dell'esame scritto con rivolta in stile L'attimo fuggente. Non manca poi qualche battutina omofobica, salvo poi inserire con un pretesto un personaggio gay politically correct (un adone nero, fighetto, che si lascia andare a più di un bacio con il suo fidanzatino bianco figlio di papà). Discutibile anche la scelta della musica, ma per fortuna, accanto a Finley, Luca Carboni ed Alexia, ci sono le note positive di Pipettes, Fratellis e Feeling. Un film che probabilmente bisserà il successo del precedente in termini di incasso, ma che sicuramente non sarà circondato dallo stesso affetto. Ora non resta che sperare che, con questo, gli esami siano finalmente finiti.